24 Apr, 2025 - 14:30

Umbria, Sarah Bistocchi sul 25 aprile “sobrio”: “Non è una festa, ma il ricordo di chi ha sacrificato la vita per la libertà di tutti”

Umbria, Sarah Bistocchi sul 25 aprile “sobrio”: “Non è una festa, ma il ricordo di chi ha sacrificato la vita per la libertà di tutti”

In un'Umbria scossa da un clima politico sempre più polarizzato, le celebrazioni per l'80° anniversario della Liberazione italiana dal Nazifascismo si svolgono (o si dovrebbero svolgere) sotto il segno della sobrietà, ma anche della polemica. La presidente dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Sarah Bistocchi, ha preso posizione con parole nette e sull'invito alla sobrietà di Nello Musumeci dice: “Il 25 aprile non si tratta di celebrare in modo più o meno sobrio, perché non è una festa. Si tratta di ricordare chi ha sacrificato la propria vita per la libertà di tutte e di tutti, e per un’Italia migliore". Un monito che arriva in un contesto in cui il significato storico e civile della data sembra rischiare di essere relegato a secondo piano, soprattutto a fronte delle scelte operate in città come Foligno, dove molte iniziative sono state annullate.

La riflessione di Bistocchi si inserisce in una cornice più ampia: “Il 25 aprile non deve essere un anniversario immobile fatto di parole e di retorica; non basta il ricordo e la memoria, serve esempio e impegno per il futuro". La sua posizione richiama il senso profondo della Resistenza, non come evento storico cristallizzato, ma come forza viva, che interpella il presente e le sue derive: “I principi democratici, progressisti e riformisti, insieme ai valori della libertà e dell’antifascismo, non sono eterni, ma vanno difesi ogni giorno”.

Foligno, la cerimonia mutilata che divide la politica

A Foligno, le celebrazioni sono state drasticamente ridotte a seguito della proclamazione del lutto nazionale per la morte del Pontefice. Il Comune ha scelto di annullare gran parte del programma previsto: niente visita al cimitero di guerra, niente esibizioni musicali, nessun intervento istituzionale. Rimangono soltanto le corone di fiori ai monumenti ai caduti. Una scelta che ha provocato reazioni critiche da parte dell’opposizione. La deputata del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli e il consigliere comunale David Fantauzzi hanno parlato di una "scelta che rischia di compromettere il doveroso omaggio alla memoria della Resistenza e ai valori fondativi della nostra Repubblica".

Le critiche puntano a una questione sostanziale: può il lutto, per quanto solenne, oscurare una delle date più cruciali della storia repubblicana? Per Pavanelli e Fantauzzi, la risposta è no: “Il 25 aprile non è una ricorrenza 'di parte', ma patrimonio comune di chi crede nella libertà, nella giustizia e nella Costituzione". Il timore espresso da molti è che dietro alla sobrietà imposta si celi una forma di disimpegno o, peggio, una volontà di ridimensionare il significato stesso della Liberazione.

Liberazione, il governo e l'appello alla "sobrietà"

Il governo ha invitato ufficialmente a celebrare il 25 aprile "con sobrietà", come ha dichiarato il ministro Nello Musumeci. Un'indicazione che, sebbene comprensibile alla luce del lutto per la morte del Papa, si presta a letture più ambigue nel contesto politico attuale. La premier Giorgia Meloni, pur confermando la sua presenza all'Altare della Patria, continua a evitare nei suoi discorsi il riferimento esplicito all'antifascismo, sollevando dubbi sulla reale volontà dell'esecutivo di abbracciare pienamente lo spirito del 25 aprile.

In Umbria, regione simbolicamente centrale nella geografia resistenziale del Paese, il dibattito si fa ancora più acceso. La memoria della Resistenza non può essere depotenziata in nome della prudenza istituzionale, né tantomeno trasformata in un rito formale. Come ha ricordato Sarah Bistocchi, “Impariamo dal coraggio e dallo spirito dei Partigiani a non soffiare sul fuoco dell'indifferenza, ma al contrario a spegnerlo: non voltiamoci dall'altra parte di fronte alle ingiustizie".

In un'epoca in cui il significato della storia rischia di essere diluito o strumentalizzato, l'Umbria dovrebbe essere il baluardo di una memoria attiva: non basta commemorare la libertà, occorre esercitarla e proteggerla quotidianamente, con consapevolezza e coraggio.

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Giorgia Sdei
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