08 Nov, 2025 - 18:45

Stadio-Clinica, la Ternana diffida la Regione e minaccia cause risarcitorie: “Danno gravissimo a club e investimenti”

Stadio-Clinica, la Ternana diffida la Regione e minaccia cause risarcitorie: “Danno gravissimo a club e investimenti”

La proprietà della Ternana Calcio batte un colpo di quelli pesanti e scende in campo in maniera decisa nella vertenza relativa al progetto Stadio-Clinica. Con una lettera dai toni ultimativi, il club di via della Bardesca inaugura un nuovo round del braccio di ferro innescato dal ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro la determina del Comune di Terni che ha dato il via libera al project financing da oltre 60 milioni di euro.

A muoversi in maniera congiunta sono la Ternana Calcio, la holding Flaca della famiglia Rizzo, guidata dalla direttrice sanitaria del Gruppo Laura Melis, madre della presidente rossoverde Claudia, e la Stadium, la società veicolo incaricata della costruzione del nuovo “Libero Liberati” e della struttura sanitaria. La diffida, redatta con la consulenza dello studio legale capitolino Legalit e dell’avvocato Carmine Andrea Silvestri, è stata recapitata via Posta Elettronica Certificata alla Regione Umbria e alla Giunta regionale, segnando un nuovo spartiacque nella vicenda.

Diffida formale: azioni legali e minaccia di richiesta di risarcimento danni

Il documento è una “diffida e messa in mora" della Regione con minaccia di richiesta di risarcimento del danno e chiede l'immediata interruzione di quelle che sono considerate dal gruppo imprenditoriale come "condotte lesive all'immagine aziendale”. La Regione Umbria viene individuata dalla Ternana Calcio e dalle altre due società come responsabile di una situazione che metterebbe a pregiudizio l'intera operazione di acquisizione del club rossoverde, “attesa l'evoluzione della vicenda”.

Già, perché negli uffici romani del gruppo che controlla Nuova Villa Claudia e altre due strutture sanitarie, oltre alla Ternana Calcio, viene posta particolare attenzione sui tempi che hanno portato al ricorso di Palazzo Donini contro la determina Giorgini, che ha rilasciato il permesso a costruire la clinica e a riqualificare lo stadio. 

Il contenzioso sui tempi: ritardi nell'impugnazione e legittimo affidamento

Il nucleo della contestazione legale riguarda, infatti, la tempistica dell’impugnazione della determina comunale da parte della Regione Umbria. La società Flaca srl, che ha acquisito le quote della Ternana Calcio il 15 settembre 2025, evidenzia che l’operazione era strettamente legata al progetto Stadio-Clinica, basandosi sulla Determina Dirigenziale numero 2088 del 23 luglio 2025 adottata dal Comune di Terni.

Questa documentazione avrebbe generato nell'acquirente un legittimo affidamento “più di un mese dalla sua pubblicazione”, spingendo le società ad investire “ingenti somme di denaro tanto nel progetto calcistico quanto nel progetto stadio-clinica”. L’interesse della famiglia Rizzo è chiaro: i due progetti sono “legati da un unico filo conduttore, perché se non esistesse la società Ternana non esisterebbe il progetto stadio-clinica”.

Nonostante il "silenzio istituzionale” durato dal 23 luglio 2025, l’Avvocatura della Regione ha notificato il ricorso amministrativo solo il 21 ottobre 2025, contestando la determina comunale come “del tutto illegittima per vizi di legalità”. I legali dei Rizzo sottolineano che l’ente avrebbe dovuto intervenire immediatamente, anche a tutela dei possibili investitori.

"Un Ente - scrive l'avvocato Silvestri nella diffida - non può ignorare o tardare l'impugnazione di un provvedimento che ritiene viziato, senza che ciò vada a discapito dei terzi che si affidano a quell'atto”. Tali ritardi hanno causato “un grave pregiudizio e ingiusto danno a carico delle mie assistite”.

Ostacoli politici e ricadute economiche sulle tre società coinvolte: la fuga degli investitori

La diffida solleva anche questioni legate al comportamento politico della Regione Umbria. Alla cerimonia del centenario della Ternana Calcio, il 1 ottobre 2025, viene evidenziato - ad esempio - che fossero presenti esponenti della Regione “che nulla hanno palesato circa la presunta problematica del progetto Stadio-Clinica (…) bensì hanno elogiato l'iniziativa imprenditoriale della famiglia Rizzo confermando ancora una volta che la strada da loro intrapresa era quella corretta”.

Viene poi contestata una potenziale strumentalizzazione politica della società, osservando che “tutto ciò non consente il sano sviluppo della società, tanto dal punto di vista imprenditoriale quanto dal punto di vista calcistico, generando instabilità anche nella resa dei professionisti e dei tifosi”.

Le ricadute economiche della vicenda appaiono sostanziali e durature, nella descrizione di Ternana, Flaca e Stadium. La diffida sottolinea come sia "ampiamente compromessa la finanziabilità dell'intero investimento", dal momento che i finanziatori, anche istituzionali, non intenderebbero impegnarsi in un progetto che presenta instabilità politica legata alla forte contrapposizione tra i due enti pubblici coinvolti.

L’intera vicenda comporta quindi il "rischio di naufragio di ogni investimento effettuato dalle società", generando quello che l'avvocato e le tre società individuano come "un evidente danno economico a carico di Ternana Calcio e Flaca Srl".

La Ternana va oltre e attacca la Regione anche sulla limitazione dei servizi sanitari a Terni

Infine, il documento evidenzia che l’impugnazione della Determina Dirigenziale da parte della Regione si pone in contrasto con gli interessi dei cittadini di Terni e provincia, e non cura alcun interesse pubblico sanitario ma anzi evidentemente mira a limitare l'offerta di servizi sanitari nel territorio della provincia umbra di Terni”.

Insomma, la PEC partita dagli uffici romani della Legalit, che ha seguito la famiglia Rizzo anche nell'operazione di acquisizione della società rossoverde, è un altro macigno sul terreno del ricorso presentato dalla Regione. A 10 giorni dall'udienza sulla sospensiva fissata dal TAR dell'Umbria, con la ricerca di una soluzione politica in corso (anche se dopo l'incontro tra il sindaco Bandecchi e la presidente Proietti al Videocentro non ci sono stati più contatti tra Comune e Palazzo Donini), la presa di posizione del club rossoverde e del gruppo imprenditoriale che la controlla è categorica. Non ha dunque portato a passi in avanti - nell'ottica di una distensione dei rapporti - l'iniziativa della giunta regionale, che aveva cercato il confronto diretto col club e col gruppo di Rizzo-Melis con la visita a Roma della delegazione presidenziale.  

Da lunedì, quindi, potrebbe ripartire la ricerca di una soluzione condivisa. Ma stavolta non c'è solo il TAR con la sua prima udienza davanti. Ma anche il possibile approdo della vicenda nelle sedi giudiziarie per un'ingente richiesta risarcitoria.

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Federico Zacaglioni
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