04 Jun, 2025 - 22:17

Commissione regionale Antimafia, il PG Sottani: “No radicamento mafioso, ma attenzione alta”

Commissione regionale Antimafia, il PG Sottani: “No radicamento mafioso, ma attenzione alta”

La Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale dell’Umbria su criminalità organizzata e infiltrazioni mafiose, presieduta da Fabrizio Ricci (Lega), ha ricevuto stamattina a Palazzo Cesaroni il Procuratore Generale di Perugia, Sergio Sottani. L’intervento è servito ad inquadrare il fenomeno mafioso in Umbria: la capogruppo Bianca Maria Tagliaferri(Umbria Domani) ha definito il quadro delineato dal Procuratore "lucido e preoccupante".

Sottani ha spiegato che nel territorio umbro "non vi sono conferme…di un radicamento mafioso del territorio" e anzi "l’Umbria può dire con orgoglio che qui non c'è omertà, come altrove". Ciò significa che, allo stato attuale, in regione non si registra un controllo mafioso organizzato paragonabile a quello di altre zone d’Italia, ma il magistrato ha subito avvertito di non abbassare la guardia. "C'è un rischio – ha aggiunto – che associazioni criminali non riconducibili alla mafia, come quella nigeriana, che gestisce traffici di droga, possano entrare in contatto con essa".

In sostanza, pur nel complesso rassicurante, il quadro viene definito variegato e mutevole, richiedendo alle forze dell’ordine e alla magistratura la massima attenzione su ogni possibile segnale d’allarme.

Sottani in audizione: "Nessun radicamento mafioso in Umbria, ma serve attenzione"

Durante l'audizione, il Procuratore ha messo in chiaro che il territorio umbro non presenta al momento un radicamento strutturato di tipo mafioso, come accade invece in altre aree del Paese. Tuttavia, ha evidenziato il potenziale rischio di contaminazioni future, soprattutto con gruppi criminali stranieri attivi nel traffico di droga, come la mafia nigeriana.

Ha inoltre voluto sottolineare come l’Umbria, a differenza di altri contesti, non soffra di fenomeni di omertà diffusa, un elemento considerato positivo ma non sufficiente a garantire l'immunità da future infiltrazioni. Il suo intervento ha avuto l’obiettivo di sollecitare istituzioni e forze dell’ordine a mantenere alta l’attenzione e rafforzare il monitoraggio.

Gestione dei beni confiscati: criticità e mancanza di risorse nei Comuni

Nel corso dell’audizione Sottani ha poi focalizzato l’attenzione sui beni confiscati alle mafie, segnalando criticità nella fase del recupero e riutilizzo. Come ha illustrato, spesso i patrimoni sottratti vengono assegnati a prestanome e finora "in molti casi i beni vengono tolti in quanto risultano affidati a dei prestanome. In altri casi un bene confiscato – anziché una risorsa – diventa un problema difficile da gestire perché non tutte le amministrazioni pubbliche possono sostenere le relative spese".

Ha aggiunto che molti Comuni umbri, soprattutto quelli di piccole dimensioni, non hanno le risorse tecniche o finanziarie per amministrare queste proprietà. "Piccolo è bello ma molti Comuni sono troppo piccoli…servirebbe un lavoro fra Comuni e sarebbe fondamentale avere una prima mappatura dei beni stessi". In pratica Sottani invita a coordinare gli enti locali per condividere competenze e oneri, e a predisporre subito un inventario dei beni confiscati – strumenti ritenuti indispensabili per trasformare i beni sequestrati da un onere in un’opportunità sociale.

Il ruolo della Commissione Antimafia nella lotta alle infiltrazioni

Il presidente Fabrizio Ricci ha accolto con interesse le riflessioni del Procuratore, sottolineando che l’analisi del fenomeno proposta da Sottani costituisce "uno sprone a proseguire nel lavoro di analisi" da parte della Commissione. Ricci ha rilanciato l’esigenza di portare avanti gli obiettivi di studio parlamentare, in particolare la "mappatura dei beni confiscati e del loro utilizzo", definita un punto cardine del mandato dell’organismo, oltre all’impegno "a mettere in rete i vari soggetti coinvolti" nell’antimafia.

Social e propaganda criminale: la scuola come presidio di prevenzione

Successivamente i commissari – tra cui Letizia Michelini (PD), Luca Simonetti (M5S), Donatella Tesei (Lega) e Andrea Romizi (FI) – hanno confrontato con il Procuratore Generale le contromisure operative. Si è discusso di possibili iniziative volte a proteggere gli appalti pubblici e la pubblica amministrazione da infiltrazioni corruttive e mafiose e di programmi di formazione sulla legalità. In particolare, come riportato dai comunicati ufficiali, la Commissione ha puntato su progetti formativi dedicati ai giovani e sul monitoraggio delle nuove "piazze virtuali": si è parlato, infatti, del ruolo crescente dei social network nella diffusione di propaganda e reclutamento criminale.

Nel dibattito è emersa con forza la dimensione educativa come strumento di prevenzione. La consigliera Bianca Tagliaferri ha evidenziato che "i social possono diventare veicolo di modelli devianti e, in alcuni casi, strumenti di vero e proprio proselitismo criminale". Per contrastare questa tendenza, Tagliaferri ha ribadito che "la scuola è il primo presidio da rafforzare, non solo nell’educazione, ma anche come antenna sociale", capace di intercettare segnali di disagio giovanile e vulnerabilità familiari. Per evitare la dispersione delle tante iniziative attualmente esistenti, la commissaria ha quindi proposto di creare "un organismo snello di coordinamento tra le associazioni che operano nelle scuole, per costruire percorsi formativi strutturati e integrati". "Serve una rete coesa – ha concluso – per contrastare la criminalità, le istituzioni devono esserci, con fermezza e visione".

Verso un coordinamento tra enti e associazioni contro la criminalità

Il tema del coordinamento tra enti pubblici, scuole e associazioni è stato indicato come una delle priorità per rafforzare la prevenzione. La Commissione ha riconosciuto che molte delle iniziative oggi attive sul territorio mancano di una cabina di regia condivisa, capace di valorizzare le esperienze e moltiplicarne l’impatto. Si è parlato della necessità di creare un soggetto di raccordo, anche informale, che metta in rete le realtà più attive nell’educazione alla legalità, nell’assistenza ai minori e nel contrasto all’abbandono scolastico. 

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Francesca Secci
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