C'è sempre un prima volta e per l'Umbria della cultura all'orizzonte si preannuncia una novità importante. Sembra proprio che questi giorni di inizio luglio siano densi di nuove progettualità. Prima la candidatura per entrare nel sito seriale Unesco con due teatri condominiali e poi, notizia fresca, quella per diventare la regione ospite al Salone internazionale del libro di Torino per l'edizione 2026.
Da diversi anni al Salone del Libro vengono designati due "ospiti" d'eccezione, un Paese straniero e una regione italiana - nel 2025 è stata la Campania - che nei cinque intensi giorni della manifestazione salgono alla ribalta. Tra presentazioni di libri, eventi, dibattiti e iniziative di promozione del patrimonio culturale letterario ed editoriale, gli ospiti hanno tutto da guadagnare.
Se la proposta umbra venisse accolta, sarebbe una grande svolta soprattutto in termini di visibilità, su cui dalla Regione stanno investendo molto. E l'Umbria di assi nella manica ne avrebbe già diversi da giocarsi. A partire dal nuovo direttore di UmbriaLibri, il fresco di nomina Nicola Lagioia che, fra le altre cose, è stato direttore del SalTo dal 2017 al 2023.
L'Umbria da anni partecipa alla manifestazione torinese con un proprio stand che accoglie gli editori della regione, ma diventare regione ospite significhirebbe molto di più. Il cuore verde d'Italia avrebbe a disposizione un palcoscenico a 360 gradi che includerebbe anche la promozione turistica ed enogastronomica.
"Se l'Umbria fosse scelta come regione ospite dal Salone del libro per il 2026 - si legge nella nota regionale - avrebbe a disposizione uno spazio espositivo centrale e di rilievo con un programma dedicato a tematiche legate al territorio umbro. Potrà mettere in risalto gli autori locali, le tradizioni letterarie e le eccellenze culturali e artistiche regionali".
Il vicepresidente della Regione Umbria e assessore alla Cultura Tommaso Bori è il primo sostenitore della candidatura. "La visibilità che otterrebbe l'Umbria come regione ospite al Salone - ha dichiarato - permetterebbe di promuovere la cultura, l'editoria, l'arte e il territorio regionale. Ma non solo: sarebbe anche l'occasione per presentare aspetti innovativi della nostra produzione editoriale, ad esempio nel settore dell'editoria d'arte e in quello di fumetti, comics e manga, che attraggono un pubblico più giovane e interessato alle nuove tendenze".
L'Umbria potrebbe diventare la regione ospite al SalTo 2026. Oltre al legame con l'ex direttore Lagioia, ci sono altre note positive che emergono. In primis la novità.e poi c'è il marchio UmbriaLibri, il festival letterario e culturale promosso dalla Regione con l'organizzazione della partecipata Sviluppumbria che si appresta a un nuovo corso.
Con la direzione artistica di Angelo Mellone, quella che era la fiera dell'editoria locale si è imposta rapidamente come un festival degno di inserirsi fra le grandi manifestazioni letterarie nazionali. Il periodo di incertezza seguito al dopo Mellone non ha giovato perché diversi eventi sono saltati ed è serpeggiato il malcontento. Ora con la direzione di Lagioia, UmbriaLibri si avvia verso una nuova fase a il binomio con il SalTo gioverebbe ulteriormente.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino è nato nel 1988 e si tiene tradizionalmente a maggio. Uniche eccezioni il 2020 quando a causa della pandemia l'edizione fu virtuale e il 2021 quando si spostò durante l'autunno. A livello nazionale si tratta della più importante manifestazione nell'ambito dell'editoria.
Ogni anno il SalTo fa registrare numeri da capogiro, sia in termini di presenze che di utenti raggiunti online. All'ultima edizione, la 37esima, oltre 231mila persone hanno varcato la soglia del Lingotto mentre dai social si è arrivati a quota 7,8 milioni. Dal 2013 per la prima volta è stata introdotta la regione ospite che in quell'anno era la Calabria.