Si è chiusa con il tradizionale concerto in Piazza Duomo la 68esima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Domenica 13 luglio con la Quinta Sinfonia di Mahler per la direzione Iván Fischer con la Budapest Festival Orchestra, è calato il sipario su un trionfo assoluto.
"Il successo del Festival - scrivono dall'organizzazione - si deve all’apprezzamento della proposta artistica che ha fatto della pluralità dei linguaggi dell’arte, della sperimentazione e dell’apertura verso il nuovo la cifra distintiva di una direzione capace di intercettare le istanze del contemporaneo e di dialogare con un pubblico eterogeneo e curioso. Ma un ruolo significativo ha avuto anche la macchina organizzativa, che ha raggiunto in questi anni nuovi standard di gestione in tutti i settori garantendo risultati economici positivi, destinando crescenti risorse alla produzione artistica, migliorando l’esperienza degli spettatori e consolidando l’immagine e la reputazione del Festival sia sul territorio che a livello nazionale e internazionale".
Nel 2025 sono stati 31mila i biglietti emessi per un incasso record da 925mila euro, con un incremento del 17% rispetto al 2024. 67 gli spettacoli in calendario nei 17 giorni del Festival, dal 27 giugno al 13 luglio, per un totale di 106 rappresentazioni.
Ricchissimo il cartellone tra opera, danza, teatro musicale, musica, progetti speciali, incontri, teatro, perfomance e arte con anteprime mondiali, esclusive italiane, nuove produzioni del Festival di Spoleto e grandi ospiti. Gli appuntamenti sono andati quasi tutti sold out facendo registrare una media di occupazione di oltre il 90% Più di 784 artisti da 53 compagnie che hanno animato la città durante la kermesse che ha impegnato uno staff di 280 persone, tra personale assunto e collaboratori, tecnici e di sala.
Spoleto 68 segna anche la fine del quinquennio a guida Monique Veaute che nel 2021 ha preso il timone dopo la lunga stagione con la direzione artistica di Giorgio Ferrara. Dalla prossima edizione il testimone passerà a Daniele Cipriani, il cui nome era stato ufficializzato a marzo scorso da parte del Ministero della Cultura.
Un'organizzazione imponente che, ancora una volta, ha funzionato alla perfezione. "Non sono mai stata delusa da nessuno" ha dichiarato Veaute in proposito durante la conferenza stampa di chiusura, ringraziando e salutando quanti hanno contribuito alla riuscita di Spoleto68.
Un Festival che, ha sottolineato Veaute, ha sempre proposto "progetti artistici con contenuti di politica culturale forte. Abbiamo affrontato tematiche come quella del femminicidio, della violenza nei rapporti fra uomini e donne e del colonialismo. Un festival è un gesto artistico che fa passare un messaggio ma in modo artistico".
Teatro Menotti da tutto esaurito dall'inaugurazione con 'Hadrian' di Rufus Wainwright a 'The Great Yes, The Great No' di William Kentridge. Piazza Duomo si è confermata l'epicentro del Festival con appuntamenti di grande richiamo come il concerto di Rufus Wainwright, la performance della regina del sitar Anoushka Shankar e il trio Baricco, Bollani e Rava con 'Novecento: il duello', evento trasmesso anche in diretta su Rai 5 con ottimi riscontri di share.
La danza è stata la grande protagonista al Teatro Romano con spettacoli che hanno visto la costante presenza di circa mille spettatori per ogni serata. Partecipatissimi anche i 15 Concerti di Mezzogiorno seguiti da oltre 3.700 persone. Grande apprezzamento hanno riscosso gli spettacoli di prosa che quest’anno hanno visto alcuni tra i nomi più noti del teatro italiano tra cui Luca Marinelli con una data in più aggiunta in corsa.
A fare da fil rouge alla 68esima edizione è stata l'opera di Gustav Mahler che ne ha rappresentato anche l'epilogo con il concerto conclusivo, tra gli eventi più sentiti dell'intera manifestazione, sold out da settimane.