Il Comune di Terni è stato fra i primi ad accogliere le istanze previste della riforma Cartabia adoperandosi nella sensibilizzazione verso la giustizia riparativa. Un modello che prevede che chi ha commesso un reato collabori attivamente per "rimediare" alla propria condotta lesiva, accorciando in qualche modo quella distanza, a volte abissale, tra chi è dietro le sbarre e quanti si trovano fuori.
In questo senso l'assessorato al Welfare guidato da Viviana Altamura, per primo in Umbria, ha attivato recentemente un percorso di sensibilizzazione sulla giustizia riparativa, sulla gestione del conflitto e la cura delle relazioni in ambito sociale. 'Comunità in Cammino', questo il titolo, si è concluso all'inizio di giugno con l'ultimo dei tre moduli, ed è stato il primo importante passo verso quello che diventerà il Centro Regionale di Giustizia Riparativa, un nuovo organismo con sede proprio a Terni. Un primato di umanità per la città dell'acciaio che ospita un istituto penitenziario importante.
L'ufficialità della prossima apertura del Centro Regionale è arrivata proprio ieri durante la riunione a cui hanno preso parte, oltre all'assessora Altamura, anche il vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, l'assessore regionale al Welfare, Fabio Barcaioli, e i rappresentanti degli enti territoriali umbri.
"La giustizia riparativa è un approccio che mira a riparare il danno causato da un reato attraverso il coinvolgimento della vittima, dell'offensore e della comunità, favorendo il dialogo e la riabilitazione" ha spiegato l'assessora Altamura.
L'apertura del Centro è stata accolta molto positivamente definendola come "un passo fondamentale per la promozione di una cultura della giustizia più inclusiva e orientata al recupero, a beneficio di tutta la comunità umbra. L'individuazione di Terni come centro a disposizione di tutta la regione è una ubicazione di particolare rilevanza, che vede premiata la capacità della città e di questa amministrazione di reperire strutture e approntare progettualità".
L'individuazione di Terni quale sede del Centro Regionale per la giustizia riparativa giunge quindi nell'ambito di un percorso articolato, fatto di impegni concreti verso un sostanziale cambiamento di paradigma.
"Questo è un momento di enorme orgoglio per Terni - ha concluso Altamura -. Il riconoscimento della nostra città come sede regionale per un servizio di così ampia portata, evento molto raro nel passato, testimonia l'impegno e l'efficacia del nostro sistema di servizi locali. Terni sta diventando una città attrattiva per la sua capacità di offrire servizi, sia pubblici che privati, per eserre un punto di riferimento per il territorio. La città baricentrica e protagonista dal punto di vista territorio passa anche attraverso questa struttura del ministero della giustizia che siamo riusciti ad ottenere".
La riforma Cartabia ha introdotto la giustizia riparativa prevedendola come strumento complementare alla giustizia "tradizionale". Nel testo del Dl 150/2022 essa è definita come "ogni programma che consente alla vittima del reato, alla persona indicata come autore dell'offesa e ad altri soggetti appartenenti alla comunità di partecipare liberamente, in modo consensuale, attivo e volontario, alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, con l'aiuto di un terzo imparziale, adeguatamente formato, denominato mediatore".
La giustizia riparativa, di derivazione anglosassone, rappresenta una via per la risoluzione del conflitto che parte anzitutto dal dialogo, facilitato appunto da un mediatore, in cui non si cerca di ottenere la punizione dell'autore del reato, bensì si punta a risanare un rapporto con la società che è venuto meno quando il reato è stato commesso. Tra chi ha commesso il reato e chi l'ha subito si instaura, e qui sta il nocciolo, un contatto dove la persona offesa può esprimere i propri sentimenti e il condannato responsabilizzarsi.