L'Umbria ci riprova. Dopo Todi che alla prima edizione era arrivata nella top five, anche Spoleto e Foligno si candidano insieme a diventare Capitale Italiana dell'Arte Contemporanea. Il 15 giugno era il termine ultimo entro cui presentare il dossier al Ministero della Cultura, valevole per il 2027, e le due città nel cuore dell'Umbria hanno scelto di unire le proprie forze.
Molti sono i fiori all'occhiello di questa allenza. Sia Spoleto che Foligno, città vicine geograficamente e idealmente, fin dalla seconda metà del Novecento hanno dato luogo a sperimentazioni artistiche diventanto laboratori di ricerca e punti di riferimento anche in ambito internazionale.
La candidatura congiunta è motivata anche simbolicamente da due opere notevoli del panorama contemporaneo: il 'Teodelapio' di Alexander Calder a Spoleto e la 'Calamita Cosmica' di Gino De Dominicis a Foligno. In entrambe le città vi sono inoltre significative testimonianze di Sol LeWitt.
Il profondo legame con l’arte contemporanea è attestato poi da eventi storici come le esposizioni “Sculture nella città – Spoleto 1962” e “Lo spazio dell’immagine” a Foligno nel 1967, che hanno anticipato nuove tendenze e riflessioni sul tema della rigenerazione urbana attraverso la cultura. Infine, entrambe ospitano poli espotivi che sono punti di riferimento per le espressioni artistiche contemporanee; Palazzo Collicola a Spoleto e il Ciac a Foligno, di cui anche la chiesa dell'Annunziata con l'opera di De Domincis fa parte. Spazi che costituiscono un ecosistema culturale di spessore e che, con la candidatura, mirano ad integrarsi.
A queste realtà si aggiungono iniziative spontanee come 'Viaggiatori sulla Flaminia', che dal 1998 propone itinerari artistici contemporanei lungo l’antica via consolare e il Parco dell’Arte in Cancelli di Foligno.
Il titolo di 'Capitale Italiana dell'Arte Contemporanea' è stato istituito per la prima volta nel 2024. Alla seconda edizione oltre a Spoleto e Foligno le città di cui finora è noto che hanno presentato la propria candidatura sono Alba in provincia di Cuneo, Termoli in provincia di Campobasso, Chioggia in provincia di Venezia, Lecce in Puglia, Pietrasanta in provincia di Lucca e, anche loro insieme, Varese e Gallarate.
Nella competizione per il 2026 a scalzare tutti è stata invece Gibellina, piccolo Comune di neanche 4mila abitanti nel trapanese, che per primo ha ottenuto il riconscimento battendo Todi, Carrara, Gallarate e Pescara.
Entro il 15 settembre 2025 una Giuria composta da esperti del settore, valuterà le candidature e selezionerà le cinque proposte finaliste. Entro il 15 ottobre 2025 la Giuria convocherà ciascuno dei Comuni finalisti, singoli o capofila dell’aggregazione, per un’audizione pubblica di presentazione e approfondimento del dossier di candidatura. Entro il 30 ottobre sarà resa nota la città vincitrice del titolo per il 2027.
Il premio, anche quest'anno, consiste in un milione di euro di contributo statale che finanzierà le attività previste nella proposta progettuale come mostre, festival e rassegne, riqualificazione e rifunzionalizzazione di spazi dedicati all'arte contemporanea.
Spoleto è stata fra le dieci città italiane finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura per il 2025, titolo poi assegnato ad Agrigento. Una finale in cui era presente molta Umbria perché figuravano anche Orvieto e Assisi. Nel frattempo, è notizia recente, anche il Comune di Perugia si è presentato per diventare Capitale Italiana del Libro nel 2026.
Con queste candidature il panorama regionale umbro sta dimostrando una grande vivacità con un'attenzione diffusa e trasversale alle molteplici istante culturali che nel corso dei decenni hanno contribuito in maniera determinante a delineare un'identità condivisa che volge lo sguardo al futuro.