24 Jun, 2025 - 18:00

Treni regionali esclusi dalla Direttissima, Umbria e Toscana alzano la voce: “No al ritorno all’isolamento”

Treni regionali esclusi dalla Direttissima, Umbria e Toscana alzano la voce: “No al ritorno all’isolamento”

È una presa di posizione congiunta e ferma quella degli assessori ai trasporti della Regione Umbria, Francesco De Rebotti, e della Regione Toscana, Stefano Baccelli, contro le nuove disposizioni che, a partire dal 2026, impediranno ai treni regionali di accedere alla linea Direttissima (DD) Firenze-Roma, imponendo loro il passaggio obbligato sulla linea convenzionale. Una scelta che le due amministrazioni regionali definiscono “socialmente ed economicamente insostenibile”, con ripercussioni potenzialmente devastanti per pendolari, studenti, lavoratori e territori.

È una decisione che va sospesa immediatamente”, affermano Baccelli e De Rebotti, che denunciano “l’inaccettabilità di un provvedimento che penalizza il trasporto pubblico e vanifica ingenti investimenti pubblici”.

Le due Regioni hanno chiesto con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto con il Ministero delle Infrastrutture, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e le altre regioni interessate, per scongiurare una riorganizzazione della rete ferroviaria giudicata “tecnicamente arbitraria e politicamente miope”.

Investimenti pubblici a rischio: 175 milioni solo in Umbria per i nuovi elettrotreni Ertms

L’eliminazione della deroga che consente ai treni viaggiatori con velocità di 160 km/h di utilizzare la Direttissima costringerebbe, a partire dal primo gennaio 2026 - o addirittura dicembre 2025, secondo alcune comunicazioni di RFI - l’intero traffico regionale a spostarsi sulla linea lenta. Il danno stimato, secondo i due assessori, è quantificabile non solo in termini di disagio sociale, ma anche di spreco di risorse pubbliche.

L’Umbria ha investito circa 175 milioni di euro per l’acquisto di 12 nuovi treni elettrici dotati di sistema Ertms, progettati per raggiungere i 200 km/h e dunque compatibili con la Direttissima. Tali convogli dovrebbero entrare in servizio proprio nel 2026. “Con questa scelta saremo costretti a ricevere treni moderni senza poterli utilizzare sulla linea per cui sono stati pensati”, denunciano De Rebotti e Baccelli.

Una situazione analoga riguarda anche la Regione Toscana, che si troverebbe di fronte allo stesso scenario di vanificazione degli investimenti e all’assenza di soluzioni alternative a breve termine.

Disagi diffusi per pendolari, aree interne penalizzate e più traffico su gomma

Al centro delle preoccupazioni istituzionali anche l’impatto diretto sui cittadini. Secondo i due assessori, il dirottamento dei regionali sulla linea lenta comporterebbe un forte aumento dei tempi di percorrenza, con ricadute gravi per chi si sposta quotidianamente tra Umbria, Toscana, Roma e Firenze.

“Sarebbe un colpo durissimo per i pendolari, che rischiano tempi di viaggio più lunghi e meno affidabili. Gli studenti e i lavoratori ne uscirebbero fortemente penalizzati, insieme a interi bacini territoriali delle aree interne” - spiegano Baccelli e De Rebotti.

Inoltre, si prevede un aumento dell’uso dell’auto privata, in aperto contrasto con le politiche di mobilità sostenibile e con i target ambientali fissati sia a livello europeo che nazionale. Il provvedimento - sottolineano - rischia anche di compromettere strumenti come la Carta Tutto Treno Umbria, pensata per agevolare i pendolari nell’uso combinato di treni regionali e ad alta velocità.

Infine, vi è il rischio di un ulteriore aumento dei costi per gli utenti, che in assenza di alternative potrebbero essere spinti verso i più onerosi servizi Frecciarossa o Italo, con un ulteriore aggravio economico non sostenibile per molte famiglie.

Regioni pronte alla mobilitazione: sabato incontro pubblico a Orvieto con pendolari e Anci

In assenza di risposte rapide da parte del Ministero e di RFI, gli assessori annunciano iniziative istituzionali e politiche in tutte le sedi competenti. “Difenderemo con forza i diritti dei nostri cittadini” - ribadiscono - “e continueremo a sollecitare una presa di posizione analoga anche da parte delle altre Regioni coinvolte”.

Un primo momento di mobilitazione è stato fissato per sabato mattina a Orvieto, dove si terrà un incontro pubblico con Anci Umbria, gli enti locali e i comitati dei pendolari per discutere le criticità e costruire una risposta condivisa. Sulla vicenda erano intervenuti stamane i vertici della Provincia di Terni, Bandecchi e Ferranti, chiedendo proprio un'azione efficace della Regione. 

“Il nostro obiettivo - concludono i due assessori - è impedire che si torni all’isolamento infrastrutturale del Centro Italia. Non lo permetteremo”.

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Federico Zacaglioni
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