25 Jun, 2025 - 16:49

Umbria, via alla mappatura dei beni confiscati alla mafia

Umbria, via alla mappatura dei beni confiscati alla mafia

La Regione Umbria ha dato il via a una nuova ricognizione sui beni confiscati alle mafie, con una seduta pubblica della Commissione antimafia tenutasi oggi a Palazzo Cesaroni. Guidata da Fabrizio Ricci, la Commissione ha aperto un confronto tra istituzioni e territorio per raccogliere dati aggiornati su immobili e aziende sottratti alla criminalità organizzata. Si vuole ricostruire la catena amministrativa che riguarda questi beni, verificare come vengono utilizzati e capire dove si inceppa il meccanismo.

Audizioni in Regione per mappare i beni sottratti alla criminalità

Il primo passo di questo percorso è consistito in alcune audizioni mirate in Commissione antimafia, svoltesi proprio oggi. Sono stati ascoltati il sindaco di Pietralunga, Mirko Ceci, il presidente della cooperativa sociale Pane e Olio, Franco Calzini, e l’architetto Angelo Baroni del Comune di Terni. Queste figure sono direttamente coinvolte nella gestione o nel recupero di beni confiscati in Umbria e i loro interventi hanno inaugurato la ricognizione istituzionale.

Secondo quanto emerso, i beni confiscati presenti in Umbria sono ormai numerosi, distribuiti in varie realtà locali. La Commissione intende partire da quelli già assegnati a enti o associazioni del territorio, per poi estendere l’indagine anche ai beni ancora sotto gestione dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC). In tal modo si vuole ottenere un quadro completo che comprenda sia i beni effettivamente riutilizzati, sia quelli in attesa di destinazione definitiva.

Dalla ’ndrangheta ai Comuni: come vengono riutilizzati i beni confiscati

L'interesse della Commissione è concentrato sulla mappatura puntuale e sul riutilizzo concreto dei beni sottratti alle mafie in Umbria.

Ricci ha richiamato la legge 109 del 1996, quella che ha permesso di trasformare patrimoni illeciti in progetti al servizio delle comunità locali. Ma tra il dire e il fare, per molti enti locali, c'è di mezzo la manutenzione straordinaria di immobili fatiscenti e l’assenza di fondi adeguati. Sergio Sottani, procuratore generale di Perugia, aveva già segnalato alcune settimane fa che alcuni beni, invece di diventare una risorsa per il territorio, finiscono per appesantire i bilanci delle amministrazioni più esposte, spesso alle prese con costi e responsabilità superiori alle proprie possibilità.

I casi di Pietralunga e Acquasparta al centro del monitoraggio

Le prime due realtà esaminate – Pietralunga e Acquasparta – rappresentano casi emblematici, molto diversi tra loro per tipologia di bene, ma accomunati da alcune problematiche gestionali.

A Pietralunga (Perugia) il bene confiscato è un’ampia tenuta agricola con annessi fabbricati rurali, sequestrata nel 2008 a una cosca della ’ndrangheta calabrese. Si tratta di circa 90 ettari di terreni, comprendenti anche un casale e un ex convento, affidati alla cooperativa sociale Pane&Olio in collaborazione con l’associazione Libera.

Ad Acquasparta (Terni) il bene confiscato è un palazzo storico in centro urbano, ora riconvertito in appartamenti a canone concordato destinati a giovani coppie a basso reddito, grazie a un progetto sostenuto dal Comune.

In Umbria 51 beni già riutilizzati, ma restano criticità

Secondo gli aggiornamenti dell’ANBSC, al 1º aprile 2024 l’Umbria contava 48 immobili e 3 aziende confiscati già assegnati per finalità sociali.

Anche in Umbria si assiste dunque a un crescente impegno nel riutilizzo sociale dei beni sottratti ai clan, con il coinvolgimento di associazioni come Libera e il sostegno di fondi pubblici, comprese risorse del PNRR.

Tuttavia, permangono casi in cui gli immobili sono ancora inutilizzati o faticano a trovare un progetto sostenibile: su questi la nuova mappatura della Commissione vuole accendere i riflettori per sbloccarne il potenziale.

La Regione Umbria intende potenziare il coordinamento istituzionale sul tema. Il presidente della Commissione antimafia regionale ha reso noto di aver avviato un’interlocuzione formale con la direzione nazionale dell’ANBSC, annunciando un imminente incontro con la direttrice dell’Agenzia, prefetto Maria Rosaria Laganà, per rafforzare la collaborazione.

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Francesca Secci
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