Venerdì 24 ottobre sapremo se Perugia diventerà 'Capitale italiana del libro' nel 2026. La proclamazione da parte del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, avverrà alle ore 11.30 a Roma, nella Sala della Crociera del Collegio Romano, sede del Mic, alla presenza della Giuria di esperti e dei rappresentanti dei Comuni finalisti.
A presentare la candidatura per diventare Capitale del libro sono stati 11 Comuni italiani tra i quali la Giuria ha selezionati i 5 che hanno avuto accesso alle finali. Alla metà di settembre si sono svolte a Roma le audizioni pubbliche con i rappresentati delle città candidate che hanno approfondito gli aspetti legati al dossier progettuale.
Oltre a Perugia, in finale ci sono altre quattro città. Si tratta di Carmagnola (Torino) con il progetto 'Identità, libri e territorio', Pistoia con 'Pistoia: l'avventura del leggere, il coraggio di costruire il futuro'; Nardò (Lecce) con 'Nardò Capitale della Lettura Rigenerativa: Territori, Comunità, Futuro e Tito (Potenza) con 'Una lettura che rigenera. Tito 2026, tra identità, diversità, comunità e futuro'.
A fare da filo conduttore nella proposta perugina è l'acqua che scorre proprio come la lettura di un buon libro. L'acqua è l'elemento che nel capoluogo caratterizza alcuni luoghi simbolo come la fontana Maggiore, l'acquedotto, il Pozzo Etrusco e il fiume Tevere. E l'acqua come sorgente della vita è ciò che caratterizza il progetto perugino che estende lo stesso principio anche ai libri: "strumenti" che salvano e che meritano a loro volta di essere salvati - dal macero, dall'incuria, dall'abbandono e dall'oblio.
Perugia dalla sua ha molti assi nella manica. Non solo è sede di due università, ma è anche l'epicentro di molteplici kermesse culturali di spessore - da Umbria Jazz all'Umbria che Spacca, dalla Sagra musicale umbra al festival 'Questa è acqua' - che, già coinvolti nel progetto, farebbero da cassa di risonanza per tutti gli eventi in caso di vittoria. Non solo: l'Umbria nel 2026 diventerà anche l'epicentro delle celebrazioni per il centenario dalla nascita di Dario Fo, Premio Nobel per la Letteratura nel 1997. Un'occasione in cui se fosse Perugia a vincere titolo e fondi, si creerebbe un potente circolo virtuoso di valorizzazione reciproca.
Al Comune vincitore sarà assegnato un contributo di mezzo milione di euro per realizzare quanto proposto all'interno del programma culturale presentato nel dossier di candidatura. Dopo la proclamazione, il titolo di Capitale italiana del libro sarà formalmente conferito dal Consiglio dei ministri, con una apposita delibera.
L’iniziativa è promossa dal Ministero della Cultura allo scopo di incoraggiare la lettura e promuovere la filiera del libro e dell’editoria, anche al fine di rafforzare la coesione e l’inclusione sociali e la partecipazione pubblica.
Attualmente, fino alla fine del 2025, la Capitale italiana del libro è Subiaco, piccolo Comune di poco più di 8mila abitanti nel Lazio. Negli anni precedenti a guadagnarsi il titolo sono state Chiari nel 2020, Vibo Valentia nel 2021, Ivrea nel 2022, Genova nel 2023 e Taurianova nel 2024.
La candidatura di Perugia a 'Capitale italiana del libro' si inserisce in un vivace panorama regionale dove già altre città si sono proposte per titoli nazionali. Da poco anche Foligno e Spoleto sono giunte in finale per il titolo di 'Capitale italiana dell'arte contemporanea' per il 2027. La vittoria alla fine è andato ad Alba in Piemonte, ma le due città umbre intendono comunque proseguire nella loro alleanza artistica che l'esperienza della candidatura ha contribuito a rinsaldare. L'anno scorso, per lo stesso titolo valevole per il 2026, c'era invece stata Todi in finale.