Un’interruzione di appena cinque minuti è stata sufficiente per sciogliere i nodi e consentire al consiglio comunale di Terni di approvare l’atto di indirizzo che apre la strada all’introduzione del Taser nella dotazione degli agenti della Polizia Locale. La proposta, avanzata dal consigliere di Fratelli d’Italia Roberto Pastura, è stata approvata con 21 voti favorevoli e 5 astensioni.
L’iniziativa, come spiegato dallo stesso Pastura, non sancisce un acquisto immediato, ma avvia un percorso istituzionale che coinvolgerà la Prefettura e che potrà contare anche su eventuali fondi ministeriali. “Il nostro obiettivo è dotare gli agenti di uno strumento di autodifesa e prevenzione non letale, utile in contesti ad alto rischio per la loro incolumità e per la sicurezza dei cittadini”, ha sottolineato il consigliere.
Il Partito Democratico, per voce del capogruppo Emidio Mattia Gubbiotti, ha scelto l’astensione. Alla base della decisione, la mancata concessione di un rinvio tecnico che avrebbe consentito di acquisire un parere preventivo del Comando della Polizia Municipale. “Non si tratta di un voto contrario sul merito”, ha spiegato Gubbiotti, “ma della necessità di un approfondimento tecnico-operativo prima di assumere impegni politici su un tema così delicato”.
Analoga la posizione di Roberta Trippini, consigliera del gruppo misto, che ha evidenziato l’esigenza di chiarire alcuni aspetti legati all’utilizzo pratico e alle condizioni di autorizzazione.
Determinante invece il contributo del gruppo di Alternativa Popolare, che dopo il confronto convocato dal sindaco Stefano Bandecchi in conferenza dei capigruppo ha scelto di sostenere l’atto di indirizzo. “Abbiamo valutato con attenzione il quadro normativo e le esigenze del territorio”, è stato spiegato dal gruppo, “e riteniamo giusto garantire ai nostri agenti strumenti adeguati a fronteggiare le situazioni di rischio, in un percorso che resti però sotto il controllo della Prefettura e all’interno di regole chiare”.
Il clima in aula si è ricomposto dopo la breve sospensione, che ha consentito di convergere su una formulazione finale definita da Pastura “un contenitore aperto, utile a strutturare un percorso graduale e responsabile”.
L’introduzione del Taser nelle Polizie Locali non rappresenta un inedito sul piano nazionale. Il Decreto del Ministero dell’Interno del 4 gennaio 2021 ha fissato le regole per l’assegnazione dello strumento nei Comuni capoluogo e in quelli oltre i 100mila abitanti, subordinatamente all’autorizzazione prefettizia e alla formazione specialistica degli agenti.
Diversi Comuni hanno già adottato questo orientamento: Genova nel 2022, seguita da realtà come Verona, Firenze, Monza, Padova e Reggio Emilia. A Milano la giunta ha addirittura stanziato risorse in bilancio per acquistare i dispositivi e finanziare la formazione.
Il riferimento normativo è l’articolo 54 del Testo Unico degli Enti Locali, che attribuisce al sindaco, in qualità di ufficiale di Governo, la responsabilità di adottare misure straordinarie per la sicurezza urbana e l’ordine pubblico.
L’atto approvato dal consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta ad avviare un confronto con la Prefettura di Terni, competente per autorizzare l’utilizzo del Taser da parte della Polizia Locale. Il documento prevede inoltre la predisposizione di un protocollo interno che definisca modalità, limiti e responsabilità operative, nel pieno rispetto delle direttive ministeriali.
In caso di assenza di fondi statali, l’amministrazione comunale si dice pronta a stanziare risorse proprie nel prossimo bilancio, così da coprire sia l’acquisto dei dispositivi che la formazione obbligatoria e specialistica degli agenti. Centrale sarà anche l’aspetto comunicativo: l’atto di indirizzo prevede una campagna informativa rivolta alla cittadinanza, volta a spiegare finalità e limiti dello strumento, rafforzando la percezione di affidabilità della Polizia Locale come presidio di legalità e sicurezza urbana.
Il dibattito, pur segnato da differenze di approccio politico, ha messo in luce una convergenza sulla necessità di rafforzare le dotazioni della Polizia Municipale, alla luce di episodi recenti che hanno interessato la città sul fronte della sicurezza. Con l’approvazione dell’atto, Terni si inserisce così nel solco delle grandi città italiane che hanno già scelto di puntare sull’arma ad impulsi elettrici come strumento di dissuasione e tutela.