Un destino crudele e una storia che racconta, meglio di tante parole, le conseguenze di un sistema che si muove troppo lentamente. A Terni, un uomo di 82 anni è morto il giorno prima dell’apertura del bando per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale sociale. Per anni aveva chiesto una casa adatta alle proprie condizioni di salute e a quelle della moglie, ma la risposta è arrivata troppo tardi.
A denunciare la vicenda è Matteo Lattanzi, rappresentante del Sunia, il sindacato degli inquilini. “Lunedì l'ho chiamato per comunicare che, dopo anni, il bando per avere l'alloggio era finalmente aperto. E che sarei andato a casa sua per aiutarlo a compilare la domanda. Purtroppo i familiari mi hanno comunicato che era venuto a mancare il giorno prima”, racconta all'ANSA. L’anziano viveva insieme alla moglie in un appartamento al terzo piano di una palazzina senza ascensore: una situazione diventata insostenibile con il passare del tempo, aggravata dalle difficoltà motorie di entrambi.
Il genero ha confermato che la richiesta di un nuovo alloggio risaliva a circa otto anni fa. “Sono state tante le istanze e le richieste presentate per un adeguamento dell'alloggio o per ottenere una nuova sistemazione che consentisse loro di non essere più bloccati, rinchiusi in casa. Ma nulla. Nel tempo si era anche reso disponibile a sostenere i costi di ristrutturazione di un appartamento che si era liberato, pur di condurre un'esistenza libera e dignitosa. Nessuna amministrazione, di qualunque colore politico, ha dato loro questa possibilità”.
La vicenda mette in luce un problema strutturale: le lungaggini della burocrazia legata all’edilizia residenziale pubblica. In Umbria, come in molte altre regioni, i bandi per l'assegnazione degli alloggi non sono sempre aperti, ma vengono pubblicati periodicamente. Ciò significa che chi si trova in situazioni di emergenza deve attendere mesi, a volte anni, per poter anche solo presentare una domanda.
“Questa triste vicenda dimostra che il tempo scorre per gli esseri umani, non per la burocrazia”, sottolinea Lattanzi. Negli anni l’anziano aveva scritto lettere e sollecitato enti e istituzioni, senza ottenere mai una soluzione. L’ultima apertura del bando, arrivata dopo un lungo silenzio amministrativo, rappresentava per lui un'ultima speranza: quella di vivere finalmente in una casa accessibile, dove potersi muovere senza paura di restare prigioniero delle scale.
Dietro la storia di questo ottantaduenne si nasconde quella di molti altri anziani che, a Terni e nel resto d’Italia, vivono in abitazioni inadatte alle proprie condizioni di salute. Case vecchie, spesso prive di ascensori o di servizi accessibili, che diventano gabbie per chi ha difficoltà motorie. Le famiglie, pur consapevoli della necessità di un intervento, si scontrano con la mancanza di risorse e con procedure complesse.
Il Sunia chiede ora che episodi come questo non restino isolati o dimenticati. L’invito è a rendere continuativi i bandi per l’edilizia sociale e a semplificare i percorsi di assegnazione, così da evitare che il diritto a un'abitazione dignitosa venga vanificato dalla lentezza della macchina amministrativa.
Una casa adatta alle proprie necessità non è un privilegio, ma un diritto. E la storia di questo uomo di Terni, morto a un passo dal vederlo riconosciuto, resta come monito doloroso di quanto la distanza tra le persone e le istituzioni possa essere, a volte, insormontabile.
Intanto sul fronte delle case popolari i sindacati degli inquilini chiamano in causa direttamente Palazzo Spada e il sindaco Bandecchi: denunciano la presenza di 30 alloggi disponibili, ma con la commissione comunale di valutazione ferma dal 17 luglio. "30 sono libere, le famiglie aspettano", è il messaggio che Sunia, Sicet e Uniat rilanciano chiedendo di rimuovere gli ostacoli e convocare subito l’organismo che esamina le domande. "È una vergogna che ci siano tante famiglie senza casa", aggiungono, ricordando che tra gli aventi diritto figurano persone sfrattate, con Isee bassissimo o pensioni minime. In assenza di risposte, avvertono, non sono escluse iniziative di protesta sotto il Comune.