20 Jul, 2025 - 22:00

Umbria Jazz 2025, presenze da record: tutti i numeri ufficiali

Umbria Jazz 2025, presenze da record: tutti i numeri ufficiali

Per dieci giorni Perugia è tornata a essere la capitale italiana del jazz. Con la chiusura del concerto evento di Lionel Richie, cala il sipario su Umbria Jazz 2025, un’edizione che resterà negli annali per partecipazione e qualità artistica. Le cifre, comunicate nella conferenza stampa finale, raccontano di un festival vivo come non mai: oltre mezzo milione di presenze totali, più di 34 mila biglietti venduti e un incasso lordo che supera i 2 milioni e 100 mila euro. Numeri da record che confermano come la rassegna perugina sia, a cinquant’anni dalla sua nascita, uno dei pilastri della scena musicale internazionale.

Un ritorno al passato, ma con lo sguardo ben puntato sul futuro. Piazza IV Novembre gremita per l’apertura con la straordinaria energia di Angelique Kidjo, poi una settimana di grandi concerti all’Arena Santa Giuliana, tra sold out e performance di altissimo livello: Mika, Lionel Richie, Stefano Bollani, Herbie Hancock, Dianne Reeves, Jacob Collier, Marcus Miller. Una line-up che ha riempito hotel, ristoranti e vicoli del centro storico, portando a Perugia visitatori da ogni parte del mondo.

Proietti: “Un clima meraviglioso che porta turismo di qualità”

Alla conferenza stampa finale, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti ha sottolineato con soddisfazione l’impatto di Umbria Jazz sulla città e sul territorio:

“A Perugia per dieci giorni è arrivato il mondo, del jazz e non solo, per un clima meraviglioso che si estende a tutta l’Umbria e che porta un turismo di qualità nella nostra regione”.

Un richiamo importante all’effetto volano di un festival che non è solo musica, ma anche promozione dell’Umbria nel mondo.

“Con il festival si veicola un’immagine unica di Perugia e dell’Umbria”, ha aggiunto Proietti, ricordando come la cultura sia una leva strategica di sviluppo per la regione. Un messaggio rafforzato dai dati nazionali: secondo l’ultimo report SIAE, l’Umbria risulta prima in Italia per qualità e numero di spettacoli in rapporto alla popolazione.

“Un clima positivo che genera anche risultati straordinari”, ha sottolineato la governatrice, mettendo in fila numeri e considerazioni che danno la misura di un successo costruito nel tempo e reso possibile da un modello di collaborazione tra istituzioni, sponsor privati e comunità locale.

Ferdinandi: “Una città che somiglia sempre di più a ciò che vogliamo”

Sulla stessa linea la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, che nel suo intervento ha messo l’accento sul legame tra il festival e l’identità della città:

“Risultati che confermano come questa sia la visione da seguire”, ha esordito Ferdinandi, parlando di un festival fuso con la città e con chi la vive, un esempio concreto di come la cultura possa migliorare la qualità della vita urbana.

“Per dieci giorni - ha detto la sindaca -, Perugia è stata una città che sta meglio, che respira di più, che si apre al mondo e si riconosce nella sua anima più viva, multiculturale, internazionale. Una città che somiglia sempre di più a ciò che vogliamo che diventi ogni giorno dell’anno. In questi giorni ogni angolo del centro storico è stato attraversato da note, incontri, emozioni e partecipazione. Umbria Jazz ha confermato, una volta di più, di essere un festival che si fonde completamente con la città e con le sue cittadine e i suoi cittadini”.

Un modello di città aperta, sicura e inclusiva, come ha ribadito la sindaca:

“Lo diciamo spesso, ma Umbria Jazz ne è una prova concreta: una città piena di persone che si muovono per la cultura è una città sicura, inclusiva, vivibile. E questo è il modello di città che vogliamo costruire”.

Un impegno che l’amministrazione comunale intende rinnovare, anche attraverso un supporto diretto e un dialogo costante:

“Come Comune continueremo a essere al fianco di Umbria Jazz non solo con il nostro contributo economico, ma anche promuovendo un dialogo costante, condividendo visioni e costruendo insieme il futuro”, ha concluso Ferdinandi.

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Lorenzo Farneti
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