L’Ordine degli Architetti della provincia di Terni solleva la sua interpretazione professionale territoriale sull’affidamento a una società esterna per la redazione delle verifiche preliminari e del planovolumetrico per individuare le aree del nuovo ospedale cittadino. L’incarico, affidato a un’impresa di Reggio Emilia su impulso della Regione Umbria e approvato dall’Azienda ospedaliera Santa Maria, ha riacceso la discussione sulla valorizzazione delle competenze locali.
Il presidente Stefano Cecere sottolinea la posizione dell’Ordine: “Non è una polemica politica, né vogliamo schierarci con il Comune o la Regione. Si tratta di una questione professionale: Terni possiede le competenze per gestire incarichi di questo tipo”. La critica riguarda dunque il metodo e il coinvolgimento dei professionisti locali, non la politica di assegnazione degli incarichi.
L’Ordine precisa che il punto centrale non è economico: la parcella pagata all’impresa esterna non è motivo di contestazione. Ciò che preoccupa è la mancata valorizzazione delle competenze del territorio, con un incarico relativamente semplice affidato a soggetti esterni invece che a professionisti ternani.
Non è la prima volta che l’Ordine si mostra indipendente rispetto alla politica locale. In passato aveva preso posizione sul progetto di piazza Ridolfi, poi fermato dalla Soprintendenza, dimostrando la propria terzietà: “Abbiamo espresso osservazioni tecniche senza schierarci, perché il nostro ruolo è garantire qualità e competenza”, ricorda Cecere.
La scelta delle aree, circa dieci lotti di dieci ettari ciascuno, avrebbe potuto essere gestita da professionisti locali di qualsiasi Ordine o Collegio: “La valutazione delle aree è un compito che i nostri professionisti possono svolgere senza difficoltà. Non servono competenze straordinarie”.
Secondo Cecere, coinvolgere esperti del territorio significa garantire tempi più rapidi e coerenza urbanistica e sociale con le esigenze della città. La richiesta, dunque, non è solo simbolica ma strutturale: affidare studi e progettazioni preliminari a chi conosce il contesto urbano può ridurre tempi, costi e margini di errore.
L’Ordine è impegnato su altri fronti, come la promozione dell’accessibilità urbana. In collaborazione con il Comune, ha avanzato la proposta di un PEBA (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche), con fondi dedicati e supporto tecnico completo: “Abbiamo chiesto un tavolo con l’amministrazione perché confronto e ascolto siano alla base delle scelte”, spiega Cecere.
Parallelamente, l’Ordine lavora - questa volta direttamente con il sindaco - dopo una sua richiesta per individuare la strada più idonea per completare il progetto dell’architetto Mario Ridolfi, noto come “Uovo”, ultimo intervento incompiuto della città: “Il dialogo con il sindaco è aperto. Con un po’ di caparbietà possiamo completare l’ultima opera di Ridolfi, un patrimonio fondamentale per Terni”.

La presenza territoriale dell’Ordine ha trovato piena espressione anche con il convegno “Eppure la città ideale esiste…”, svoltosi giovedì 23 ottobre presso l’Hotel Garden di Terni. L’iniziativa, organizzata dal Lions Club Terni Host, dall’Ordine degli Architetti e dalla Fondazione Architetti Interamna, ha mostrato come il confronto tra cittadini, istituzioni e professionisti possa produrre risultati concreti.
Il tema principale era l’accessibilità urbana per persone con disabilità fisica, sensoriale e cognitiva. Relatori come Marco Turilli, Daniela Orlandi, Vanessa Salvo, Andrea Tonucci e l’avvocato Massimo Rolla hanno analizzato criticità e soluzioni pratiche.
A chiusura dei lavori, Francesco La Bella, presidente del Lions Club Terni Host, ha commentato: “Il convegno ha dimostrato l’efficacia del dialogo tra istituzioni, cittadini e professionisti”.
L’articolazione del dibattito e la forza delle iniziative promosse dall’Ordine indicano una direzione chiara: rafforzare la collaborazione tra competenze locali e istituzioni, per costruire una città più efficiente, accessibile e capace di valorizzare i suoi professionisti.