22 Jul, 2025 - 09:52

Fine vita. Laura Santi è morta con il suicidio assistito in casa sua

Fine vita. Laura Santi è morta con il suicidio assistito in casa sua

Laura Santi è morta. La giornalista perugina malata di una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, si è spenta lunedì 21 luglio fra le mura della propria casa di Perugia dopo essersi auto somministrata un farmaco letale. A renderlo noto è l'Associazione Luca Coscioni di cui Laura è stata attivista, consigliera e protagonista della campagana 'Eutanasia legale'. 

Accanto a lei, il marito Stefano che l'ha sempre sostenuta durante le lunghe e sfiancanti battaglie giudiziarie. "Dopo anni di progressione di malattia e dopo l'ultimo anno di peggioramento feroce delle sue condizioni, le sue sofferenze erano diventate per lei intollerabili" queste le sue parole.

Laura, è morta all'età di cinquant'anni. È stata la nona persona in Italia ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito e la prima in Umbria.

Laura Santi, simbolo della libertà di scelta

Laura è diventata negli anni il simbolo della lotta per ottenere la libertà di scelta sul fine vita. Il suicidio medicalmente assisitito è un tema in Italia molto dibattuto sul quale la legge presenta una serie di lacune e zone d'ombra. 

Dal principio del 2022 Laura aveva chiesto di potervi accedere. La patologia che l'aveva colpita era irreversibile e senza possibilità di miglioramento. Nell'ultimo anno le sue condizioni, come ha ricordato il marito Stefano, erano "peggiorate ferocemente" e Laura era ormai gravemente tetraplegica.

"La giornalista - riporta una nota dell'associazione Luca Coscioni - aveva avuto il via libera dalla sua ASL di riferimento il mese scorso dopo due anni e mezzo dalla sua richiesta per l’accesso al suicidio assistito e un lungo percorso giudiziario. Il farmaco e la strumentazione necessaria sono stati forniti dall’azienda sanitaria, mentre il personale medico e infermieristico che l’ha assistita nella procedura è stato attivato su base volontaria".

L'autorizzazione, inviata via e-mail da parte dell'Asl, era arrivata al principio di giugno. Qui veniva esplicitato il protocollo sanitario da seguire che prevedeva che sarebbe stata Laura stessa, in modo autonomo, a compiere il suicidio medicalmente assistito, come è avvenuto.

La lettera di saluto: "Ricordatemi come una donna che ha amato la vita"

"Quando leggerete queste righe io non ci sarò più, perché avrò deciso di smettere di soffrire" così ha scritto Laura nella sua ultima lettera. Una lettera di saluto in cui ha chiesto uno sforzo di comprensione, ai suoi cari e chi l'ha amata e stimata. Il percorso che l'ha condotta ad ottenere il via libera è stato faticosissimo e tutto in salita. Le sue ultime parole sono colme di compassione per sé stessa e per chi le è stato accanto.

La donna ha specificato che nel momento in cui ha scelto di compiere il suicidio medicalmente assisitio, ha scelto anche la massima discrezione, volendo evitare di aggiungere "lutto a lutto anticipato, dolore al dolore, resistenze, lacrime reazioni e attaccamento". 

"Intendetemi: io penso che qualsiasi vita resti degna di essere vissuta anche nelle condizioni più estreme. Ma siamo noi e solo noi a dover scegliere". Gli ultimi pensieri di Laura sono andati alla sua famiglia, alle amiche e agli amici e a tutti coloro che in un modo o nell'altro l'hanno sostenuta, a partire dall'Associazione Luca Coscioni.

Nell'ultimo paragrafo c'è un monito. "Il disegno di legge che sta portando avanti la maggioranza è un colpo di mano che annullerebbe tutti i diritti. Pretendete invece una buona legge, che rispetti i malati e i loro bisogni. Esercitate il vostro spirito critico, fate pressione, organizzatevi e non restate a guardare, ma attivatevi, perché potrebbe un giorno riguardare anche voi o i vostri cari".

"Ricordatemi come una donna che ha amato la vita".

Le esequie

Mercoledì 23 luglio alle 17:30 presso la Casa Funeraria I.F.A. Passeri di via Gaetano Donizetti 115/A a Perugia si terrà il commiato civile di Laura Santi.

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Sara Costanzi
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