30 Jun, 2025 - 10:15

Svelato al pubblico l'antico sipario del Teatro Nuovo di Spoleto dopo gli interventi di restauro

Svelato al pubblico l'antico sipario del Teatro Nuovo di Spoleto dopo gli interventi di restauro

L'antico sipario era tornato a casa, al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto, alla fine di maggio. Un'opera mastodontica che si estende per oltre 165 metri quadrati, realizzata nel 1861 dal maestro Francesco Coghetti, raffigurante la scena storica di Annibale sconfitto sotto le mura della Città. 

Un bene prezioso che ha richiesto oltre un anno di lavori per tornare al suo originario splendore, finanziati con oltre 200mila euro tramite l'Art Bonus grazie a un intervento congiunto di AgriEuro srl e Comune di Spoleto. Un'operazione che, tra le altre cose, si è guadagnata il primo posto assoluto nella sezione 'Beni e luoghi della Cultura' della speciale classifica indetta dal Ministero della Cultura. 

La presentazione durante Spoleto68

Nei giorni scorsi in concomitanza con la 68esima edizione del Festival dei Due Mondi, per la prima volta, anche il pubblico ha potuto finalmente ammirare la tela. Presenti per l'occasione il sindaco Andrea Sisti, Filippo Settimi Ceo di AgriEuro srl, Stefania Petrillo, docente di Storia dell'arte contemporanea presso l'Università degli Studi di Perugia e autrice della monografia sui sipari d'Italia, Antonella Filiani, presidente della Coo.Be.C., la cooperativa che si è occupata del restauro, e l’architetto Moreno Orazi dello Studio Abaco. 

Il sipario per 25 anni era rimasto chiuso nei laboratori della Coo.Be.C rischiava danni ingenti a causa si umidità, deformazioni della tela, scuciture. Problematiche che hanno richiesto una serie di interventi per impedirne un ulteriore degrado.

L'impegno corale per un bene che torna alla comunità

"Un momento di straordinaria importanza per la Città, per la sua storia, per la valenza artistica di quest’opera maestosa" ha commentato il sindaco Sisti ricordando anche il percorso che ha portato al restauro che ha visto una stretta sinergia fra pubblico e privato. "Il risultato di un impegno corale sia economico che operativo, restituisce il valore di un percorso iniziato più di un anno fa che ha permesso alla Città di poter nuovamente ammirare un bene meraviglioso".

"Abbiamo intrapreso questo progetto all’insegna della responsabilità sociale che sentiamo di avere per il nostro territorio - ha dichiarato Settimi -: l’obiettivo era restituire alla città un simbolo culturale così fortemente identitario e tramandare il suo valore alle generazioni future. Vedere oggi il Sipario tornare a svolgere la sua funzione originaria, in un contesto unico come quello del Festival dei Due Mondi, è un'emozione indescrivibile".

Il simbolo dell'Italia libera e unita: un sipario manifesto politico dell'epoca

"Un evento di straordinaria importanza - l'ha definito Stefania Petrillo - non solo per la qualità e le dimensioni del manufatto, ma anche per la sua ricollocazione in teatro che gli consente di riacquistare la sua duplice funzione, pratica e simbolica". La docente si è soffermata anche sul periodo storico in cui l'opera venne creata. "Il sipario è la 'quarta parete' della sala, il diaframma che separa lo spazio della realtà da quello della finzione; negli anni cruciali del Risorgimento, quando è “istoriato”, esso diventa spesso un vero manifesto politico. Nella Fuga di Annibale sotto le mura di Spoleto, l’episodio che ricorda la vittoriosa resistenza di Spoleto all’assedio di Annibale nel 217 a.C., va così letta, in filigrana, la speranza di un’Italia finalmente libera e unita. Orgoglio municipale e partecipazione al progetto di unità nazionale convergono dunque nell’iconografia della spettacolare “macchina”, ricca di pathos e dinamismo, che racconta in modo coinvolgente l’epos civico assumendo anche un alto valore etico ed educativo".

Antonella Filiani della Coo.Be.C Cooperativa Beni Culturali, ha raccontato la storia che si cela dietro al restauro di un bene così importante. "Si è iniziato con gli interventi di pulitura, consolidamento dei materiali costitutivi, recupero delle deformazioni, risarcitura di strappi, tagli, lacerazioni e lacune e di rinforzo del supporto tessile destrutturato su una superficie di circa 165 metri quadrati. A conclusione del restauro conservativo si è proseguito con le operazioni di ripresentazione estetica e con quelle finalizzate alla rifunzionalizzazione del sipario".

Moreno Orazi ha sottolineato come nel corso degli anni il Teatro Nuovo abbia subito diverse modifiche rispetto all'impianto originale e di come gli interventi di tutela siano stati cruciali per conservarne le peculiarità."Tra queste senza dubbio il restauro del sipario storico, grazie all’intervento splendidamente eseguito dalla società COOBEC, che torna finalmente da oggi a svolgere la funzione di meraviglioso fondale scenico della platea, visibile prima dell’inizio e durante gli intervalli di uno spettacolo" ha concluso.

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Sara Costanzi
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