Patrick Lumumba a novembre 2007 gestiva il pub 'Le Chic' nel centro di Perugia. Qui lavorava saltuariamente Amanda Knox, la cittadina americana all'epoca studentessa in Erasmus, prima accusata e poi prosciolta per l'omicidio della coinquilina britannica Meredith Kercher. Un delitto brutale che scosse Perugia e il mondo intero di cui inizialmente venne accusato anche lo stesso Lumumba.
Nella confusione e nello shock che seguirono il delitto, Amanda Knox fece il nome del barista congolese che finì in carcere per due settimane. Lumumba dalla sua aveva però un alibi solido che confermava la sua presenza nel bar mentre veniva commesso l'omicidio. Fu prosciolto per totale estranietà ai fatti e denunciò Knox per calunnia: quest'anno, a maggio, la donna è stata definitivamente condannata in Cassazione.
L'uomo in più occasioni, anche per tramite dei suoi legali, è tornato sulla travagliata vicenda rivendicando giustizia e anche il risarcimento che Knox gli deve. Da pochissimo, insieme al giornalista Alessandro Righi, ha scritto un libro in cui racconta quella complessa esperienza. 'Arresto per analogia' è questo il titolo del volume di 228 pagine pubblicato da Morlacchi editore nella collana Voci del presente.
Anche nel diritto penale italiano vige il divieto di analogia. In altre parole non si può applicare una norma se non nei casi espressamente previsti dalla legge; è cioè vietata l'estensione ai casi che presentano analogie con la situazione disciplinata dalla norma stessa.
Il titolo 'Arresto per analogia' insomma la dice lunga sui contenuti del libro di Lumumba. Il racconto prende le mosse dal ritrovamento dei due telefoni cellulari abbandonati nel giardino di una donna che, allertate le forze dell'ordine, portò a scoprire l'omicidio della studentessa inglese avvenuto in via della Pergola a Perugia nella notte del primo novembre 2007. Le indagini della polizia, come è noto, portarono all'arresto di Amanda Knox e del fidanzato Raffaele Sollecito, poi definitivamente assolti per un omicidio al quale si sono sempre dichiarati estranei.
Tra gli arrestati c'era anche Lumumba di cui Knox fece il nome e che, come riporta il libro, venne arrestato "presso la sua abitazione davanti agli occhi della compagna e del figlio di poco più di un anno". Uscì di cella dopo 14 giorni, scagionato dalla testimonianza di un docente svizzero che provò di essere stato con Lumumba nel suo locale mentre la studentessa veniva uccisa.
Per l'omicidio di Meredith è stato condannato in via definitiva l'ivoriano Rudy Guede che attualmente è finito nuovamente a processo con l'accusa di violenza sessuale contro l'ex fidanzata. Nonostante sia stata scagionata dall'accusa di omicidio, negli anni intorno ad Amanda Knox le cronache e gli scandali sono sempre andati di pari passo. L'americana è diventata un personaggio mediatico tra comparse in tv - spesso anche in Italia -, interviste, impegno civile e gli strascichi della sua lunga vicenda giudiziaria.
Da poco Knox ha prodotto anche una miniserie in cui ripercorre dal suo punto di vista i fatti di Perugia. Girata in parte Umbria e nella stessa Perugia -'The Twisted Tale of Amanda Knox' - è uscita ad agosto anche in Italia su Disney+, la trama è ispirata al memoir 'Waiting to be Heard' del 2013 e, va da sé, ha fatto scalpore fin dai primissimi annunci, anche perché tra i produttori figura una certa Monica Lewinsky.
Lumumba quando è uscita la serie commentò laconico con l'Ansa regionale riferendosi a Knox: "Lei ha trovato l’America in Italia, l’Italia le ha dato tutto. Rispetti le sue istituzioni". Un rispetto sempre invocato anche da parte dei familiari di Meredith Kercher.