In Umbria la sfida ambientale incontra l’innovazione sostenibile grazie a Proud to Bee quarry, un progetto regionale che trasforma le cave in habitat per le api. Una rete di arnie, già diffusa in 30 siti estrattivi, segna l’inizio di un nuovo modello di rigenerazione del paesaggio e tutela della biodiversità, senza costi per la collettività.
Proud to Bee quarry non è solo un nome evocativo, ma una strategia concreta per restituire valore ambientale a territori segnati dall’attività mineraria. Il progetto, promosso dalla Regione Umbria e presentato a Perugia presso Palazzo Donini, introduce un’inedita sinergia tra apicoltura e attività estrattiva: 223 arnie già installate in circa 30 cave del territorio regionale rappresentano il cuore operativo di un’iniziativa che punta a integrare il ripristino ambientale con il monitoraggio della qualità ecosistemica.
Come ha sottolineato l’assessore all’Ambiente Thomas De Luca, si tratta di "un progetto unico nel suo genere, che giaceva nei cassetti della Regione, al quale abbiamo ridato gambe e che ha portato alla realizzazione di una rete di apiari installati in cave e miniere, sia in attività sia al momento della loro dismissione, per agire in modo fattivo a favore dell'incremento della biodiversità".
L’obiettivo è duplice: da una parte incentivare la biodiversità, dall’altra attivare un sistema di biomonitoraggio tramite l’analisi del miele prodotto. Grazie alla sensibilità crescente degli operatori del settore, oggi il binomio cave-api è considerato una risorsa strategica per il futuro delle politiche ambientali locali.
Al centro del progetto vi è la reintroduzione dell'Apis Mellifera Ligustica, sottospecie autoctona e minacciata, che qui trova una nuova casa proprio laddove un tempo regnavano rumore e polvere. L'ingegnere Capo della Polizia Mineraria regionale, Simone Padella, ha spiegato che nelle prescrizioni ambientali oggi si tiene conto anche della flora mellifera necessaria per alimentare gli alveari. Un cambio di paradigma nella gestione del recupero ambientale post-estrattivo.
Secondo Padella, i benefici sono già visibili: "Quella umbra rappresenta la prima rete di queste dimensioni di apiari posizionati in corrispondenza delle attività estrattive, ne stiamo già osservando i benefici a livello di velocizzazione nel recupero dei territori in cui ci sono le arnie e voglio anticipare che stiamo pensando ad un evento in cui il miele prodotto possa essere degustato e magari venga premiato quello che risulti essere il miglior miele di cava".
A rafforzare l’impegno dell’Umbria nella tutela degli insetti impollinatori si aggiunge Corciano, che ha proclamato il 2025 "Anno delle api". Il Comune ha messo in campo un ricco calendario di eventi e progetti, con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e istituzioni sul ruolo fondamentale delle api per la vita sulla Terra.
Tra le iniziative più attese c'è la creazione di un’oasi fiorita permanente nel centro storico, pensata per favorire la sopravvivenza delle api e di altri insetti impollinatori. Anche le festività natalizie del 2025 saranno ispirate ai temi della biodiversità e della conservazione ambientale, in un’ottica di coinvolgimento dell’intera comunità.
La vera forza di Proud to Bee quarry sta nella sua replicabilità. Nessun costo per la Regione, massima resa in termini ambientali e un forte impatto educativo e culturale: il progetto si candida a diventare un modello nazionale, capace di ispirare altre regioni nella gestione sostenibile delle aree industriali dismesse.
Le api sono responsabili del 70% dell’impollinazione naturale e cruciali per il 35% della produzione alimentare in Italia, ma sono sempre più minacciate dai cambiamenti climatici e dall’uso intensivo di pesticidi. Proteggerle significa tutelare l’intero equilibrio ecologico. Corciano e la Regione Umbria lanciano quindi un appello alla consapevolezza collettiva: serve un cambio di paradigma, ispirato proprio all’organizzazione sociale delle api, che operano per il bene comune.