25 Jun, 2025 - 09:00

Ternana: la mossa del cavallo in mano al sindaco ed ex patron Bandecchi, attesa per le decisioni di D'Alessandro per la cessione

Ternana: la mossa del cavallo in mano al sindaco ed ex patron Bandecchi, attesa per le decisioni di D'Alessandro per la cessione

La giornata di ieri del sindaco di Terni Stefano Bandecchi sul versante della crisi della Ternana è stata febbrile. Lunga, quasi interminabile. Prima dedicata al confronto tra i protagonisti della bomba estiva, il numero uno di Palazzo Spada e Stefano D'Alessandro (i cui esiti sono stati raccontati da Tag24 Umbria, nonostante i protagonisti avessero scelto la strada del silenzio e della riservatezza). Poi alla partecipazione interna con i suoi fedelissimi sulle soluzioni possibili da mettere in campo per salvare il club cittadino. Infine, alla riflessione sulla strada più efficace da percorrere per cercare di dare futuro non solo alla società di via della Bardesca nell'anno del Centenario, ma anche ai progetti che intersecano la strada di una Ternana ancora solida e capace di guardare al futuro. A cominciare dal rifacimento dello stadio Liberati e, di conseguenza, della clinica privata che dovrebbe sorgere sui terreni di proprietà dell'altra Ternana, quella Women, che ne detiene il controllo.

Partite intrecciate, complesse, da risolvere in poche settimane, o meglio in pochi giorni, e che richiedono a Stefano Bandecchi - il primo a lanciare nello stagno il sasso di una crisi economico-finanziaria della società - uno sforzo inatteso di fantasia e operatività. L'impressione che se ne ricava, pur in assenza di dichiarazioni ufficiali dell'inquilino di Palazzo Spada ed ex patron della Ternana - è che solo lui abbia in mano le pedine per cambiare l'esito della partita. Per fare quella mossa del cavallo in grado di ribaltare gli esiti di un'estate altrimenti segnata dal rischio di una crisi irreversibile.

Bandecchi ha cominciato a muoversi per trovare una possibile soluzione: tra un possibile acquirente e un coinvolgimento diretto

Dalle informazioni che Tag24 Umbria è riuscita a raccogliere in ambienti sportivi, economici e politici romani e ternani, Stefano Bandecchi si sarebbe messo in moto immediatamente dopo il colloquio con D'Alessandro. C'è attesa per una uscita dell'attuale presidente e proprietario insieme al fratello Maurizio che confermi la disponibilità alla cessione. Solo allora, in qualità di sindaco della città e per tutelarne gli interessi sportivi, Bandecchi si potrà cominciare a mettere in moto personalmente in maniera concreta e in veste ufficiale.

Ma i suoi più stretti collaboratori stanno cercando di tessere la tela di una salvezza in extremis per consentirgli di agire con rapidità ed efficacia non appena ce ne saranno le condizioni. A Terni c'è stata una ricerca spasmodica di un gruppo di capitani coraggiosi che potesse fare fronte alla gestione del club in economia. C'è chi conferma che almeno tre soggetti imprenditoriali, fortemente legati alla città e attivi in ambiti industriali complementari (industria, energia, costruzioni) avrebbero dato una disponibilità di massima. Ma l'operazione sarebbe naufragata per colpa dei costi gestionali e delle esposizioni finanziarie del club di via della Bardesca. In moto si sarebbe messo anche l'ex CFO e Management Director Giuseppe D'Aniello, che da anni opera nel settore sportivo e finanziario e che potrebbe essere l'advisor di una cordata alternativa. Che però non ha rapporti diretti né con D'Alessandro né con Bandecchi. 

Ecco, dunque, che il cerchio delle possibili soluzioni si stringe intorno a Stefano Bandecchi. In molti sono pronti a giurare che lui sia l'unico, per relazioni col mondo industriale, conoscenze nel settore finanziario e riconoscibilità personale, a poter trovare un imprenditore o un gruppo di operatori economici, in grado di sobbarcarsi la costosissima e rischiosa operazione di salvataggio. Ma c'è anche chi arriva a prefigurare un possibile coinvolgimento diretto del sindaco di Terni. Una soluzione che - però - appare di difficilissima realizzazione. Sia per le ragioni che lo hanno portato a cedere il sodalizio rossoverde, legate al rischio di conflitto d'interessi per chi amministra la città, sia per le vicissitudini giudiziarie che hanno coinvolto la passata gestione del club da parte delle aziende del suo gruppo. Materie, queste, per ulteriori riflessioni e approfondimenti che coinvolgono l'ambito legale e giuridico e non solo quello economico. 

Quanto costa la Ternana? L'impegno è elevatissimo, più vicino ai venti che ai dieci milioni di euro 

Le cifre che vengono rappresentate in maniera "spannometrica" (la Ternana costa 1 milione al mese, almeno 10 milioni l'anno) vanno in realtà pressoché raddoppiate. In virtù di quelle partite pregresse mai definitivamente risolte di cui anche Bandecchi aveva parlato nel suo "Discorso dell'Ascensore", spiegando che D'Alessandro si era trovato a far fronte anche a impegni non ascrivibili alla sua gestione. I famosi dieci milioni di costi che vengono ripetuti un po' come un mantra, riguardano essenzialmente gli stipendi dei calciatori della Prima squadra e tutti gli adempimenti erariali. Materie che impegnano la Ternana sul versante del rispetto delle normative federali e che rappresentano le più pressanti Spade di Damocle sulal testa del club: quella del primo luglio e quella del primo agosto (saltando i due pagamenti, la Ternana verrebbe esclusa dal prossimo campionato di B per recidiva). Poi ci sono altre partite che coinvolgono la società rossoverde: i costi fissi gestionali, la logistica, il settore giovanile. Situazioni sulle quali chi dovesse rilevare il club dovrà andare ad incidere per cercare una sostenibilità gestionale.A questo si aggiungono altre questioni che riguardano invece lo stato patrimoniale del club e della sua catena di controllo, più che la cassa. Ci sarebbero da considerare, infatti, anche partite mai chiuse con istituti di credito e creditori finanziari che andranno regolate nel futuro.

Secondo indiscrezioni raccolte in campo finanziario, un eventuale salvataggio della Ternana, tra costi e impegni finanziari, si avvicinerebbe ai venti milioni

Infine c'è la questione Stadio-Clinica: il progetto è stato depositato in Comune. Ma un eventuale default del club lo affosserebbe inesorabilmente. Ecco perché nella corsa contro il tempo entra anche questa partita, che può rappresentare la grande opposrtunità di dare un futuro al club con una forte patrimonializzazione e - magari - l'ingresso in società di azionisti di standing elevato. 

Insomma, non resta che attendere l'esito di una settimana (quella che ci accompagnerà al primo luglio, prima scadenza federale), per poter capire quali saranno le strade che i protagonisti della vicenda decideranno di intraprendere. 

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Federico Zacaglioni
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