Non si ferma la lotta delle forze dell’ordine contro il traffico di stupefacenti in Umbria. Mercoledì mattina i Carabinieri della Compagnia di Terni hanno messo in campo un’operazione di controllo straordinario nelle aree periferiche comprese tra Marmore e Piediluco, territorio particolarmente sensibile per la presenza di boschi fitti, sentieri nascosti e aree difficilmente raggiungibili.
L’intervento si inserisce in una più ampia strategia di contrasto al microspaccio che ormai da tempo interessa i quadranti boschivi a ridosso del comune ternano. Non è la prima volta, infatti, che accampamenti di fortuna vengono individuati nelle zone rurali e nelle radure di confine, lontane da occhi indiscreti e dal perimetro urbano.
La zona bonificata dai militari non è abitata ed è caratterizzata da una vegetazione fitta, quasi impenetrabile. Proprio per questa conformazione naturale si è trasformata, negli ultimi anni, in un nascondiglio perfetto per chi, approfittando della scarsa visibilità e dei pochi passaggi, organizza piazze di spaccio improvvisate e allestisce rifugi di fortuna. Le segnalazioni da parte di residenti e cittadini di passaggio non sono mancate: movimenti sospetti, persone accampate tra la boscaglia, tende, batterie per auto, resti di bivacchi improvvisati. Indizi che lasciavano intuire una presenza costante di gruppi, spesso composti da cittadini extracomunitari, dediti allo smercio di droga lontano dal centro urbano e dai controlli ordinari.
L’operazione messa a segno mercoledì dai Carabinieri ha confermato questi sospetti: i militari, una volta penetrati nella fitta vegetazione, hanno individuato diverse installazioni precarie. Tra le frasche sono state rinvenute tende da campeggio, batterie esauste per alimentare dispositivi, giacigli di fortuna e resti di bivacchi. Segni inequivocabili di un’area utilizzata come base logistica per lo spaccio.
Fondamentale la collaborazione dell’A.S.M. di Terni, la partecipata del Comune che si è occupata di rimuovere tutti i materiali rinvenuti, restituendo all’area una condizione di decoro e sicurezza. Un segnale concreto di ripristino della legalità in una zona che, per caratteristiche morfologiche, rimane vulnerabile a questo tipo di fenomeni.
A rafforzare il quadro investigativo sono state le testimonianze dei cittadini presenti nell’area: alcuni escursionisti, altri proprietari di terreni confinanti, hanno confermato ai militari di aver notato movimenti sospetti da tempo. Persone che, con una certa regolarità, si addentravano nei boschi portando con sé zaini e borse, per poi sparire tra la vegetazione. La scelta di queste aree non è casuale: garantiscono copertura, vie di fuga in più direzioni e soprattutto una distanza di sicurezza dal centro cittadino e dai presidi di videosorveglianza.
Il messaggio che arriva dalle forze dell’ordine è netto: la morsa contro lo spaccio non si allenta. Anzi, le aree più impervie dell’Umbria saranno presidiate con controlli periodici, sopralluoghi improvvisi e il monitoraggio di nuove segnalazioni. Una strategia che abbina l’azione repressiva, necessaria per sgominare le reti di spaccio consolidate, a quella preventiva, altrettanto fondamentale per dissuadere nuove occupazioni abusive e impedire che il fenomeno si sposti da una zona all’altra.
Il ripristino del decoro ambientale e la bonifica dei boschi rappresentano un segnale forte anche per la cittadinanza: la lotta allo spaccio passa anche dal recupero degli spazi pubblici e naturali, sottraendoli all’ombra dell’illegalità e restituendoli alla collettività.
Solo pochi giorni fa, infatti, un altro colpo importante è stato inferto alla criminalità locale grazie a un maxi blitz condotto dalla Squadra Mobile della Questura di Terni, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo e le unità cinofile antidroga e antiesplosive.
Un’operazione, quest’ultima, che ha portato allo smantellamento di un’organizzazione criminale ben strutturata, composta da cittadini nordafricani e italiani, radicata da anni nel tessuto urbano di Terni. Le indagini hanno permesso di ricostruire una fitta rete di spaccio di cocaina, hashish ed eroina, distribuite con una catena di ruoli e compiti definiti, copertura logistica e metodi per eludere i controlli. Il blitz ha coinvolto decine di agenti e portato all’emissione di 21 misure cautelari su richiesta del pubblico ministero Marco Panucci: 9 custodie cautelari in carcere, 8 arresti domiciliari e 4 divieti di dimora con obbligo di firma.