23 Sep, 2025 - 19:30

Sospettato per l’omicidio di Obi a Spoleto: cosa sappiamo

Sospettato per l’omicidio di Obi a Spoleto: cosa sappiamo

Un macabro delitto sconvolge Spoleto: dopo il ritrovamento del cadavere smembrato di Bala Sagor, detto Obi, giovane di 21 anni originario del Bangladesh, le indagini hanno portato all’individuazione di un sospettato. Il corpo della vittima era stato scoperto lunedì sera dentro un sacco nero, abbandonato nei pressi dei giardini pubblici del quartiere Casette, a ridosso della ferrovia.

A notare il sacco – accanto al quale vi era una bicicletta elettrica – era stato un residente della zona, che ha subito allertato le forze dell’ordine. Nelle ore successive gli inquirenti hanno confermato l’identità del cadavere: si trattava proprio di Obi, scomparso da alcuni giorni.

Martedì 23 settembre gli investigatori hanno stretto il cerchio: c’è un sospettato su cui si concentrano le attenzioni, e la sua abitazione – poco distante dal luogo del ritrovamento – è stata perquisita e posta sotto sequestro. Di seguito ricostruiamo la cronologia dei fatti, l’operazione che ha portato al sospetto, lo stato delle indagini e le reazioni della comunità e delle autorità.

Omicidio di Obi a Spoleto: la cronologia della scomparsa e del ritrovamento

La scomparsa di Obi: Obi era originario del Bangladesh ed era arrivato in Italia due anni fa. Viveva a Spoleto – risiedeva nella frazione di Baiano, ospite di una struttura d’accoglienza Arci – e lavorava come aiuto cuoco in un ristorante del centro storico. Giovedì 18 settembre, intorno alle ore 11, il giovane si è allontanato e da allora ha fatto perdere le proprie tracce.

I familiari, preoccupati dal cellulare risultato spento, si sono recati dai Carabinieri di Spoleto (guidati dal maggiore Teresa Messore) per denunciarne la scomparsa. Nei giorni seguenti amici e parenti hanno diffuso appelli sui social per ritrovarlo, ma purtroppo le ricerche hanno avuto un tragico esito.

La macabra scoperta: Lunedì 22 settembre, intorno alle ore 19, un residente della zona Casette nota qualcosa di sospetto dietro la propria abitazione: una costosa bici elettrica abbandonata e, poco distante, un grosso sacco nero dell’immondizia. Insospettita dalla scena insolita, la famiglia di vicini allerta immediatamente i Carabinieri. Gli agenti arrivati sul posto aprono il sacco e fanno una scoperta agghiacciante: all’interno vi sono resti umani, evidentemente fatti a pezzi. L’area – un piccolo terreno tra i giardini pubblici di via Primo Maggio e la linea ferroviaria – viene transennata e posta sotto sequestro per consentire i rilievi scientifici. Poco dopo giunge la conferma preliminare dell’identità della vittima: Bala Sagor (Obi), proprio il giovane 21enne di origini bengalesi scomparso pochi giorni prima. Gli amici di Obi avevano già riconosciuto la bicicletta ritrovata accanto al sacco come quella del ragazzo, un elemento che ha immediatamente collegato il cadavere al giovane disperso.

Primi rilievi sulla scena: Nella serata di lunedì e per tutta la notte, i Carabinieri della Compagnia di Spoleto, coadiuvati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche, hanno eseguito accurati rilievi sul luogo del ritrovamento. È stata recuperata anche un’ulteriore busta di plastica trovata nei dintorni, ma al suo interno c’erano solo rifiuti comuni. Sul posto sono accorsi anche il magistrato di turno della Procura di Spoleto e il Procuratore Capo Claudio Cicchella, che coordina l’indagine.

Data la brutalità del fatto, anche il comandante provinciale dei Carabinieri di Perugia, colonnello Sergio Molinari, si è recato personalmente nell’area per seguire da vicino gli accertamenti.

Chi è il sospettato fermato per l’omicidio di Obi a Spoleto

Identificazione di un sospetto: Sin dalle prime ore successive al ritrovamento, gli inquirenti hanno raccolto testimonianze e immagini di videosorveglianza delle case attorno al parco. Proprio grazie a una telecamera di sorveglianza installata da una famiglia residente nei pressi del luogo del delitto (la stessa che ha dato l’allarme), sono emerse immagini utili: la telecamera avrebbe ripreso il momento in cui qualcuno abbandonava il sacco con il corpo dietro il giardino. Incrociando questi elementi con altre informazioni, gli investigatori hanno concentrato i sospetti su un uomo che vive in un edificio non lontano dalla scena del crimine. Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa locale, si tratterebbe di un residente di origine ucraina la cui abitazione si trova in via Pietro Conti 27, a pochi passi dai giardini di via Primo Maggio.

Perquisizione e misure adottate: Nel pomeriggio di martedì 23 settembre, i Carabinieri hanno fatto irruzione in un appartamento di via Pietro Conti, ritenuto collegato al delitto. L’alloggio è stato sottoposto a sequestro giudiziario e passato al setaccio dalla Scientifica, alla presenza dello stesso procuratore Cicchella. Diversi sacchi della spazzatura presenti nella proprietà sono stati sequestrati e analizzati in cerca di tracce biologiche o altri indizi utili. Si ipotizza infatti che Obi possa essere stato ucciso proprio all’interno di quella palazzina, con successivo smembramento del corpo, anche se questa ricostruzione è ancora oggetto di verifica e non vi sono conferme ufficiali.

