Una fiammata politica incandescente investe la gestione dei rifiuti in Umbria. Ma non quella del forno di un nuovo termovalorizzatore, bensì quella della polemica tra Comune di Terni (che fa sue anche le perplessità di Orvieto) e l'assessorato all'ambiente della Regione Umbria. Che proprio il termovalizzatore vuole cancellare dall'agenda del ciclo dei rifiuti.
La miccia si accende perché a Palazzo Donini è partita la revisione della legge regionale che regolamenterà l'organizzazione dello smaltimento nei prossimi anni. E proprio ieri l’assessore regionale Thomas De Luca, ribadendo il proprio no al termovalorizzatore, ha attaccato sui social il centrodestra. Oggetto dell'invettiva, l’“importazione” di 50mila tonnellate di rifiuti da fuori regione. E stamane il sindaco di Terni e presidente della Provincia, Stefano Bandecchi, sono solo raccoglie le preoccupazioni orvietane sull'ampliamento possibile della discarica de Le Crete, ma parte a razzo contro l'impostazione del centrosinistra.
“La Regione toppa alla grande. Sta mettendo in campo scelte miopi che porteranno maggiore inquinamento e maggiori costi per i cittadini umbri”.
Una frattura politica e amministrativa che si consuma sotto gli occhi dei cittadini e che tocca un nervo sensibile: l’autonomia e l’efficienza nella gestione del ciclo dei rifiuti in Umbria.
Nel mirino di Bandecchi c’è la decisione della Giunta Regionale, definita “demagogica e conservatrice”, che - secondo il primo cittadino ternano - “impedisce di fatto la realizzazione del termovalorizzatore e mantiene l’Umbria dipendente dalle discariche”. L’affondo è diretto: “All’Umbria servono politiche lungimiranti e concrete, non scelte ideologiche fatte nel chiuso dei palazzi”.
Il sindaco punta il dito contro Auri, accusando l’Autorità rifiuti di aver bloccato la procedura per l'affidamento di costruzione dell’impianto in modo “inopportuno e politicizzato”. La tecnologia - aggiunge - offre oggi impianti sicuri, sostenibili e capaci di ridurre i conferimenti in discarica: “Il termovalorizzatore di ultima generazione (Bandecchi è favorevole alla plasmazione dei rifiuti per generare energia, ndr) con le necessarie garanzie ambientali non è il nemico. Osteggiarlo è da irresponsabili”.
Il sindaco Bandecchi insiste su un punto strategico per lui: la chiusura del ciclo dei rifiuti con impianti moderni, in grado di produrre energia e abbattere l’impatto ambientale. “L’Umbria ha diritto a una gestione ragionevole e moderna - conclude - non ci si può più permettere politiche attendiste e al ribasso, fatte nel chiuso delle stanze di palazzo. Occorre trasparenza oltre che una reale e non fittizia apertura al confronto con tutti i rappresentanti del territorio, in un'ottica di partecipazione reale al bene comune.”.
La replica (o meglio l'innesco della polemica, sulla decisione dell'Auri) arriva dai canali social dell’assessore regionale Thomas De Luca, che affonda sulle scelte della Giunta Tesei: “Sono stati talmente afflitti dall’idea di ampliare le discariche che lo hanno fatto per un milione di metri cubi e le hanno poi riempite di monnezza extraregionale”.
Una provocazione dura, che l'assessore supporta con i dati dell’Osservatorio Rifiuti della Regione Umbria: nel 2024 sarebbero arrivate 50mila tonnellate di rifiuti in più da altre regioni, il 25% oltre la media storica.
Secondo De Luca, l’idea dell’inceneritore è sbagliata anche nei numeri: “Per giustificarlo servirebbero almeno 400mila tonnellate all’anno, mentre ne abbiamo solo 80mila. E costa quasi 200 milioni. Non sta in piedi”. L’obiettivo dichiarato della Regione è invece portare il riciclo al 75%, oggi già al 68%, e puntare su impianti per il massimo recupero di materia.
Dietro lo scontro, due visioni radicalmente diverse. Da una parte Bandecchi, che propone un’Umbria - secondo lui - proiettata sul modello europeo, con impianti di ultima generazione, meno discariche e più autonomia energetica. Dall’altra De Luca, che considera insostenibile e inutile il termovalorizzatore, difendendo una strategia incentrata sul recupero di materia e il contenimento dei costi.
Col ribaltone all'Auri dei mesi scorsi, la gestione dei rifiuti in Umbria è diventata terreno di battaglia, e la trincea del “termovalorizzatore” si conferma uno spartiacque tra due fazioni contrapposte più che un dettaglio tecnico da inserire nel ciclo impiantistico.