01 Sep, 2025 - 18:00

Umbria contro l’usura: la Regione investe 150mila euro per rafforzare la prevenzione

Umbria contro l’usura: la Regione investe 150mila euro per rafforzare la prevenzione

Un segnale forte per contrastare il fenomeno dell’usura e tutelare famiglie, imprese e cittadini vulnerabili. La Regione Umbria ha stanziato 150mila euro a favore della Fondazione per la prevenzione dell’usura, confermando una strategia che intreccia sostegno economico, coesione sociale e promozione della legalità. Tale misura si inserisce in un contesto in cui l'inflazione e la difficoltà di accesso al credito sono sempre più alte, e dove il rischio di cadere nelle mani degli usurai è più concreto che mai.

Una risposta politica a un’emergenza sociale

L’intervento della Giunta regionale non si limita a un contributo finanziario, ma rappresenta una presa di posizione chiara: l’usura non è soltanto un reato, ma un attacco diretto alla dignità delle persone e alla tenuta del tessuto sociale. In una fase storica in cui molte famiglie umbre faticano a far fronte a bollette, mutui e spese impreviste, il sostegno alla Fondazione diventa una forma di protezione preventiva contro la spirale dell’indebitamento illegale.

La presidente Stefania Proietti ha commentato: “La Regione Umbria crede profondamente nell’impegno della Fondazione contro l’usura e il sovraindebitamento. Con questo contributo vogliamo rafforzare la rete di protezione intorno ai cittadini più deboli, perché nessuno debba sentirsi solo di fronte a problemi finanziari che, se non affrontati in tempo, possono diventare un dramma sociale”. Parole che evidenziano come il provvedimento abbia anche una forte valenza etica oltre che economica.

La Fondazione come presidio di legalità e sostegno concreto

La Fondazione Umbria per la prevenzione dell’usura, attiva da anni sul territorio, è un punto di riferimento per chi rischia di essere escluso dal circuito bancario legale. Attraverso convenzioni con gli istituti di credito, l’ente può offrire garanzie fideiussorie a favore di chi denuncia i propri usurai o si trova in condizioni di vulnerabilità finanziaria. Questo meccanismo permette di ridare accesso a strumenti di credito regolari a chi, altrimenti, resterebbe intrappolato nel circuito illegale.

Oltre al supporto economico, la Fondazione fornisce assistenza legale e morale, accompagnando i beneficiari in percorsi di ricostruzione della propria stabilità finanziaria. Una rete che non si limita a “riparare” le emergenze, ma cerca di ricostruire fiducia e prospettive di futuro.

Prevenzione ed educazione finanziaria come armi decisive

Accanto agli interventi diretti, la Fondazione ha sviluppato negli ultimi anni una solida attività educativa. L’obiettivo è ridurre i rischi alla radice, offrendo strumenti culturali e conoscenze pratiche che aiutino famiglie e giovani a gestire il denaro con maggiore consapevolezza. Progetti nelle scuole, laboratori di educazione finanziaria e campagne di sensibilizzazione hanno permesso di diffondere nozioni fondamentali su risparmio, credito e rischi dell’indebitamento.

La stessa Proietti ha ribadito: “L’usura è una ferita che mina la libertà e la dignità delle persone, la sua prevenzione deve restare una priorità istituzionale e morale”. Una dichiarazione che richiama l’importanza di investire non solo in strumenti di contrasto, ma anche nella costruzione di una cultura diffusa di responsabilità economica.

Un investimento in sicurezza e coesione

I 150mila euro destinati alla Fondazione assumono così un valore che va oltre la cifra. Si tratta di un investimento nella sicurezza delle comunità umbre e nella coesione sociale. L’usura prospera nel silenzio, approfitta della solitudine delle vittime e mette a rischio l’intero tessuto produttivo. Intervenire significa non solo aiutare chi è in difficoltà, ma rafforzare la fiducia collettiva nelle istituzioni e nel credito legale.

Per questo la Regione punta a un approccio integrato, che coinvolga istituzioni, associazioni e banche. La lotta all’usura, infatti, non può essere affidata a un singolo attore, ma richiede una rete coesa e stabile. La scelta della Giunta regionale segna quindi una direzione chiara: trasformare la prevenzione in politica strutturale, rendendo l’Umbria un laboratorio di buone pratiche contro un fenomeno che colpisce in silenzio ma che lascia segni profondi nella società.

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Giorgia Sdei
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