La frattura fra Regione e Comune di Terni sulla complessa vicenda Stadio-Clinica appare sempre più difficile da sanare. Con il ricorso presentato al Tar contro la determina del Comune, la Ternana che ha diffidato la Regione, mentre da pochissimo lo stesso Comune si è costituito in giudizio, la tensione in città è alle stelle.
Nel frattempo la curva Nord ha alzato la voce invitando tutta la città alla mobilitazione, accusando la Regione di disparità e boicottaggi insostenibili. A pesare, come sollevato ormai da molte parti, è una visione della politica regionale limitata e molto penalizzante verso il territorio ternano. Quel "perugino-centrismo" che ultimamente trova a sostegno scelte sempre più impopolari - in ballo non c'è solo Stadio-Clinica ma anche il nuovo ospedale - che sembrano voler svilire lo sviluppo della città di Terni.
"La Proietti ci sta solo facendo prendere tempo. La Proietti e tutta la giunta regionale" ha esordito stamattina il primo cittadino ai microfoni di Tele Radio Galileo. Bandecchi, ripercorrendo le vicende che hanno portato allo scontro, ha sottolineato ancora una volta che la Conferenza dei Servizi decisoria resta valida e che dalla Regione non sono mai arrivate le indicazioni, sempre richieste, su come eventualmente rivedere la determina oggetto di ricorso al Tar. "Era tanto facile capire questo e arrivare a un accordo ma si sono messi in una situazione perigliosa, mettendosi contro un'intera città".
Terni sta crescendo, sottolinea il primo cittadino eppure, incalza, "a qualcuno non va giù" e porta ad esempio il nuovo ospedale "di cui non si parla nemmeno più". Sulla scadenza del 15 dicembre, fissata durante il Consiglio comunale aperto, per l'individuazione del luogo deputato alla costruzione del nuovo nosocomio, ancora non c'è traccia dice Bandecchi. Una battaglia, aggiunge, "colorata di rosso" alludendo a prese di posizione meramente politiche. "Spero che prima del 18 (novembre, data dell'udienza al Tar) si illuminino - dice rivolgendosi alla Giunta Proietti -. Noi abbiamo ragione quindi si va avanti su questa strada".
Tra i vari pericoli paventati con il ricorso al Tar, c'è il disimpegno della famiglia Rizzo che, non è un mistero, ha acquisito la proprietà della Ternana anche perché era inclusa la clinica. I Rizzo, sostiene il sindaco, "hanno capito perfettamente che costruiranno stadio e clinica, certo serve un clima più sereno, non possiamo continuare a andare avanti", rassicurando ancora sul fatto che "al massimo" il Tar potrebbe invalidare la determina di Giorgini e che se ne può immediatamente fare un'altra, come ha sempre sostenuto.
Anche l'ex assessore regionale e attuale consigliere d'opposizione, Enrico Melasecche, condivide l'avviso di molti ternani e punta il dito contro l'attuale Giunta che, sostiene, sta relegando Terni a un ruolo di comprimaria. Ricordando di aver lavorato "a favore di tutti i territori" senza aver mai dimenticato la città dell'acciaio, "posso a maggior ragione difendere gli interessi anche di quei territori troppo spesso marginalizzati soprattutto quando, come nel caso dell’ospedale di Terni e del progetto stadio/clinica è inaccettabile la disparità di trattamento ed è evidente la stupidità di una parte della classe dirigente regionale e locale che presenta mozioni in consiglio regionale".
Il nuovo Stadio, sottolinea, sarà "il simbolo di una città che ha voglia di crescere e combattere per il proprio orgoglio e il proprio futuro". Un'opera che se con l'impasse burocratico che si è creato, dovesse saltare, costringerebbe "la nuova proprietà della squadra ad alzare bandiera bianca ed andarsene, con tutto quello che ne consegue".
Il Comitato 'Fare per Terni', molto attivo su tutta la vicenda, annuncia che scenderà in campo nella mobilitazione a fianco della curva Nord. "Ci saremo, come ci sarà tutta Terni, per vincere questa battaglia di giustizia e legalità - scrivono -. Basta alibi, basta nascondersi dietro cavilli: lo stop politico al progetto dimostra ancora una volta come Terni venga trattata come una città di serie B, sacrificata per logiche di potere che nulla hanno a che fare con il bene comune".
Nell'acceso dibattito si è inserita anche la voce di Angelo Matteo Socci, giudice della Corte Suprema di Cassazione, che ha evidenziato alcuni aspetti, riassumendo la complessità della questione.
"La pressione per la tutela della Ternana calcio - scrive in una nota sui social - e della Città è più che legittima, direi doverosa, ma deve sempre rimanere nel recinto della legalità. Winston Churchill diceva: la giustizia è un concetto troppo importante per lasciarla (solo) ai tribunali. Giudizio e concretezza, senza eccessi" invita.
"La Regione - spiega - purtroppo (mi dispiace constatarlo, ma in parte lo ha candidamente ammesso la stessa presidente) non ha neanche tanto compreso che partita sta giocando. Il nodo degli interessi riguarda la torta della sanità privata in Umbria (milioni di euro non sempre meritati, a discapito della qualità del servizio; qui privato sta per convenzionato, conseguentemente di supporto alla sanità pubblica, questo è sfuggito a molti), la famiglia Rizzo (super esperti nel settore cliniche private) spaventa, in quanto potrebbe scombinare gli assetti consolidati. La concorrenza, comunque, sarebbe positiva per tutti e per gli utenti. Avanti tutta con giudizio" conclude.