23 Oct, 2025 - 12:12

Bandecchi replica a Verini: "L'invidia è una bruttissima bestia". Oggi la risposta di Piantedosi al question time in Senato

Bandecchi replica a Verini: "L'invidia è una bruttissima bestia". Oggi la risposta di Piantedosi al question time in Senato

Stefano Bandecchi torna all’attacco e lo fa scegliendo il registro polemico che lo contraddistingue nel dibattito nazionale. In attesa del question time in Senato in cui il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi risponderà a un’interrogazione del Partito Democratico sulla “agibilità democratica” di Terni, il primo cittadino ribalta l’accusa e la trasforma in un attacco frontale alle altre forze politiche: "Io credo che quando un partito politico arriva a poter dire certe cose di un altro leader politico, siamo arrivati alla frutta. La democrazia ormai è finita".

Bandecchi vs Verini e il messaggio al Viminale

Nel suo video-messaggio Stefano Bandecchi individua un bersaglio preciso: Walter Verini, senatore Pd e primo firmatario dell’atto parlamentare. "Allora, l’onorevole Verini, il primo firmatario della richiesta al ministro Piantedosi di far dimettere Bandecchi da sindaco di Terni", esordisce mettendo le carte in chiaro prima ancora della risposta del Viminale. "Il PD oggi presenterà questa domanda e Piantedosi risponderà. Io non so cosa risponderà e, sinceramente, ciò che risponderà mi farà semplicemente o sorridere oppure preoccupare. Per tutta l’Italia".

Il tono è come sempre provocatorio e spavaldo, il lessico diretto e l'attitudine da leader d’opposizione anche se siede a Palazzo Spada: l’ennesimo capitolo di una comunicazione che punta a polarizzare e a compattare il suo fronte.

Il contesto: perché il caso Terni arriva in Senato 

Oggi pomeriggio è fissato in Senato il question time – in diretta tv – con l’intervento del ministro Piantedosi. A illustrare l’interrogazione Dem sarà la senatrice D’Elia, mentre la replica, dopo la risposta del Viminale, toccherà proprio a Verini. L’atto richiama una sequenza di episodi: proteste in piazza, consigli comunali e provinciali disertati trasversalmente da centrodestra e centrosinistra, denunce pubbliche su "atteggiamenti scomposti, offensivi, oltraggiosi e non conformi ai ruoli istituzionali".

È il punto di caduta di una conflittualità che accompagna Bandecchi sin dall’elezione: dagli scontri verbali con singoli cittadini alle polemiche con categorie professionali, fino al richiamo istituzionale della Prefettura. Il Parlamento chiede al Governo se a Terni la dialettica politica sia ancora garantita o se servano iniziative straordinarie.

La contro-narrazione del sindaco: ricchezza contro “miseria”

La risposta del sindaco costruisce una contro-narrazione netta: lui come simbolo della “politica che fa”, l’opposizione – e una parte del centrodestra – come freno allo sviluppo. "Per me le cose vanno fatte, si deve produrre ricchezza, mentre per il PD la miseria è uno stile di vita, come per una parte anche del cosiddetto Centro Destra", afferma.

E sul fronte internazionale, per respingere accuse di estremismo, chiarisce: "Io non tifo per Hamas, non me ne può fregà de meno e secondo me Hamas dovrebbe depositare le proprie armi". Il messaggio è calibrato per superare la cornice dell’“uomo divisivo” e presentarsi come amministratore pragmatico ostacolato dai “professionisti del no”.

Attacchi frontali e la linea sottile tra invettiva e istituzioni

Bandecchi non edulcora i toni neppure quando evoca la magistratura, accusando i partiti di chiamarla in campo per supplire alla politica: "La politica porta in campo la magistratura, poi i politici non dovrebbero lamentarsi che la magistratura si occupa di politica". Poi l'affondo: "Cari politici del PD, dei Cinque Stelle, di Verdi Sinistra non capite talmente un ca**o che senza magistratura non andate da nessuna parte".

E rivendica la scelta di fare nomi e cognomi sui dossier che, a suo dire, bloccano Terni: "Io dico soltanto che delle persone sono infami quando politicamente non vogliono la crescita di una città". Una postura che galvanizza i sostenitori ma tiene alta la tensione civica, con il rischio che la contesa travalichi i confini del confronto istituzionale.

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Giorgia Sdei
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