Sarà venerdì 20 giugno il giorno del confronto sul trasporto pubblico locale in Umbria. Un appuntamento cruciale annunciato dal sindaco di Terni e presidente della Provincia Stefano Bandecchi con un video su Instagram.
Il summit vedrà attorno allo stesso tavolo le Province umbre, i rappresentanti dei principali Comuni e la Regione dell'Umbria che ha in mano il dossier TPL. Il vertice, convocato per fare chiarezza sulla struttura del bando di gara in quattro lotti e sul piano tariffario, si preannuncia teso, anche a causa del clima sempre più polemico tra gli enti locali e la Giunta regionale guidata da Stefania Proietti. Ma anche per la levata di scudi di alcuni sindacati che contestano l'impostazione del bando.
A inasprire e rilanciare il dibattito erano stati gli interventi del sindaco e presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, che anche oggi torna a puntare il dito contro l’impostazione del bando e il metodo adottato dalla Regione. “È ricominciata la settimana, e sarà la settimana dei trasporti in Umbria”, ha esordito con tono sarcastico in un video diffuso in rete.
Il primo cittadino ternano, da tempo critico sulla gestione della gara ha chiarito che lo spazzatino dei lotti (che sarebbe imposto dalle normative di settore, ndr) non mette al riparo dalla possibilità che a vincere sia una sola o al massimo due imprese.
“Avrò un appuntamento con la Regione per parlare dei pullman, urbani ed extraurbani - attacca Stefano Bandecchi -. Intanto la Regione dice che deve andare avanti con il bando che è stato fatto con i quattro lotti. Beh, io sono molto pratico. È vero che il bando ormai andava avanti con la suddivisione in quattro porzioni. Cioè, bisognerebbe utilizzare il cervello. Perché il fatto che ci siano quattro porzioni non vuol dire che devo assegnarle a quattro aziende diverse, ma potrebbe vincere anche solo un'azienda, anche se il bando era stato fatto un po' da furbetti. Massimo un'azienda può prendere due lotti. Cioè, praticamente è stato fatto un bando per morire di fame".
Ma quello che non va giù a Bandecchi è che la gara non possa essere messa in stand by dalla politica per una partecipazione più ampia con il resto delle autonomie locali. "Il mio intervento - ha concluso il sindaco di Terni - lo segnalo come un preavviso, perché a me già sentirmi dire che non si possono fermare i bandi è una baggianata inaudita".
Insomma, la procedura per la nuova gara del trasporto pubblico locale in Umbria continua a generare polemiche. La Giunta regionale, pur non condividendo pienamente l’impostazione ereditata dalla legislatura precedente, è costretta afferma di essere costretta a procedere con l’iter già avviato: una gara suddivisa in quattro lotti territoriali, come previsto dal piano elaborato dall’ex assessore Enrico Melasecche. Una scelta ritenuta obbligata per rispetto delle normative europee e nazionali (Regolamento UE 1370/2007, D.lgs. 50/2016) e della tempistica già stabilita.
Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e presidente della Provincia, ha criticato duramente l’impostazione della gara, temendo tagli alle corse o un aumento insostenibile delle tariffe. Bandecchi ha chiesto una revisione del modello, sostenuto da altri sindaci della provincia, tra cui Valentino Filippetti (Parrano) e Marsilio Marinelli (San Venanzo), che chiedono l’introduzione di un sistema più flessibile e articolato, con servizi a chiamata nelle aree interne e montane.
Da parte sua, l’attuale assessore ai trasporti Francesco De Rebotti ha confermato l’impegno a migliorare tutti gli aspetti tecnici della gara, evidenziando la difficoltà di rivedere l’intera struttura a causa delle regole già fissate e dei vincoli normativi in vigore.
In parallelo, la Giunta ha avviato una fase di partecipazione pubblica per definire due atti fondamentali finora sospesi: il nuovo sistema tariffario regionale e il Piano di bacino del TPL. L’obiettivo è costruire un impianto più equo e sostenibile, basato su un confronto con Province, Comuni e cittadini.
Nel frattempo, sono state inserite tutele rafforzate per i lavoratori, con l’inserimento di una clausola sociale e l’intenzione di valutare un contratto integrativo regionale per garantire condizioni di lavoro adeguate, comprese le nuove assunzioni.
Infine, l’ex assessore Melasecche, oggi capogruppo della Lega, ha attaccato l’amministrazione Proietti, accusandola di incoerenza e ritardi che potrebbero costare alla Regione circa 10 milioni di euro. Ha criticato duramente anche CGIL e FAISA CISAL per aver promesso modifiche alla gara che, secondo lui, non potevano essere realizzate per legge.