Dopo la scrittura e la serie, Amanda Knox torna nuovamente a far parlare di sè. La cittadina americana inizialmente accusata, insieme all'allora fidanzato Raffaele Sollecito, del brutale omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, ora invita i suoi follower a unirsi a lei per un corso introduttivo di meditazione. L'appello lanciato proprio in questi giorni dal suo canale Instagram.
Il 2025 è stato un anno intenso per Knox che l'ha vista prima in veste di autrice della sua nuova autobiografia e poi nei panni di produttrice - insieme, tra gli altri, a Monica Lewinky - della miniserie sul caso di Perugia. Nel mezzo, oltre al putiferio e alle polemiche che la serie - girata in parte anche in Umbria e nella stessa Perugia - ha portato con sé, c'è stata anche la condanna definitiva per calunnia ai danni di Patrick Lumumba tirato in ballo da Knox e che, per due settimane, finì anche in carcere.
Ora Knox si dice pronta a condividere con amici e follower un nuovo capitolo, di tutt'altra portata, del suo percorso di vita. "Impegnarsi è sempre più facile con gli amici. Ecco perché vi invito a unirvi a me il primo gennaio per iniziare un corso introduttivo di meditazione di 28 giorni" scrive sui social la donna ripercorrendo il suo incontro con la pratica meditativa. "Una scelta che ho fatto cinque anni fa ha dato enormi frutti: ho iniziato a meditare regolarmente. È una scelta - spiega - cui devo continuamente riaffermarmi. E l'impegno è sempre più semplice con gli amici. Ecco perché ti invito a unirti a me per iniziare un corso introduttivo di meditazione". Poi spiega il programma: "Ogni giorno ascolteremo insieme una breve lezione sulla teoria, faremo una meditazione guidata di circa 10 minuti, e poi discuteremo insieme per altri venti minuti".
"La meditazione - ricorda Knox - non è qualcosa che mi sia sempre venuta naturale. In prigione, ho letto tantissimo, ascoltato molta musica e scritto letteralmente centinaia di lettere alla mia famiglia e agli amici. Ma raramente mi sedevo e cercavo semplicemente di osservare la natura della mia mente. Alcuni anni dopo la prigione mi sono iscritta a un ritiro di meditazione silenziosa di 10 giorni". Il riferimento è al periodo trascorso in prigione perché accusata dell'efferato omicidio di Meredith Kercher, sua coinquilina nell'appartamento di via della Pergola, prima di essere scarcerata e definitivamente assolta.
Knox venne sottoposta a carcerazione preventiva per circa quattro anni, dal 2007 al 2011 quando venne assolta in Appello dall'accusa di omicidio, sentenza poi confermata anche in Cassazione nel 2015. Assolto anche Sollecito mentre l'unico condannato è stato Rudy Guede che attualmente è finito nuovamente a processo con l'accusa di violenza sessuale contro l'ex fidanzata.
L'enorme eco internazionale che ebbero i fatti di Perugia ha portato i protagonisti di quella drammatica vicenda a guadagnare una visibilità enorme. Una sovraesposizione mediatica da cui Amanda Knox, nonostante siano trascorsi quasi vent'anni da quei tragici fatti, non si è mai tirata indietro dichiarando sempre, così come anche Sollecito, la propria completa estranietà al delitto.
Gli strascichi giudiziari si sono allungati fino all'estate di quest'anno quando Knox è stata condannata in Cassazione per aver calunniato Patrick Lumumba che all'epoca dei fatti gestiva un pub a Perugia dove lei lavorava saltuariamente. Nel caos che seguì all'omicidio di Meredith Kercher, Knox fece inizialmente il nome del barista congolose. Incarcerato e poi scagionato, appena qualche giorno fa in libreria è uscito anche il suo libro dal titolo 'Arresto per analogia', scritto insieme al giornalista Alessandro Righi e pubblicato dall'editore perugino Morlacchi.