25 Apr, 2025 - 12:15

Tragedia sulla E45: muore una donna il 25 aprile, strada chiusa

Tragedia sulla E45: muore una donna il 25 aprile, strada chiusa

Era una mattina come tante sulla E45, quando poco dopo le 10.00, nel tratto compreso tra Umbertide e Solfagnano, una Fiat Panda è improvvisamente uscita di strada. Alla guida c’era una donna di 77 anni, che purtroppo ha perso la vita sul colpo. L’incidente è avvenuto al chilometro 93,100 della strada statale 3 "Tiberina", in direzione Terni. Le cause dell’uscita di strada non sono ancora state chiarite, ma secondo una prima ricostruzione non risultano coinvolti altri veicoli. Sul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118, ma per l’anziana donna non c’è stato nulla da fare: all’arrivo dei soccorritori era già priva di vita.

Le operazioni di soccorso e di ripristino della viabilità si sono protratte per ore. La carreggiata in direzione sud è stata chiusa temporaneamente per consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco e delle squadre Anas, impegnate nella messa in sicurezza dell’area e nella rimozione del veicolo. Un traffico intenso e rallentato ha interessato la zona per tutta la mattinata, con pesanti disagi alla circolazione in un giorno già critico per l’elevato numero di spostamenti legati alla festività del 25 aprile.

Una lunga scia di sangue sulle strade umbre

Quello di Umbertide non è purtroppo un caso isolato. La regione Umbria, negli ultimi mesi, è stata teatro di numerosi incidenti mortali. L'11 aprile, a Parrano, un uomo di 54 anni ha perso la vita schiantandosi contro un casaletto lungo la Strada Provinciale 104. Nonostante il tempestivo intervento dell'elisoccorso, l'uomo è deceduto poco dopo l'arrivo in ospedale. Anche in quel caso, il veicolo risulta essere l'unico coinvolto e l’ipotesi più accreditata è una perdita di controllo.

Il 25 marzo, invece, la tragedia ha colpito la tratta umbra dell'A1, nei pressi di Orvieto, dove un operaio di 38 anni è stato travolto e ucciso da un camion mentre stava lavorando a un cantiere di manutenzione. “Un incidente autonomo di un mezzo pesante, nel quale è rimasto coinvolto un operaio nelle fasi di attivazione di un cantiere”, ha spiegato in una nota la società Autostrade. Anche in quel caso, l’intervento dell’elisoccorso è stato inutile: l’impatto non ha lasciato scampo alla vittima.

Le morti si susseguono con inquietante frequenza in Umbria e non riguardano solamente gli incidenti stradali, ma anche quelli sul posto di lavoro. Un'altra giovane vita, quella di Sanderson Mendoza, è stata spezzata a Terni all’interno dello stabilimento Ast, dove un mezzo per il trasporto delle scorie si è incendiato. Sandro, come lo chiamavano amici e colleghi, ha lottato per sei giorni in ospedale prima di arrendersi. La sua morte ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulle misure di prevenzione nei settori industriali ad alto rischio.

Muore una donna di 77 anni sulla E45 il 25 aprile: mancano risposte concrete sulla sicurezza stradale

Incidenti come quello accaduto a Umbertide rilanciano interrogativi che da anni attendono risposte. Le infrastrutture umbre, spesso vecchie e soggette a manutenzione discontinua, mostrano tutte le loro fragilità di fronte a un traffico in costante aumento. La Tiberina è tra le strade più percorse della regione, ma anche una delle più pericolose, soprattutto nei tratti dove mancano barriere adeguate o segnaletica efficiente.

In parallelo cresce la pressione sull’importanza dei servizi di emergenza. L’introduzione dell’elisoccorso Nibbio 01 ha rappresentato un passo in avanti, ma il suo futuro appare incerto con i recenti cambi ai vertici regionali. C'è chi chiede investimenti strutturali per garantire una copertura capillare, soprattutto nelle aree rurali e montane. Altri, invece, sollevano dubbi sulla sostenibilità economica del servizio.

Intanto, però, le strade continuano a mietere vittime. E ogni volta che una vita si spezza sull’asfalto, si rinnova la speranza che da quella tragedia possa nascere finalmente un impegno concreto per la sicurezza. Ma la sensazione, sempre più amara, è che serva molto più di una speranza.

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Giorgia Sdei
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