A Terni, tra passione sportiva e tensioni istituzionali, Massimo Ferrero rompe il silenzio. Dopo la notizia anticipata da Tag24 Umbria della diffida della Ternana alla Regione con tanto di minaccia di richieste risarcitorie, il consulente di fiducia dell'azionista della Ternana per la parte calcistica scende in campo a tutela degli interessi di via della Bardesca. La sua è un'azione di "moral suasion" nei confronti della Regione dopo lo schiaffo ricevuto dal club e la messa a rischio degli investimenti milionari che i Rizzo hanno fatto per salvare la Ternana e mettere le gambe al progetto stadio-clinica.
Già, perché come racconta Massimo Ferrero rivelando i racconta i retroscena dell’acquisizione della Ternana Calcio da parte del gruppo che controlla tre grandi strutture sanitarie nella Capitale e in Sicilia, la Ternana era in una situazione economico-finanziaria disastrosa dopo le due ultime gestioni. E proprio Stadio-Clinica, con la prospettiva di un'operazione virtuosa di collaborazione tra pubblico e privato, ha rappresentato la leva per portare una nuova, solida proprietà alla guida del club di via della Bardesca.
Ferrero, quindi, parla a ruota libera per difendere gli interessi della società e dei suoi investitori per le difficoltà incontrate dopo il ricorso presentato dalla Regione Umbria contro il progetto stadio-clinica. E non nasconde la delusione per un contesto che definisce “oltremodo politicizzato” che rischia di rimettere in discussione il futuro stesso della Ternana. Ecco perché, in questo lungo intervento affidato a Tag24 Umbria, lancia un appello diretto al sindaco Stefano Bandecchi affinché trovi una soluzione all'impasse che si è generata: servono istituzioni unite per non perdere un’occasione storica di sviluppo.
Ferrero parte da un punto fermo: il suo impegno personale e quello della famiglia Rizzo. “Non ho accettato di venire a Terni per vedere le meravigliose Cascate della Marmore”, spiega, “ma per lavorare, per rimettere insieme i cocci della Ternana Calcio e dare il mio contributo insieme alla presidente Claudia Rizzo, una donna di grande serietà e moralità, sostenuta da una famiglia che rappresenta un’eccellenza nella sanità italiana”.
L’ex presidente blucerchiato racconta la nascita dell’investimento: “La famiglia Rizzo ha creduto nella validità del progetto stadio-clinica e, in ragione della determina del Comune di Terni del 23 luglio 2025 e della convenzione definitiva firmata il primo agosto, ha deciso di investire nella Regione Umbria, soprattutto a Terni e provincia, con la convinzione di creare lavoro e infrastrutture in un polo di eccellenza sanitario e sportivo, coinvolgendomi nel progetto”.

Ferrero descrive però una realtà economica complicata: “All’interno della società abbiamo trovato una situazione economico-finanziaria disastrosa, ereditata dal duo Guida-D’Alessandro. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo pagato tutti gli stipendi entro i termini federali, rispettando gli impegni con i tifosi.”
Poi, la svolta: “Dopo appena un mese dal nostro insediamento ci siamo trovati travolti da vicende politiche che nulla c’entrano con il calcio. Abbiamo subito un attacco da quelle stesse istituzioni che avrebbero dovuto difenderci e tutelarci.”
Ferrero non usa mezzi termini quando parla della Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti. “Dal 23 luglio, data della determina comunale, la Presidente non ha detto nulla. Durante i festeggiamenti del centenario della Ternana ha elogiato l’iniziativa imprenditoriale della famiglia Rizzo, ma subito dopo, a scadenze federali rispettate, ha fatto notificare un ricorso all’ultimo minuto. Mi sembra di stare su “Scherzi a Parte”.”
Prosegue con tono acceso: “Non capisco quale istituzione metta a rischio posti di lavoro e investimenti solo per una diatriba politica con il sindaco di un Comune. Perché la Presidente non ha convocato tavoli chiarificatori prima di presentare il ricorso? Perché sapeva e ha taciuto?”
L’ex presidente della Sampdoria incalza: “Chi risarcirà ora la famiglia Rizzo e di conseguenza la Ternana Calcio, che sulla chiusura positiva della Conferenza dei servizi e sul silenzio della Regione aveva fondato un legittimo affidamento nell’investimento? Chi risarcirà i tifosi che non avranno uno stadio?”.
Ferrero difende con decisione la proprietà: “Questa è gente che lavora, che dà lavoro a centinaia di persone, che si occupa del benessere dei cittadini senza clamori. Non è gente da sfruttare per accaparrarsi voti o consensi politici”.
L'imprenditore cinematografico e dirigente sportivo loda invece il comportamento del Comune di Terni e del suo primo cittadino. “Il Comune, nella persona del sindaco Bandecchi, ci ha fornito un progetto valido, imprenditorialmente serio e sostenibile, pienamente conforme alla legge sugli stadi. È un progetto nell’interesse della città, della provincia e della Ternana".
Poi torna ad accusare la Regione Umbria: “La Regione ci ha distrutto tutto. Nessun finanziatore oggi crede più che questo progetto si possa realizzare dopo il ricorso amministrativo e le parole della Presidente Proietti. Le sue soluzioni non sono attuabili nel breve periodo”..
Ferrero parla con amarezza, ma anche con chiarezza: “Se dopo anni dalla chiusura positiva della Conferenza dei servizi ci ritroviamo a rimettere tutto in discussione, come si può pensare che si risolva in tempi brevi?”.
Infine, l’appello: “Abbiamo la fortuna di avere a Terni un sindaco di spessore, che è anche il nostro primo tifoso. Solo nel Comune abbiamo visto un reale e concreto interesse a portare avanti il progetto. Chiederò quindi al sindaco Bandecchi un incontro affinché possa aiutarci a uscire da questo impasse politico che non ci appartiene. Senza se e senza ma”.
Il messaggio di Massimo Ferrero è chiaro: la Ternana Calcio e la famiglia Rizzo vogliono continuare a investire su Terni, ma chiedono un cambio di passo da parte della Regione Umbria e un sostegno compatto delle istituzioni.
Dietro la polemica, resta una certezza: senza una collaborazione tra Comune, Regione e imprenditori, il sogno dello stadio-clinica rischia di restare solo un progetto incompiuto, e la città di perdere una grande occasione di crescita economica e sportiva.