Dopo settimane di proteste, ritardi e treni deviati sulla linea lenta, la Regione si muove con decisione: l’assessore ai Trasporti Francesco De Rebotti ha convocato un tavolo tecnico con RFI e Trenitalia per affrontare le criticità di una rete sotto stress. Il risultato immediato è il ritorno sulla Direttissima dei treni 4106 e 4105, una boccata d’ossigeno per pendolari e studenti, ma la partita è ancora aperta.
Il confronto avviato da De Rebotti con i vertici di RFI e Trenitalia ha prodotto il primo, importante risultato: i treni regionali 4106 e 4105 torneranno a percorrere la Direttissima Firenze-Roma, garantendo un collegamento rapido tra l’Umbria e la Capitale. Un successo non solo simbolico, ma concreto, per chi ogni giorno affolla le carrozze dirette a Roma da Orvieto, Attigliano e altre località umbre. “Stiamo lavorando per tentare di limitare i disagi per i cittadini umbri e, in particolar modo, per quella fascia di popolazione che usa il treno tutti i giorni, tentando di riaffermare i diritti connessi alla condizione di cittadini e clienti”, ha dichiarato l’assessore De Rebotti. Il quale ha confermato un nuovo incontro la prossima settimana per discutere ulteriori interventi legati ai lavori finanziati con risorse PNRR.
La situazione sui binari umbri, infatti, resta critica. Le deviazioni sulla linea lenta tra Orte e Settebagni hanno provocato ritardi fino a 40 minuti su tratte che una volta richiedevano meno di due ore e mezza. Non si tratta di disagi passeggeri: i pendolari denunciano viaggi interminabili, studenti in difficoltà e lavoratori costretti a riprogrammare le loro giornate.
Le rivendicazioni umbre si inseriscono in un quadro nazionale dove l’alta velocità continua a dettare legge, spesso a scapito delle linee regionali. L’Umbria, con una sola corsa Frecciarossa verso il Nord e nessuna verso il Sud, soffre un isolamento infrastrutturale che la penalizza nel confronto con altre regioni. La recente decisione di deviare anche il regionale veloce 4731 sulla linea lenta ha acceso nuovi malumori: il viaggio Perugia-Roma delle 13.47 si allungherà fino a tre ore e mezza, mentre il regionale di ritorno, il 4732, rischia di accumulare ulteriori ritardi.
Il Coordinamento dei pendolari umbri ha espresso in una nota la propria preoccupazione, sottolineando come le modifiche temporanee potrebbero trasformarsi in cambiamenti permanenti. Per i pendolari si tratta di una scelta politico-industriale che sacrifica il servizio pubblico in favore dell’alta velocità, trasformando i treni regionali in vittime sacrificali. La richiesta è di almeno due Frecciarossa verso Sud e di un serio piano di potenziamento del trasporto regionale.
L’assessore De Rebotti ha promesso che il confronto con RFI e Trenitalia non si fermerà all’incontro di questi giorni. La prossima settimana è previsto un nuovo tavolo per affrontare i “nodi critici” legati ai lavori infrastrutturali previsti dal PNRR. L’obiettivo dichiarato è duplice: garantire la continuità del servizio per chi usa il treno quotidianamente e scongiurare un ulteriore peggioramento della puntualità. In ballo non c’è solo la mobilità, ma la qualità della vita di migliaia di umbri.
La sfida, dunque, è trovare un equilibrio tra ammodernamento tecnologico e diritti degli utenti. Un percorso non facile, ma necessario per evitare che il cuore verde d’Italia diventi una periferia dimenticata. Il segnale lanciato da Perugia è chiaro: l’Umbria non intende più rimanere in silenzio di fronte ai ritardi, alle cancellazioni e all’isolamento ferroviario. Con il tavolo tecnico e la regia politica di De Rebotti, la Regione prova a rimettere sui binari giusti non solo i treni, ma la fiducia dei suoi cittadini.