Laura Santi si è spenta a casa sua. La giornalista perugina, malata di una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, è spirata lunedì 21 luglio fra le mura della propria casa dopo essersi auto somministrata un farmaco letale. A renderlo noto è l'Associazione Luca Coscioni di cui Laura è stata attivista e protagonista della campagana 'Eutanasia legale'. Mercoledì 23 luglio alle 17:30 presso la Casa Funeraria I.F.A. Passeri di via Gaetano Donizetti 115/A a Perugia si terrà il commiato civile.
Ecco chi è Laura Santi, la nona persona in Italia ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito e la prima in Umbria..
Laura Santi, cinquantenne perugina affetta da una avanzata forma progressiva di sclerosi multipla, si è spenta a casa sua. “Le giornate sono una tortura”, le sue parole forti di qualche mese fa in cui raccontava la sua situazione drammatica.
La giornalista perugina ha combattuto per anni, vista la sua malattia, una battaglia personale e civile per il diritto al fine vita e ha intrapreso un iter durato circa due anni attraverso richieste, pareri medici e azioni legali.
Dal principio del 2022 Laura aveva chiesto di potervi accedere. La patologia che l'aveva colpita era irreversibile e nell'ultimo anno le sue condizioni erano "peggiorate ferocemente".
Nell’autunno 2024 aveva ottenuto una prima storica vittoria: l’Usl Umbria 1 e il Comitato etico regionale avevano riconosciuto che nel suo caso sussistevano tutti e quattro i requisiti stabiliti dalla Corte costituzionale per accedere al suicidio assistito. “Felice di sentirmi veramente libera di scegliere”, commentò allora Santi, pur consapevole che si trattava solo di un passo intermedio.
Laura Santi, grazie a quel parere favorevole, divenne la prima persona in Umbria (e la nona in Italia) ad ottenere il via libera preliminare all’accesso legale al suicidio assistito.
Laura Santi ha, perciò, potuto scegliere di porre fine alle proprie sofferenze direttamente in Umbria, senza dover affrontare il viaggio della speranza in Svizzera che aveva preso in considerazione nei mesi scorsi.
E' stata libera di scegliere. Sono passati due anni dalla sua richiesta per l'accesso al suicidio assistito, oltre a due denunce, altrettante diffide, un ricorso d'urgenza e un reclamo per ottenere una risposta da parte della azienda sanitaria umbra.
Laura Santi, inoltre, a giugno 2025 ha ricevuto il Baiocco d'oro, avendo combattuto con coraggio per il diritto al suicidio assistito e la libertà di scelta sul fine vita.
Alla Sala Rossa di Palazzo dei Priori, fu la sindaca Vittoria Ferdinandi a conferire il Baiocco d’Oro, massima onorificenza cittadina, a Laura Santi.
Laura Santi, tra i ringraziamenti, ricevendo il riconoscimento, aveva mostrato la sua umiltà: “Io non ho fatto niente per questo il Baiocco d’oro, che dovrebbe essere collettivo, oggi lo meriterebbero in tanti”.
Nel suo ringraziamento, Laura ha voluto condividere simbolicamente l’onorificenza con chi le è stato vicino nel cammino: “in primis mio marito Stefano (un eroe civile ma un fantasma per lo Stato), senza il quale io fisicamente non sarei qui con voi; e poi gli amici dell’Associazione Luca Coscioni che mi hanno indotta a rendere pubblica la mia battaglia; ed infine tutti voi per il sostegno e l’amore che mi avete dedicato”.
Tante le parole in ricordo di Laura Santi, dopo la sua morte. "La giornalista - riporta una nota dell'associazione Luca Coscioni - aveva avuto il via libera dalla sua ASL di riferimento il mese scorso dopo due anni e mezzo dalla sua richiesta per l’accesso al suicidio assistito e un lungo percorso giudiziario. Il farmaco e la strumentazione necessaria sono stati forniti dall’azienda sanitaria, mentre il personale medico e infermieristico che l’ha assistita nella procedura è stato attivato su base volontaria".