"Non abbiate paura di essere voi sé stessi e di non avere paura di mostrarsi per quello che sono e così forse si incontra il vero amore, che non è prevaricazione e vivere la vita degli altri, ma è solamente donare sé stessi". Queste parole di Gino Ceccettin, padre di Giulia e presidente della Fondazione (che porta il nome della giovane vittima di femminicidio) rispondendo in un incontro con oltre 500 ragazzi tra le studentesse e gli studenti di Terni a Palazzo Gazzoli.
Gino Cecchettin ha incontrato gli studenti delle scuole secondarie di 2/o grado di Terni per un "Dialogo aperto sull'educazione al rispetto, sul contrasto agli stereotipi, sulla prevenzione della violenza di genere". L'incontro è stato un modo per sentire la testimonianza e le parole di padre di Giulia vittima di femminicidio nel 2023.
"Non sono un educatore - ha detto Gino Cecchettin - ma parlo a loro come genitore portando la mia esperienza. Pensiamo sempre che l’amore sia ciò che riceviamo, invece è un atto di fede, che dobbiamo fare, per dare all’altro".
"Io sono un papà - continua Gino Cecchettin - Non sono il dottor Gino, il signor Gino. Tutti appellativi che mi mettono in imbarazzo. Sono un papà che non si è ostinato a dire ‘fine’ alla storia d’amore con la propria figlia e voglio continuare a farla vivere, quindi vi racconterò la mia storia. Da genitore, come farei con Elena e Davide, come facevo con Giulia. Guardatemi come fossi un papà".
"Quando una relazione finisce, non si può andare oltre - ha continuato il papà di Giulia - Anzi, se continui ad amare quella persona dovresti volere il meglio per lei. Quando ci sono situazioni di violenza, questo non succede. Chi vede la relazione in termini di possesso interpreta male quella che è la parola amore".
"Oggi è il 20 ottobre - ha ricordato Cecchettin - tre anni fa mia moglie esalava l’ultimo respiro. Siamo riusciti a ritagliarci qualche momento di intimità e io, in quell’occasione, le ho chiesto scusa. Scusa perché magari si aspettava di più da un marito. Lei mi ha confortato. Non sono credente, ma in quel momento ho pregato e ho detto: ‘Perché non prendi la mia vita e la dai a lei che la merita molto di più’. In quel momento lì ho capito l’essenza dell’amore".
A introdurre il dialogo, con gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado, è stata la dirigente del Comune settore Welfare, Donatella Accardo: "La violenza è un fenomeno trasversale, al quale non ci si deve abituare. A Terni, nel mese di luglio, sono state 70 le donne accolte nei rifugi del Comune. Accogliamo anche donne fuori dall’Umbria che scappano dal maltrattante".
"Ho avuto il grande onore di rappresentare l'amministrazione del sindaco Bandecchi - ha dichiarato l'assessore Alessandra Salinetti - in questo incontro così carico di sentimenti e di spessore umano. Ho avuto il grande piacere di conoscere una persona di notevole caratura come Gino Cecchettin, che ho accolto a Terni, insieme alla Rete Antiviolenza e l'ordine degli avvocati, fin dalla serata di domenica. Il dialogo tra il papà di Giulia e gli alunni delle scuole superiori di Terni è stato soprattutto un confronto sui valori del rispetto, della capacità di interagire tenendo alta la vita umana che è sacra, ancora di più quando stiamo parlando di ragazzi e ragazze piene di prospettive".
"Sono state ore intense - ha ribadito l'assessore Salinetti - che hanno affrontato i temi della violenza, della sopraffazione, della libertà. Cecchettin ha parlato da padre, da persona colpita da un lutto allucinante ma che nel nome della figlia ha saputo trovare la forza di essere testimone, di mettersi a servizio di tanti altri giovani perchè vicende del genere accadano sempre di meno. Cecchettin ha parlato di relazioni tossiche, da non confondere assolutamente con l'amore, e ha invitato i ragazzi e le ragazze a cogliere fin da subito i segnali di relazioni malsane che minano la libertà individuale e l'autostima. Ringrazio a nome di tutta la città la direzione Welfare e l'assessore Altamura di aver organizzato questo splendido appuntamento".