Nuova diffida della Ternana Calcio e di Stadium S.p.A. alla Regione Umbria. E nuova, drammatica svolta per il destino delle due società, che paventano la messa in liquidazione e la cessazione dell’attività. A firmare la lettera, inviata via PEC nella serata di ieri, sono gli amministratori unici di Ternana e Stadium, Tiziana Pucci e Giuseppe Mangiarano, assistiti dall’avvocato Andrea Silvestri dello studio Legalit.
La missiva annuncia la richiesta di un incontro urgente con il Comune di Terni per evitare la chiusura delle due società, entrambe strettamente legate - come abbiamo spiegato analizzando l'ultimo bilancio della Ternana Calcio - al progetto Stadio-Clinica e al suo travagliato percorso amministrativo.
Per questa ragione, nella comunicazione inviata a Palazzo Donini, la Ternana e Stadium informano la Regione di aver chiesto un incontro urgente con il Comune di Terni, per valutare insieme eventuali soluzioni che consentano di evitare la messa in liquidazione delle due società. “Il blocco operativo e finanziario generato dalle condotte della Regione - si legge nella nota - impone un immediato confronto istituzionale per salvaguardare la continuità aziendale e l’interesse pubblico sotteso al progetto”.
Il documento entra nel merito delle conseguenze economiche: la nuova proprietà, subentrata in un contesto definito “disastroso”, aveva immesso ingenti risorse liquide per coprire debiti e penalizzazioni federali. Il piano prevedeva di sostenere la crescita attraverso il progetto Stadio-Clinica, elemento chiave per attrarre istituti di credito, investitori istituzionali e fondi.
Ma la situazione, spiegano Pucci e Mangiarano, è ora compromessa: “Complicandosi il progetto Stadio-Clinica, è divenuto molto complesso, se non impossibile, avviare un’istruttoria volta a richiedere supporto finanziario proprio in ragione del ricorso presentato dalla Regione”.
Le linee di credito che erano state concesse direttamente alla Ternana risultano ora sospese o congelate, perché nessun soggetto finanziatore può impegnarsi senza certezza amministrativa.
La lettera denuncia inoltre “un evidente ritardo nei tempi del cronoprogramma” e un’“alterazione dell’equilibrio economico-finanziario” del PEF allegato alla Convenzione firmata il primo agosto 2025 tra Comune e società. La Regione viene così accusata di aver infranto un equilibrio delicato, bloccando di fatto un’operazione che avrebbe dovuto unire sport e sanità in un unico polo di eccellenza.
Nel testo della diffida, le società lamentano un comportamento dell’amministrazione regionale, secondo i firmatari “passibile di censura”, per aver taciuto sulle intenzioni di ricorso fino a ben oltre il closing avvenuto a settembre. Secondo quanto ricostruito nella diffida e come anticipato nei giorni scorsi da TernanaNews, la Regione avrebbe discusso l’impugnazione al TAR contro la determina comunale del 23 luglio 2025 già alla metà del mese di agosto, ben prima dell’acquisizione della Ternana da parte della famiglia Rizzo. Una circostanza che, se confermata, alimenterebbe il malcontento della nuova proprietà. Che ora accusa Palazzo Donini di mancata trasparenza e annuncia richieste di risarcimento per il danno provocato dalla decisione di non comunicare la volontà di ricorrere contro l’operazione.
“In capo anche all’amministrazione pubblica vige l’obbligo di buona fede - si legge nel documento - la cui violazione è fonte di responsabilità della stessa pubblica amministrazione per lesione del legittimo affidamento”.
Secondo la linea difensiva di Ternana e Stadium, la Regione avrebbe così generato un danno diretto alle due società, che avevano fatto affidamento sulla validità della determina dirigenziale n. 2088 del Comune di Terni, base amministrativa del progetto Stadio-Clinica.
Il documento, a tratti tecnico ma dai toni netti, sottolinea come l’intera continuità aziendale della Ternana dipenda da quell’operazione. L'avvocato Silvestri e i due dirigenti rossoverdi ricordano, infatti, come - nell'ultimo bilancio approvato dalla precedente proprietà - la plusvalenza straordinaria di 7,5 milioni, derivante dal conferimento del ramo d’azienda “Stadio Liberati” nella controllata Stadium abbia consentito di mantenere in ordine i conti della società. Senza quella operazione, la società avrebbe registrato una perdita di oltre 8 milioni di euro. La plusvalenza, insomma, non solo ha salvato la Ternana da un possibile default, ma ha anche fornito la base patrimoniale per la Stadium, la nuova società creata per lo sviluppo del progetto.
La missiva, inviata formalmente alla Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, evidenzia dunque un quadro di tensione crescente tra la Ternana e l’amministrazione regionale. Dopo settimane di rinvii, impugnative e confronti a distanza, la vicenda del progetto Stadio-Clinica assume ora una dimensione cruciale: da un lato la sopravvivenza economica del club e di Stadium, dall’altro la scelta politica e amministrativa della Regione, che ha deciso di contestare la procedura.
Il rischio, mai come ora, è quello di un punto di non ritorno per la Ternana e per la sua controllata, con l’ombra di una liquidazione imminente e del disimpegno della famiglia Rizzo, che metterebbe in crisi non solo una società sportiva, ma un intero progetto di rigenerazione urbana e di impiantistica sportiva e sanitaria.