24 Sep, 2025 - 10:44

Spoleto, omicidio di Obi: sequestrata l'auto del sospettato

Spoleto, omicidio di Obi: sequestrata l'auto del sospettato

Sembra non aver risposto a una sola domanda il sospettato per l'omicidio di Obi, il 21enne ucciso e fatto a pezzi a Spoleto, e stando alle ultime indiscrezioni anche la sua utilitaria sarebbe stata messa sotto sequestro.

Nella cornice dell’indagine sull’omicidio di Bala Sagor, 21 anni, detto Obi, a Spoleto gli inquirenti registrano due elementi chiave: il sospettato – un cuoco 33enne di origini ucraine – ha scelto la via del silenzio e i Carabinieri gli hanno sequestrato la Lancia Y in uso. Sono le ultimissime novità di un caso che ha sconvolto il quartiere Casette, dopo il ritrovamento del corpo smembrato dentro un sacco dell’immondizia a ridosso della ferrovia.

La scelta del silenzio e l’auto sotto vincolo: i carabinieri non mollano la presa sul sospettato

L’interrogatorio è avvenuto nel tardo pomeriggio di venerdì nella caserma dei Carabinieri di Spoleto, alla presenza del procuratore capo Claudio Cicchella. Assistito dall’avvocata di fiducia, Maria Donatella Aiello, l’unico (ad ora) sospettato per l'omicidio di Obi non ha risposto. La linea difensiva sembra netta: nessuna dichiarazione, almeno per ora.

Nel frattempo i militari hanno esteso i sequestri già in corso all’abitazione del 33enne in via Pietro Conti – con relativa cantina – anche alla vettura, una Lancia Y, che potrà essere analizzata alla ricerca di eventuali tracce utili: impronte, microtracce biologiche, residui ematici, trasferimenti di materiale compatibili con il trasporto di sacchi.

Omicidio Obi a Spoleto, cosa sappiamo fino a ora

Come gli investigatori siano arrivati a lui resta coperto dal riserbo istruttorio. Un punto, tuttavia, sembra consolidarsi: le telecamere di sorveglianza di via Primo Maggio – la strada in cui lunedì sera è stato rinvenuto il sacco con i resti – avrebbero registrato movimenti ritenuti interessanti dagli inquirenti.

C’è poi un altro elemento al vaglio: il 33enne e Obi si conoscevano. Fino a dicembre 2024 avevano infatti condiviso la cucina di un ristorante del centro storico. In questo quadro si inserisce l’ipotesi – non confermata – di un prestito di denaro che la vittima avrebbe concesso al sospettato senza riuscire a rientrare della somma, scenario che aprirebbe al movente di una lite degenerata.

La cronologia degli eventi: dalla scomparsa al ritrovamento

Obi, originario del Bangladesh e in Italia da due anni, viveva tra Spoleto e la frazione di Baiano, dove era ospite di una struttura d’accoglienza. Lavorava come aiuto cuoco. Di lui si perdono le tracce giovedì 18 settembre, verso le 11.00. Gli amici denunciano la scomparsa, il telefono risulta spento, nessuno sa niente.

Lunedì 22 settembre, intorno alle 19.00, un residente del quartiere Casette nota una bici elettrica abbandonata e un grande sacco nero in un’area tra i giardini e i binari. La chiamata ai Carabinieri porta alla scoperta dei resti umani. La bicicletta viene riconosciuta come quella del 21enne: un tassello che indirizza da subito l’identificazione.

Rilievi, autopsia e la ricerca degli arti mancanti

Dopo il ritrovamento la zona è stata transennata e affidata alla Scientifica, che ha eseguito rilievi per tutta la notte, alla presenza del procuratore. Nelle ultime ore sono stati sequestrati sacchi e materiali dall’appartamento del sospettato, mentre proseguono gli accertamenti tecnici su filmati, impronte e tracce.

La Procura ha disposto l’autopsia sui resti: dovrà chiarire causa della morte, arma, ora del decesso e compatibilità con eventuali scenari di smembramento successivo. Resta un elemento ancora oscuro e inquietante: gli arti superiori e inferiori non sono stati rinvenuti. La raccolta dei rifiuti nella zona è stata sospesa per consentire ispezioni a tappeto di cassonetti e pertinenze; finora senza esito.

Dalla Procura l'invito alla cautela: le indagini proseguono senza sosta

Al momento il 33enne risulta indagato per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Nonostante le voci circolate, dalla Procura è arrivata una precisazione che invita tutti alla prudenza. Si sta cercando di capire, infatti, cosa sarebbe accaduto e a oggi non ci sono fermi, ogni sviluppo dovrà quindi poggiare su riscontri oggettivi. Una linea, questa, che si riflette anche nell’attività sul campo: presidio rafforzato nel quartiere Casette, ascolto dei testimoni, tracciamento dei movimenti nella fascia oraria in cui il sacco sarebbe stato abbandonato.

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Giorgia Sdei
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