Uno stalker irriducibile. Nonostante fosse già destinatario di un divieto di avvicinamento, ha pensato bene di continuare a tormentare l’ex moglie. Dall’inizio di gennaio, infatti, gli era stato imposto dal giudice di non avvicinarsi e di non comunicare con lei, con tanto di applicazione del braccialetto elettronico. Incurante delle restrizioni, le ha continuato ad inviare messaggi offesivisi e molesti oltre a farle appostamenti sotto casa. Per lui, un 33enne di Citerna, nel perugino, ora sono scattati gli arresti domiciliari.

Tormenta l’ex moglie, cosa è accaduto a Citerna

Il copione ancora una volta appare tristemente ripetersi. Lui, il classico uomo che non accetta la separazione e così decide di rendere la vita dell’ex moglie un inferno. Lei fortunatamente reagisce e lo denuncia. Lui viene sopposto al divieto di avvicinamento e di comunicazione con l’ex moglie più il braccialetto elettronico. Però neanche questo basta a tenerlo lontano.

Così riprende a scriverle e a spaventarla, facendosi trovare in più occasioni anche sotto casa sua. Dagli accertamenti e dai riscontri dei militari e anche sulla base della querela della donna, il Gip del Tribunale di Perugia ha quindi chiesto l’aggravamento della misura cautelare nei confronti dell’uomo che ora è ristretto agli arresti domiciliari.

Ennesimo episodio di violenza contro le donne

Quello riportato è purtroppo, l’ennesimo episodio di violenza contro le donne. Per dare contezza della diffusione del fenomeno, soltanto un paio di settimane fa avevamo riportato da queste stesse pagine una notizia quasi identica, da Città di Castello. Anche in quel caso un ex, con divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico, aveva violato le disposizioni dell’Autorità ed era finito ai domiciliari.

Lo stalking è un reato molto frequente nell’ambito dei maltrattamenti in famiglia e a farne le spese, nella maggior parte dei casi, sono le donne. La famiglia, quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro di tutti, in cui coltivare il benessere e le relazioni più care, si trasforma in un incubo di vessazioni e molestie.

Che cosa rischia chi commette il reato di stalking

Lo stalking in Italia è diventato reato a partire dal 2009 con il decreto legge 11/2009, successivamente convertito in legge e inserito nel Codice Penale all’articolo 612 bis. Il termine deriva dal linguaggio venatorio inglese dove “to stalk” indica la caccia in appostamento.

Commette reato di stalking “chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.” La pena prevista, innalzata nel 2019, è la reclusione che va da un anno a sei anni e sei mesi.

Cosa fare se si è vittime di stalkig

In occasione dello scorso 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo redatto una guida rivolta a tutte le donne che per qualsiasi motivo dovessero trovarsi a subire abusi, maltrattamenti o violenze in qualunque ambito. In Italia esistono due numeri di emergenza che vanno contattati senza esitazione se si stanno subendo abusi. Si tratta del 112, il numero unico di emergenza e del 1522, il numero dedicato, attivato dal 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità.

Il 1522 è attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile. L’accoglienza è disponibile, oltre che in italiano, anche in inglese, francese, spagnolo e arabo. Dal sito del 1522 è disponibile la mappa con i Centri Anti Violenza presenti su tutto il territorio nazionale, suddivisi per regione. È inoltre possibile scaricare l’App 1522, disponibile sia per Android che per IoS, da cui si può chattare con le operatrici del servizio.