30 Sep, 2025 - 12:00

Spoleto si ferma per Obi: presidio e raccolta fondi per il 21enne ucciso

Spoleto si ferma per Obi: presidio e raccolta fondi per il 21enne ucciso

Una comunità scossa che sceglie il silenzio come risposta civile all'omicidio del ragazzo del Bangladesh fatto a pezzi a Spoleto. Giovedì 2 ottobre alle 18.30 piazza Pietro Fontana diventerà il punto di ritrovo per ricordare Bala Sagor – conosciuto da tutti come Obi – il giovane di 21 anni ucciso nei giorni scorsi a Spoleto. Davanti al ristorante Il Tempio del Gusto, dove aveva lavorato negli ultimi mesi, si terrà un momento di raccoglimento con una raccolta fondi destinata ai familiari in Bangladesh.

Il cordoglio del sindaco di Spoleto e una città intera che si stringe intorno alla famiglia di Obi

L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Spoleto e seguita dall’assessora Luigina Renzi, con l’invito a partecipare rivolto a cittadine e cittadini, associazioni e mondo del lavoro. Il sindaco Andrea Sisti, nel suo messaggio di cordoglio, usa parole nette riguardo quanto accaduto: "La sua morte, tragica e brutale, ha scosso l’intera comunità. Non resteremo indifferenti di fronte al dolore e alla violenza".

Dalla Giunta arriva anche un ringraziamento formale a forze dell’ordine e magistratura per l’azione investigativa condotta con celerità. L’obiettivo dichiarato è trasformare il lutto in un momento di coesione, ribadendo che la violenza non può trovare spazio nella vita pubblica.

Il brutale omicidio di Obi: il fatto, le indagini, l'arresto

Sul piano giudiziario è in carcere Dmytro Shuryn, 33 anni, cuoco di origine ucraina, che davanti al giudice ha ammesso le proprie responsabilità. Secondo quanto ricostruito, il presunto movente sarebbe legato a un debito da meno di duecento euro. Le contestazioni della Procura di Spoleto riguardano l’omicidio volontario, la distruzione e l’occultamento di cadavere.

Venerdì gli investigatori hanno completato il recupero dei resti del giovane nelle aree tra la comunale di Monteluco e il Giro dei Condotti. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria: l’autopsia, attesa a breve, dovrà chiarire tempi, modalità e dinamica dei fatti, così da consolidare il quadro probatorio in vista dei successivi passaggi.

Chi era Bala Sagor detto Obi, il ragazzo del Bangladesh aspirante cuoco

Bala Sagor era arrivato a Spoleto il 12 giugno 2023. Aveva trovato un’occupazione stabile in cucina: prima lavapiatti, poi aiuto cuoco, con turni a pranzo e a cena. Parte dello stipendio veniva inviato ai familiari in Bangladesh. La sua storia, fatta di piccoli traguardi e relazioni quotidiane, racconta un percorso di integrazione concreto, interrotto da un atto di violenza che ha ferito la città.

"Questo orrendo episodio richiama però tutti noi a riflettere sul valore della vita, della dignità e del rispetto reciproco", ha sottolineato il sindaco in una nota ufficiale, assicurando che l’amministrazione "continuerà a promuovere un tessuto sociale attento, capace di inclusione, prevenzione e solidarietà".

Come partecipare al presidio e sostenere la famiglia

Il ritrovo è fissato per giovedì 2 ottobre, alle 18.30, in piazza Pietro Fontana. Chi partecipa è invitato a portare una candela o una luce e a mantenere un comportamento improntato al raccoglimento. Durante l’evento sarà attivata una raccolta fondi a favore dei parenti di Obi, per offrire un supporto immediato e per eventuali incombenze future, compresi i costi legati al rimpatrio della salma qualora la famiglia lo richiedesse. Tutte le informazioni logistiche saranno fornite in loco; l’organizzazione è curata dagli uffici comunali.

Ritrovarsi nel luogo del suo lavoro quotidiano non è solo un gesto simbolico: è la scelta di presidiare lo spazio pubblico con il linguaggio della responsabilità. Una piazza piena significa riconoscere una ferita e rifiutare l’abitudine alla cronaca nera. È un impegno collettivo che guarda oltre l’emergenza, per pretendere verità, giustizia e politiche di prevenzione più efficaci.

Come ha ribadito il primo cittadino: "Non resteremo indifferenti di fronte al dolore e alla violenza". In questa frase c’è il senso del raduno di giovedì: opporre alla barbarie la dignità di una comunità che non dimentica.

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Giorgia Sdei
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