Negli ultimi cinque mesi l’Umbria ha registrato sette morti sul lavoro, un dato allarmante che la colloca tra le regioni con la più alta incidenza di infortuni mortali in Italia. Questo quadro emergenziale è stato evidenziato dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering, che utilizza il parametro “incidenza” per confrontare il fenomeno degli infortuni mortali tra le diverse regioni italiane, tenendo conto del numero di occupati in ciascuna area.
Morti sul lavoro: Umbria tra le regioni peggiori. È bollino rosso
L’Umbria, insieme a Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Campania, Emilia-Romagna, Sicilia e Puglia, è classificata in “zona rossa”, con un’incidenza di infortuni mortali superiore del 25% rispetto alla media nazionale. Questo indicatore riflette la gravità della situazione nella regione, che continua a lottare per migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Morti sul lavoro in Umbria: la situazione nelle province
Analizzando i dati a livello provinciale, emerge che la provincia di Perugia ha registrato sei morti sul lavoro da gennaio a maggio 2024, con un’incidenza del 21,8% rispetto alla media nazionale. Questo dato si confronta con una popolazione lavorativa di circa 278 mila occupati. La situazione è leggermente migliore nella provincia di Terni, dove si è verificato un solo decesso, con un’incidenza di 12 punti su circa 83 mila occupati.
Le fasce d’età più a rischio
Un aspetto particolarmente preoccupante riguarda l’età delle vittime. L’Osservatorio ha rilevato che la fascia di età più colpita è quella degli ultrasessantacinquenni, con un’incidenza del 55%. Segue la fascia dei lavoratori tra i 55 e i 64 anni, con un’incidenza del 19,4%. Questi dati indicano che i lavoratori più anziani sono i più vulnerabili, probabilmente a causa delle condizioni fisiche meno ottimali e della maggiore esposizione ai rischi
I settori più colpiti
Il settore edilizio continua a essere il più colpito dagli infortuni mortali. Questo settore è seguito dai trasporti e dal magazzinaggio, nonché dal commercio e dalle attività manifatturiere. Le costruzioni hanno registrato 16 decessi nei primi cinque mesi del 2024, seguite dai trasporti con 9 decessi e dal commercio e dalle attività manifatturiere con 7 ciascuno.
Le Dichiarazioni di Mauro Rossato
Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, ha espresso preoccupazione per l’andamento degli infortuni mortali, prevedendo che il 2024 potrebbe chiudersi con un numero di vittime simile a quello degli anni precedenti. Rossato ha dichiarato: “Giunti quasi al giro di boa di metà anno, la proiezione per la fine del 2024 delle vittime sul lavoro sembra essere già tragica e simile a quella degli anni precedenti. Da gennaio a maggio 2024 si contano 369 vittime, 11 in più rispetto a fine maggio 2023. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso crescono purtroppo le morti in occasione di lavoro del +5,5%. Ma come sempre, è l’incidenza il vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese, poiché si parla di vittime rispetto alla popolazione lavorativa”.
Un quadro preoccupante
L’Umbria si trova in una situazione critica per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. La necessità di interventi urgenti e mirati per migliorare le condizioni lavorative e ridurre il numero di infortuni mortali è evidente. La collaborazione tra istituzioni, datori di lavoro e lavoratori è essenziale per affrontare e superare questa situazione che da emergenza si sta trasformando – sempre più – in una piaga sociale da risvolti tetri.