07 Oct, 2025 - 15:10

Nodo di Perugia, il centrodestra accusa: “La sinistra blocca i fondi per tenere insieme una maggioranza divisa”

Nodo di Perugia, il centrodestra accusa: “La sinistra blocca i fondi per tenere insieme una maggioranza divisa”

La scintilla è scoccata da una frase, inserita nel comunicato ufficiale della Regione Umbria dopo l’incontro con Anas (raccontato anche da Tag24 Umbria), ma sufficiente a innescare un nuovo scontro politico tra maggioranza e opposizioneLa sinistra non vuole i finanziamenti per il Nodo di Perugia per tenere in equilibrio una maggioranza eterogenea e divisa. Così antepongono la loro sopravvivenza politica al bene della comunità”.
È questo passaggio della nota dei gruppi regionali di opposizione - Lega, Tesei Presidente-Umbria Civica, Fratelli d’Italia e Forza Italia -ad aprire il fronte. Un attacco diretto, frutto di un malessere che monta da settimane e che trova ora un nuovo punto di rottura sul tema delle infrastrutture strategiche.

Nodo di Perugia, la scintilla dopo l’incontro Regione-Anas

Al centro della contesa c’è l’esito dell’incontro tra Regione Umbria e Anas, nel corso del quale l’assessore ai Trasporti Enrico De Rebotti ha illustrato le principali opere di viabilità considerate prioritarie per lo sviluppo del territorio.
Nel comunicato diffuso da Palazzo Donini, infatti, si legge: “L’assessore ai Trasporti De Rebotti ha presentato varie opere di viabilità strategiche per l’Umbria e per il suo sviluppo. Per il Nodo di Perugia l’Anas ha confermato che allo stato attuale mancano le risorse per la realizzazione, mentre per il cosiddetto Nodino esiste solo il progetto definitivo. La Regione ha constatato con Anas che per realizzare l’infrastruttura completa Nodo di Perugia occorrono, per progettazione e costruzione, finanziamenti per oltre un miliardo di euro che devono essere concessi dal ministero”.

La frase, apparentemente tecnica, è bastata a suscitare la reazione furiosa del centrodestra regionale. Gli esponenti dell’opposizione, da Enrico Melasecche a Donatella Tesei, passando per Nilo ArcudiEleonora PacePaola AgabitiMatteo GiambartolomeiLaura Pernazza e Andrea Romizi, hanno diffuso una nota congiunta per ristabilire la verità e respingere quella che definiscono una narrazione ingannevole.

“Intendiamo ristabilire con chiarezza la verità sul Nodo di Perugia - si legge nel documento - perché non è ammissibile che la maggioranza continui a prendersi gioco dei cittadini con una narrazione distorta, volta a scaricare sul Governo responsabilità che appartengono soltanto a chi oggi amministra la Regione”.

L’attacco delle opposizioni: “È la maggioranza a dire no all’opera”

L’affondo è frontale. “Lo stesso ministro Salvini, nella sua recente visita in Umbria, ha confermato l’attenzione del Governo verso il Nodo e ha chiarito che, solo a fronte di una richiesta unitaria e condivisa da parte degli enti locali, sarà possibile aprire il confronto sulle risorse necessarie ad avviare il cantiere”, spiegano gli esponenti di opposizione.
Secondo il centrodestra“la sinistra non ha alcuna intenzione di chiedere l’attivazione di finanziamenti per il Nodo, dato che al suo interno vi sono profonde e feroci divisioni che rischierebbero di far crollare una maggioranza fragile e attraversata da posizioni ideologiche inconciliabili”.

Un’accusa pesante, rilanciata punto per punto con l’indicazione di atti amministrativi che, a detta delle opposizioni, dimostrerebbero la responsabilità diretta della Regione“In Regione, Provincia e Comune la maggioranza ha bocciato la nostra mozione che impegnava la Giunta regionale ad avviare l’opera. In Comune a Perugia è stato respinto l’ordine del giorno che chiedeva di sostenere ufficialmente il Nodo. Sono decisioni scritte nero su bianco nei verbali delle assemblee, non opinioni”.

L’immagine scelta dagli oppositori è netta: “La sinistra ha scelto di dire no e oggi tenta di camuffare quella presa di posizione dietro studi e tavoli che non hanno alcuna utilità. Solo un rinvio irresponsabile”.

I progetti già in corso e i nodi irrisolti dell'infrastruttura

Sul piano tecnico, le opposizioni ricordano che “il primo stralcio Collestrada-Madonna del Piano dispone già della progettazione definitiva approvata”, mentre “per il secondo stralcio Madonna del Piano-Silvestrini, grazie al precedente governo regionale di centrodestra e civici, sono stati ottenuti 8,5 milioni di euro destinati alla progettazione, oggi in corso presso la società Sintagma”.
Resta invece da reperire il finanziamento per la progettazione del terzo e ultimo tratto, Silvestrini-Corciano.

Un punto, quest’ultimo, che per il centrodestra segna la differenza tra la continuità dei progetti ereditati e l’immobilismo attuale“Anche le pietre di Ponte San Giovanni conoscevano questa precisa situazione e i risultati conseguiti rispetto al 2019, in cui nulla era stato fatto in venti anni di inconcludenza della sinistra”, affermano i consiglieri, con una punta di polemica tutta politica ma che affonda le radici in un tema assai concreto: il rischio di perdere risorse e tempo.

Il centrodestra: “Bloccare il Nodo significa frenare l’Umbria”

Sul futuro del progetto, i numeri richiamati dal centrodestra parlano chiaro. Secondo le stime tecniche, la realizzazione del Nodo potrebbe determinare una riduzione del 20% del traffico medio giornaliero e addirittura del 44% di quello pesante, con un effetto diretto su qualità dell’aria e sicurezza stradale.
Di fronte a tali dati, l’annuncio del Comune di Perugia di voler avviare “un nuovo studio sui flussi di traffico” viene definito “un espediente dilatorio”.

Per le opposizioni, infatti, “tutti i dati sono già nella disponibilità di Anas e sono stati utilizzati per redigere la progettazione. Ripartire da zero significa soltanto perdere altri venti anni e non decidere nulla, mentre l’Umbria resta immobile e rischia di veder sfumare un’opera fondamentale per il suo futuro con le risorse che verranno acquisite dalle altre regioni”.

La conclusione della nota è lapidaria: “Questa maggioranza ha ormai dimostrato che il suo unico obiettivo è la conservazione del potere, anche a costo di bloccare lo sviluppo della regione. Continuare a negare il Nodo significa anteporre la sopravvivenza politica di una coalizione divisa al futuro di un’intera comunità”.

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Federico Zacaglioni
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