Domani sarà eseguita l’autopsia sui resti di Bala Sagor, detto Obi, 21 anni, cittadino bengalese. L’accertamento, affidato al medico legale Sergio Scalise, è stato disposto per verificare tempi, cause della morte e compatibilità con la versione resa da Dmytro Shuryn, 33 anni, cuoco di nazionalità ucraina, in carcere dopo la confessione. L’esame è qualificato come irripetibile e confluirà nel fascicolo per il dibattimento. A dare la notizia in prima battuta è il Corriere dell'Umbria.
Secondo quanto ricostruito fino a ora, la morte di Obi sarebbe collocata nella mattinata di giovedì 18 settembre: in quella fascia oraria, infatti, il telefono della vittima risulta definitivamente spento. Il dispositivo, in seguito, sarebbe stato gettato in un cestino del centro storico. Successivamente, nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 settembre, tra la mezzanotte e le 3.00 del mattino, alcune telecamere della zona Casette hanno registrato più passaggi di un uomo con zaino scuro e una bici elettrica riconducibile alla vittima. In sede di convalida del fermo, l’indagato Dmytro Shuryn ha riconosciuto di essere lui nelle immagini. Non risultano, al momento, coinvolgimenti di terzi.
L'autopsia dovrà stabilire la causa del decesso, l’epoca della morte e l’eventuale presenza di lesioni compatibili con una ferita da taglio alla regione del collo, come confessato da Shuryn durante il fermo. Saranno inoltre valutati angolo e profondità delle ferite, eventuali segni di arma diversa, presenza di manomissioni successive e la sequenza temporale tra evento letale e mutilazioni. L’arma indicata dall’indagato, un coltello sequestrato nell’appartamento di via Pietro Conti, sarà comparata con i pattern lesivi individuati sul corpo. Esiti e report fotografici verranno acquisiti agli atti.
Il giudice per le indagini preliminari, Maria Silvia Festa, ha convalidato il fermo disponendo la custodia cautelare in carcere. Nel provvedimento sono richiamati i filmati acquisiti e gli elementi raccolti nell’abitazione e nei locali di pertinenza dell’indagato, compresa la cantina indicata come possibile luogo dell’aggressione. Sono stati eseguiti sequestri, campionamenti biologici e rilievi tecnici. La difesa, rappresentata dall’avvocata Donatella Panzarola, può nominare un consulente per assistere all’autopsia e depositare osservazioni tecniche.
Concluse le operazioni necroscopiche, il consulente del pubblico ministero trasmetterà una relazione preliminare a cui seguirà il deposito degli esiti in cancelleria. In base a quanto emergerà, potranno essere disposte integrazioni (esami istologici, tossicologici, comparazioni strumentali). L’autopsia, in quanto atto irripetibile, sarà utilizzabile direttamente in dibattimento. Restano da definire con precisione il teatro dell’aggressione e l’arco temporale delle manomissioni post mortem.
Al termine degli accertamenti, i resti della vittima potranno essere riconsegnati ai familiari. È stata manifestata la volontà di trasferire la salma in Bangladesh.
Giovedì 2 ottobre, alle 18.30, è previsto un presidio silenzioso in piazza Pietro Fontana, davanti al ristorante Il Tempio del Gusto dove il giovane aveva lavorato negli ultimi mesi. L’iniziativa, promossa dal Comune di Spoleto e seguita dall’assessora Luigina Renzi, prevede un momento di raccoglimento e una raccolta fondi destinata ai familiari.
Il sindaco Andrea Sisti ha espresso il cordoglio dell’amministrazione con parole nette: "La sua morte, tragica e brutale, ha scosso l’intera comunità. Non resteremo indifferenti di fronte al dolore e alla violenza". Dalla Giunta è arrivato anche un ringraziamento formale a forze dell’ordine e magistratura per la celerità delle indagini.
Il ritrovo è pubblico e aperto a cittadini, associazioni e rappresentanze del mondo del lavoro. Chi partecipa al presidio è invitato a portare una candela o una luce e a mantenere un comportamento improntato al raccoglimento. La raccolta fondi servirà a sostenere nell’immediato la famiglia di Obi e, se necessario, a contribuire alle spese connesse al rimpatrio della salma. La scelta del luogo di lavoro del ragazzo ha un valore simbolico e civile: presidiare lo spazio pubblico per respingere la violenza e affermare una comunità unita nel chiedere verità e giustizia.