L'esame autoptico ha confermato le sensazioni dei giorni scorsi: il 13enne Riccardo Tascini è morto per annegamento. L'autopsia ha sciolto le ultime riserve sul decesso del giovane studente, durante la festa di fine anno che era sta organizzata domenica 15 giugno, a Marsciano (in località di Pieve Caina). Da verificare, però, restano le posizioni dei tre indagati.
Riccardo Tascini ha perso la vita per annegamento. Non lascia più dubbi l'autopsia effettuata nella giornata di venerdì 20 giugno. Non sarebbero emerse nemmeno tracce riferibili a un malore.
L'autopsia è stata eseguita dal professor Massimo Lancia a Perugia e alla quale ha assistito, come perito di parte, il dottor Sergio Scalise Pantuso, nominato dai familiari di Riccardo che sono assistiti dall'avvocato Francesco Blasi.
Il tredicenne è morto nel tragico pomeriggio di domenica scorsa, nel laghetto artificiale mentre si trovava per festeggiare l’anno scolastico appena terminato.
Dopo aver effettuato una veglia di preghiera nel corso di questa settimana, una volta effettuata l'autopsia, sarà possibile celebrare i funerali del 13enne. Il giorno delle esequie di Riccardo Tascini è fissato per lunedì, nella chiesa di San Barnaba a Perugia.
Nonostante l’area non fosse attrezzata né destinata alla balneazione, forse per cercare refrigerio dal caldo, come emerge dalle prime ricostruzioni, il 13enne potrebbe essersi allontanato dal gruppo e essersi immerso nel laghetto. L'ipotesi, però, è che il ragazzo non sapesse nuotare e il bagno si è trasformato in tragedia.
Amava le arti marziali e un anno fa aveva ottenuto la cintura nera di karate. Erano queste le passioni di Riccardo Tascini, il tredicenne la cui vita si è spenta nel bacino artificiale di Pieva Caina, frazione di Marsciano.
Il parroco don Nicola Allevi ha guidato una veglia di preghiera, martedì sera, presso la chiesa parrocchiale di San Barnaba. Presenti centinaia di persone riunite per il momento di raccoglimento. Il parroco ha ricordato Riccardo come un ragazzo dal grande sorriso, partecipe del coro e attivo nel gruppo post cresima.
Dopo aver ascoltato le testimonianze dei proprietari della struttura di Pieve Caina e i presenti al momento della scomparsa di Riccardo, i carabinieri di Todi hanno acquisito la documentazione relativa al lago.
Continuano comunque le indagini della Procura della Repubblica di Spoleto che sta valutando le responsabilità dei tre indagati. Riccardo Tascini, infatti, non sapeva nuotare e, probabilmente, era solo quando è annegato, visto che tutti si sono accorti della sua assenza soltanto dopo diverso tempo.
Gli indagati sono tre: la mamma di un amico di Riccardo, a cui i genitori del tredicenne, rimasti a Perugia, lo avevano affidato per la festa di fine anno con la classe; la proprietaria della struttura di Pieve Caina dove il gruppo aveva trascorso la giornata; il figlio di quest'ultima, gestore della azienda agricola con sede nella cascina e nel terreno, comprendente anche il bacino artificiale (usato di norma per motivi agricoli e per questo non balneabile).