24 Jun, 2025 - 16:25

Treni pendolari verso la linea lenta, Bandecchi e Ferranti: “La Regione fermi Trenitalia”

Treni pendolari verso la linea lenta, Bandecchi e Ferranti: “La Regione fermi Trenitalia”

“Evitare che Trenitalia porti avanti la decisione di spostare sulla linea lenta i treni che utilizzano i pendolari umbri”. È il monito che arriva dal Presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, e dal Vicepresidente Francesco Maria Ferranti, che hanno preso posizione pubblica contro l’ipotesi avanzata da Trenitalia di deviare i convogli regionali veloci - utilizzati ogni giorno da migliaia di pendolari - sulla linea lenta. Il riferimento è ai collegamenti tra Terni e Roma, ma anche all’intera dorsale ferroviaria umbra.

“In Umbria ci sono circa 5mila pendolari - spiegano - di cui oltre 2mila provengono dal territorio ternano. Se Trenitalia sposterà i treni sulle linee lente si allungheranno moltissimo i tempi e si creeranno evidenti ulteriori disagi. Se con la linea veloce la tratta Terni-Roma è coperta in un’ora e dieci, con la linea lenta il tempo diventa come minimo un’ora e cinquanta”.

Una prospettiva che, secondo i due amministratori provinciali, metterebbe a rischio il diritto alla mobilità di migliaia di lavoratori e studenti, già penalizzati da un servizio ferroviario giudicato insufficiente. Il tema è stato sollevato anche durante l’assemblea dei sindaci tenutasi a Lugnano in Teverina, dove il disagio è stato condiviso da molti territori, dall’Orvietano all’Amerino.

“Più tasse ai cittadini e meno servizi: la Regione blocchi questa scelta dissennata”

Il vero bersaglio delle critiche è la Regione Umbria, colpevole - secondo Bandecchi e Ferranti - di non esercitare una sufficiente pressione suT renitalia e RFIper fermare un provvedimento che rischia di rallentare, in maniera strutturale, la mobilità ferroviaria regionale.

“La Regione ha aumentato le tasse ai cittadini - accusano - prevedendo di prelevare oltre 180 milioni di euro in tre anni, soprattutto dalle tasche del ceto medio, in cui rientrano proprio i pendolari. Parte di queste risorse venga utilizzata per evitare che Trenitalia porti a compimento la scelta di rallentare i collegamenti gettando nel dimenticatoio le migliaia di pendolari umbri con tutti i loro già gravosi problemi”.

Una posizione dura, che si aggiunge alle proteste di numerosi pendolari della provincia di Terni, i quali nei giorni scorsi hanno scritto alla Provincia chiedendo un intervento risoluto. Molti si dicono pronti anche a manifestazioni pubbliche se il piano di Trenitalia dovesse trovare attuazione nel nuovo orario previsto per dicembre 2025.

De Rebotti aveva già lanciato l’allarme il 31 maggio: “Inaccettabile deviare i treni veloci dalla Direttissima”

Sulla questione era intervenuto già lo scorso 31 maggio l’assessore regionale ai Trasporti, Francesco De Rebotti, denunciando pubblicamente l’orientamento di RFI, con il sostegno dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), di spostare i treni veloci dalla Direttissima alla linea lenta. In un comunicato durissimo, De Rebotti ha definito questa scelta“dissennata e inaccettabile”, chiedendo il rispetto degli accordi quadro in essere tra RFI e Regione.

"È una decisione che contrasta con gli investimenti già programmati e in parte realizzati - aveva dichiarato - tra cui l’acquisto, tramite fondi PNRR, di treni nuovi capaci di viaggiare fino a 200 km/h. Deviare quei convogli su linee lente significa annullare di fatto ogni potenziamento”.

L’assessore ha annunciato una mobilitazione istituzionale con il coinvolgimento del governo, dei parlamentari umbri e delle Regioni limitrofe -Toscana e Lazio- per bloccare il progetto. L’articolo completo è consultabile su Tag24 Umbria.

I pendolari: “Non si può tornare indietro di 20 anni. Ora servono fatti”

Il clima resta incandescente. Per i comitati dei pendolari, l’ipotesi di rallentare i collegamenti rappresenta un vero e proprio ritorno al passato, con effetti gravi sulla qualità della vita e sull’attrattività economica del territorio. “Non possiamo pagare più tasse e ricevere meno servizi”, si legge in una delle lettere indirizzate alla Provincia.

Ora la palla è nelle mani della Regione Umbria. Ma anche Trenitalia e RFI dovranno uscire allo scoperto: il futuro della mobilità ferroviaria umbra passa da qui.

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Federico Zacaglioni
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