Le vie di Terni si sono colorate oggi pomeriggio. L’edizione dell’Umbria Pride 2025 ha riscontrato una grande partecipazione: più di mille persone hanno sfilato nelle strade della città dell’acciaio, trasformandola in un palcoscenico di colori, musica e rivendicazioni. Un fiume pacifico e determinato ha attraversato il centro, portando con sé bandiere, slogan e speranze di un futuro più giusto per la comunità LGBTQIA+.
È stato un pomeriggio di festa, ma anche di consapevolezza e impegno civile. Il corteo è partito da piazzale della Rivoluzione Francese, snodandosi per le vie centrali di Terni fino al Parco della Passeggiata, dove il Baravai ha accolto i partecipanti trasformandosi in un villaggio dell’inclusione.
Tra musica e balli, cori e striscioni, l’Umbria Pride 2025 ha mostrato ancora una volta quanto sia viva la voglia di diritti e rispetto. Oltre agli attivisti, tanti i cittadini comuni che si sono uniti alla sfilata, famiglie, giovani e anziani, curiosi e solidali, a dimostrazione di come la battaglia per l’uguaglianza non riguardi solo una parte, ma l’intera società.
Non sono mancati momenti di riflessione. Dal palco allestito nel cuore del Parco della Passeggiata si sono alternati interventi di esponenti politici locali e regionali, rappresentanti di associazioni e attivisti storici del movimento LGBTQIA+.
Tra i temi più caldi, l’estensione della legge contro l’omolesbobitransfobia, ancora ferma in Parlamento, ma anche il riconoscimento pieno dei diritti delle famiglie omogenitoriali e dei figli, l’accesso equo alla sanità per le persone trans e l’urgenza di un’educazione inclusiva che parta dalle scuole, per combattere stereotipi e discriminazioni sin dall’infanzia.
L’Umbria Pride nasce come frutto del lavoro di coordinamento di diverse realtà attive sul territorio: AGEDO Terni, Amelia Pride, Esedomani Terni, Famiglie Arcobaleno e Omphalos LGBTI. Associazioni diverse, unite dall’obiettivo di costruire una rete solida e capillare, capace di parlare di diritti e rispetto delle differenze in ogni angolo dell’Umbria, anche lontano dai grandi centri urbani.
Ogni anno, piattaforme e documenti politici aggiornano priorità e rivendicazioni: un lavoro continuo che intreccia battaglie per i diritti civili e sociali, unendo la causa LGBTQIA+ a quelle femministe, antifasciste, ecologiste, antirazziste e laiche. Una visione intersezionale che punta alla piena realizzazione di ciascuno, indipendentemente da orientamento sessuale, identità di genere o condizione sociale.
Mentre la musica scorreva e le bandiere arcobaleno sventolavano alte, a Terni si è respirata anche la speranza di un futuro diverso. Un futuro in cui il Pride possa diventare una festa di celebrazione dei diritti raggiunti, e non un atto di resistenza contro discriminazioni ancora radicate.
Intanto, la forza del coordinamento e la determinazione di chi continua a metterci la faccia testimoniano che la battaglia non si ferma qui. Il prossimo passo sarà quello di portare le istanze emerse dal corteo all’attenzione delle istituzioni regionali e nazionali, chiedendo impegni concreti, norme chiare e risorse adeguate per garantire dignità, tutela e piena cittadinanza a tutte e tutti.
La grande partecipazione di quest’anno lancia un messaggio chiaro: l’Umbria è pronta a camminare accanto a chi rivendica diritti, tutele e riconoscimenti ancora negati. Se da un lato la società civile mostra aperture sempre maggiori, dall’altro persistono ritardi normativi e resistenze culturali che rendono indispensabile continuare a scendere in piazza.
Il tema delle famiglie omogenitoriali è tra i più sentiti: la mancata trascrizione degli atti di nascita per i figli di coppie dello stesso sesso, le difficoltà burocratiche e il vuoto legislativo pongono incertezze gravi sulla tutela dei minori. Allo stesso modo, il percorso di transizione di genere in Italia resta complesso e frammentato, con differenze di trattamento tra regioni e strutture sanitarie, e con tempi di attesa spesso insostenibili.