Quando lo scorso 6 maggio la presidente Stefania Proietti non ha preso parte alla seduta del Consiglio regionale è scoppiato un purtiferio. In programma c'erano diverse questioni inerenti la sanità - dalla riattivazione del punto nascita dell'ospedale di Spoleto alle criticità della pediatria di quello di Foligno - ma la governatrice era a Roma a una riunione in Commissione sanità.
"Un'assenza più che giustificata" ha sostenuto Proietti, per partecipare a un impegno, quello capitolino, sopraggiunto dopo aver fissato la seduta del Consiglio regionale. Un'assenza strategica hanno accusato dall'opposizione. Fatto sta che i consiglieri di minoranza avevano abbandonato l'aula e si erano rivolti, di nuovo, al Prefetto.
Ma la complessa vicenda non si è ancora esaurita e la scia dei vari botta e risposta si protrae. Dai banchi dell'opposizione continuano a puntare il dito contro quella che, dicono, è stata una manovra ben orchestrata, tutt'altro che dettata dal caso.
I consiglieri di minoranza - Paola Agabiti (FdI), Nilo Arcudi (Tesei presidente-Umbria Civica), Enrico Melasecche Germini (Lega), Matteo Giambartolomei (FdI), Eleonora Pace (FdI), Laura Pernazza (FI), Andrea Romizi (FI), Donatella Tesei (Lega) - sono andati a rileggersi i documenti relativi allo spostamento della seduta del 6 maggio che, scrivono in una nota congiunta, "raccontano una realtà ben diversa. La seduta del Consiglio regionale, inizialmente prevista per giovedì 8 maggio, è stata anticipata al 6 maggio ore 10 per assecondare, così ci è stato riferito, l’agenda della Presidente".
L'anomalia, dichiarano, è che la presidente sembra fosse già al corrente dell'appuntamento concomitante a Roma. "Peccato - proseguono i consiglieri - che l’impegno istituzionale a Roma non solo fosse già stato formalmente comunicato alla Regione alle ore 12.54 del 30 aprile, ma addirittura gli assessori alla sanità di tutte le Regioni erano stati preavvisati il giorno precedente, 29 aprile, con una comunicazione via mail ricevuta alle ore 12.36. La convocazione del Consiglio per il 6 maggio è avvenuta solo nel pomeriggio del 30 aprile scorso, alle ore 17.30, pertanto, quando la maggioranza ha stabilito di anticipare la seduta, era perfettamente consapevole che la Presidente sarebbe stata assente in Aula".
L'anticipazione della seduta dall'8 al 6 maggio non aveva trovato d'accordo neanche i capigruppo sostengono i consiglieri. "La ricostruzione fornita successivamente dalla presidente Proietti – spiegano ancora nella nota -, secondo cui l’impegno a Roma sarebbe intervenuto dopo la convocazione del Consiglio, è una palese mistificazione dei fatti, e lo dimostrano prove concrete e ufficiali".
Proietti dal canto suo ha respinto ogni accusa, sostenendo fermamente che no, non ha mai voluto sottrarsi al confronto. Ma è proprio sulla mancanza di confronto che i consiglieri di opposizione, carte alla mano, insistono. "Con questo comportamento - proseguono - la Presidente ha deciso consapevolmente di sottrarsi al confronto in Aula su temi cruciali, come le problematiche legate al punto nascita di Spoleto. Non solo: la maggioranza ha negato al Consiglio un confronto pieno e trasparente con la Giunta, dal momento che nemmeno gli assessori presenti sono stati delegati a rispondere".
L'accusa, ben più grave, mossa a Proietti dall'opposizione è quella di aver mentito, strumentalizzando l'Assemblea. "È inaccettabile - concludono - che si pretenda di svuotare il ruolo dell’Assemblea legislativa e di ridurla a mero strumento nelle mani dell’Esecutivo, evitando il dibattito sui temi che toccano la vita quotidiana dei cittadini umbri, ed è ancora più grave che si tenti di coprire tali scelte con dichiarazioni false. Il nostro dovere è difendere la verità e la dignità delle istituzioni: lo abbiamo fatto lasciando l’Aula in segno di protesta e continueremo a farlo ogni volta che sarà necessario per impedire derive autoritarie e opache nella gestione dei lavori dell’Assemblea legislativa".