Al centro di Foligno, nell’antica chiesa sconsacrata dell’Annunziata, “riposa” un gigantesco scheletro che a posto del naso ha un becco, gigante anche quello, e con una mano regge in bilico un’asta dorata. Non è ovviamente uno scheletro di qualche fantomatico gigante, bensì la Calamita Cosmica, l’opera monumentale di uno degli artisti italiani più provocatori di sempre, Gino de Dominicis. Proprio quest’inquietante, quanto affascinante, immenso scheletro sarà protagonista di un singolare evento in programma per Halloween nella Città della Quintana.

Halloween a Foligno, la visita al buio alla Calamita Cosmica

Quale miglior monumento poteva incarnare lo spirito da brivido di Halloween? A Foligno il dubbio neanche si pone: è la Calamita Cosmica di de Dominicis. L’opera occupa per intero l’unica navata dell’ex chiesa ed è ormai diventata la meta del consueto appuntamento di Halloween in città. Anche per questo 31 ottobre si rinnova l’evento con la visita al buio alla misteriosa scultura, che sarà completamente immersa nel buio. Dall’oscurità si potranno percepire i profili delle gigantesche ossa e lo scintillio dell’asta dorata che collega, idealmente, la terra al cielo.

La Notte Cosmica di Halloween sarà un viaggio nella vita e nella mente dell’artista e che consentirà al pubblico di addentrarsi nei misteri del suo mondo e comprendere in pieno la complessa genesi del monumentale Scheletrone. Il tutto attraverso le parole di de Dominicis stesso grazie alle letture dei brani tratti dal saggio “Calamita Cosmica e Gino de Dominicis. Una storia immobile” di Italo Tomassoni, il critico e curatore che ha allestito l’esposizione permanente dell’opera.

L’appuntamento è per domani, giovedì 31 ottobre alle 19 all’ex chiesa dell’Annunziata. Per info e prenotazioni bisogna contattare il numero 366.6635287.

La Calamita Cosmica, tra mistero e leggenda

La monumentale scultura lunga 24 metri venne realizzata da de Dominicis nel più assoluto segreto e presentata a sorpresa a Grenoble, nel 1990 per poi fare una nuova comparsa nel 1996 alla Reggia di Capodimonte a Napoli. Armata internamente con dei profili in ferro, è costituita interamente in polistirolo ad alta densità e ricoperta da colle di silicone che riproducono un’ossatura liscia e bianca.

L’asta metallica rappresenta una sorta di magnete, la calamita del titolo appunto, simbolo della connessione fra uomo e cosmo. “Il profondo collegamento tra terra e cielo – si legge nella presentazione del CIAC – pervade la forza creativa di questa maestosa scultura; l’asta d’oro in bilico sulla punta e che appoggia sul dito medio della mano destra rimanda infatti a stelle lontane delle quali attrae le energie sulla terra“.

Acquistata nel 2004 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, l’opera è il pezzo forte della collezione permanente del museo d’arte contemporanea folignate, di cui la chiesa dell’Annunziata rappresenta il secondo polo.

L’affascinante figura di Gino de Dominicis

Gino de Dominicis (Ancona 1947 – Roma 1998) è stato uno degli artisti più controversi nel panorama dell’arte italiana del secondo dopoguerra. Esploratore di ogni forma artistica non è mai appartenuto a una precisa corrente ed è sempre sfuggito alle definizioni facili. Come testimonia anche la genesi della Calamita Cosmica, de Dominicis era una figura sfuggente, misteriosa e quasi sempre irreperibile. Allergico a ogni possibile forma di omologazione, limitò al massimo le sue partecipazioni agli eventi pubblici ma quando lo faceva, era una sorta di apparizione scandalosa.

L’arte stessa ha rappresentato il centro della sua opera, spesso declinata in forme oniriche e surreali, proprio come il celebre Scheletrone di Foligno. L’immortalità, l’immobilità, la tensione verso l’impossibile sono le direttrici lungo le quali si è sviluppata la sua produzione. Strenuamente fuori da ogni schema e convenzione, profondamente insofferente a ogni etichetta o catalogazione de Dominicis rifiutò ogni forma di riproduzione fotografica delle sue opere, non riconoscendo alcun valore alla fotografia.