Stato del fermo: In serata si è diffusa la voce di un possibile arresto del sospettato, ma le autorità hanno prontamente frenato le speculazioni. La Procura, tramite il dott. Cicchella, ha chiarito che al momento non risultano fermi o arresti formalmente eseguiti. “Stiamo cercando di capire cosa è accaduto e quanto è successo... non ci sono fermi”, ha dichiarato il Procuratore, sottolineando che le indagini proseguono a 360 gradi e che ogni sviluppo dovrà essere confermato da prove concrete. In altri termini, l’uomo individuato è certamente oggetto di approfondimenti investigativi ed è probabilmente già stato ascoltato dalle forze dell’ordine, ma finora nessuna misura cautelare è stata ufficializzata.

Le indagini sul delitto di Obi: i rilievi e l’autopsia

Raccolta di prove e autopsia: Oltre alla perquisizione dell’abitazione sospetta, le indagini tecniche proseguono senza sosta. Gli investigatori hanno acquisito numerosi filmati di videosorveglianza della zona, nella speranza di individuare movimenti sospetti o veicoli coinvolti nel trasporto del cadavere.

La bicicletta elettrica rinvenuta accanto al sacco è stata sequestrata e sarà esaminata per verificare se apparteneva effettivamente a Obi – come si ritiene – e se presenti tracce utili (ad esempio impronte o residui ematici). La Procura di Spoleto ha disposto l’esame autoptico sui resti della vittima, che verrà eseguito nelle prossime ore dal medico legale incaricato. L’autopsia sarà determinante per chiarire l’esatta causa della morte, l’eventuale arma del delitto e l’epoca del decesso.

Cosa manca ancora all’appello: gli arti del corpo di Obi

Un elemento inquietante e fondamentale per l’indagine riguarda il fatto che non tutto il corpo di Obi è stato ritrovato. Nel sacco nero erano presenti solo il busto e probabilmente il capo, mentre mancavano gli arti superiori e inferiori. Il cadavere, infatti, risulta sezionato all’altezza del busto, suggerendo che braccia e gambe possano essere state smaltite altrove.

Per questo motivo, già da martedì mattina, le autorità hanno sospeso la raccolta dei rifiuti nel quartiere Casettee hanno ispezionato a fondo tutti i cassonetti e le aree circostanti, nel tentativo di recuperare i resti mancanti. Finora, però, queste ricerche aggiuntive non hanno dato esito.

Il quartiere Casette sotto shock dopo l’omicidio di Obi

Shock e sconcerto a Spoleto: La comunità locale è profondamente colpita da questa vicenda. Mai la tranquilla cittadina umbra si era trovata di fronte a un fatto di sangue così crudele: l’idea che un ragazzo conosciuto e benvoluto possa essere stato brutalmente ucciso e fatto a pezzi ha generato paura e indignazione.

Obi, raccontano in molti, era un ragazzo stimato e benvoluto da tutti, integrato nonostante la giovane età e la provenienza straniera. La notizia della sua morte violenta ha lasciato attoniti amici, conoscenti e clienti del ristorante dove lavorava. I genitori e un fratello di Obi, che vivono a Roma, si erano precipitati a Spoleto nei giorni della scomparsa per partecipare alle ricerche: ora, davanti a questa tragedia, sono distrutti dal dolore. In città e sui social network molti esprimono cordoglio per la vittima e chiedono che sia fatta giustizia.

Le parole della Procura e dei Carabinieri sull’omicidio di Spoleto

La risposta delle autorità: Le istituzioni locali e le forze dell’ordine hanno reagito con fermezza e trasparenza di fronte all’allarme suscitato dal caso. La Procura della Repubblica di Spoleto ha assicurato il massimo impegno investigativo: “Stiamo cercando di capire cosa è accaduto”, ha dichiarato il procuratore Cicchella, promettendo di far luce su ogni aspetto della vicenda.

Allo stesso tempo, il magistrato ha invitato alla prudenza, smentendo arresti affrettati e ribadendo che occorrono prove solide prima di trarre conclusioni. Sul fronte operativo, i Carabinieri – sotto il coordinamento del Col. Molinari – hanno intensificato la presenza sul territorio per rassicurare i cittadini, mantenendo una pattuglia fissa a sorvegliare il perimetro dell’area del delitto. Anche il Comune di Spoleto segue da vicino gli sviluppi: sebbene il sindaco al momento non abbia rilasciato dichiarazioni ufficiali, fonti vicine all’amministrazione descrivono la giunta comunale come profondamente scossa dall’accaduto e in costante contatto con gli inquirenti.

Mentre l’indagine prosegue e si attendono ulteriori risultati scientifici, l’intera Umbria segue con il fiato sospeso questa fosca vicenda di cronaca nera. La speranza condivisa è che la verità emerga al più presto.

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Francesca Secci
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