Dopo la manifestazione Propal di ieri Terni è tornata in piazza. Circa mille persone hanno sfilato lungo corso Tacito per chiedere le dimissioni del sindaco Stefano Bandecchi, in una manifestazione promossa da PD, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e CGIL, con l’adesione di numerose associazioni civiche. Il corteo, aperto da striscioni e cartelli colorati, ha preso forma da piazza della Repubblica, attraversando il centro fino a piazza Tacito, dove si sono susseguiti gli interventi dei rappresentanti politici e sindacali.
A scandire la marcia, una colonna sonora diventata virale: la canzone “Bandecchi tu non c’azzecchi”, un brano ska ironico e tagliente composto dal gruppo ternano Strong Words, divenuto in poche ore la colonna sonora della protesta. I manifestanti hanno intonato il ritornello tra cori, applausi e slogan, in un clima di partecipazione e critica aperta verso il primo cittadino, dopo le sue recenti dichiarazioni su Gaza, considerate dai manifestanti divisive e offensive. Nel mirino le sue parole su Palestina e Gaza, ma anche "gli insulti, le minacce rivolte a politici, cittadini, giornalisti" e gli "atteggiamenti misogini". Motivi esposti anche al prefetto di Terni.
In piazza si sono alternati gli interventi di Daniele Pica del Movimento 5 Stelle, Valentina Persichetti segretaria comunale di Sinistra Italiana, Lorenzo Carletti per Rifondazione Comunista, Francesca Arca di Europa Verde, Cosmina Ioan del Partito Democratico e infine Giuseppe Chianella del Partito Socialista Italiano.
La manifestazione è stata sostenuta anche da realtà associative come Civiltà Laica, Terni Donne, Arci, Esedomani, CGIL, Vas, Comitato Uomini Contro la Violenza sulle Donne, Jonas Club e Una Regione per Restare. Una delegazione dei promotori ha poi incontrato il prefetto Antonietta Orlando, per esporre le motivazioni dell’iniziativa e chiedere maggiore attenzione istituzionale sul clima politico cittadino.
Dal palco, parole nette e toni decisi. “Oggi Terni vuole dire basta al clima di odio e di intolleranza che si sta diffondendo”, hanno detto i relatori dal palco. “È necessario ribadire l’importanza di difendere i valori democratici e il rispetto istituzionale, contro ogni forma di violenza verbale e politica. Quella stessa violenza che il sindaco Bandecchi brandisce come arma politica e di intimidazione verso i cittadini. La città non merita di essere amministrata da un sindaco come Bandecchi la cui unica cosa da fare, se gli fosse rimasto un briciolo di dignità, sarebbe dimettersi”.
Tra la folla si sono visti numerosi esponenti politici regionali e locali: i consiglieri regionali Francesco Filipponi e Maria Grazia Proietti del Partito Democratico, Fabrizio Ricci di AVS e Luca Simonetti dei 5 Stelle. Presenti anche i sindaci di Narni e Arrone, Lorenzo Lucarelli e Fabio Di Gioia, oltre ai consiglieri comunali del PD, con in prima fila Pierluigi Spinelli, e alla consigliera provinciale del gruppo misto Cinzia Fabrizi, che pur non appartenendo alla sinistra ha voluto partecipare all’iniziativa.
Gli striscioni - “Terni è migliore di chi la governa”, “Bandecchi vattene”, “Qui non si mette paura a nessuno” - hanno colorato il centro cittadino, tra bandiere e tamburi. Un fiume di persone ha attraversato pacificamente il cuore della città, scandendo parole d’ordine che hanno richiamato alla difesa della democrazia, del rispetto istituzionale e della libertà di espressione. Il corteo si è sciolto intorno a mezzogiorno, dopo oltre un’ora di interventi. In chiusura, gli organizzatori hanno ribadito la volontà di mantenere alta la mobilitazione nelle prossime settimane, annunciando nuove iniziative “finché non cambierà il clima politico e amministrativo della città”.
La giornata, pur segnata da una forte carica simbolica, si è svolta senza incidenti. Le forze dell’ordine hanno presidiato con discrezione il percorso del corteo.
La manifestazione non ha impressionato il primo cittadino che l'ha addirittura annunciata con un post su Instagram, polemico e tagliente come nel suo stile. "Solo gli imbecilli agiscono così. Io torno Martedì".