23 May, 2025 - 21:00

Ternana Women in trionfo a Palazzo Spada: ecco la lettera che ha emozionato tutti

Ternana Women in trionfo a Palazzo Spada: ecco la lettera che ha emozionato tutti

La Sala Consiliare di Palazzo Spada, gremita e vibrante d’entusiasmo, è stata questa mattina lo scenario perfetto per rendere omaggio alle nuove campionesse della Serie B femminile: la Ternana Women. Un traguardo straordinario, frutto di una visione condivisa, di sacrifici, di passione e, soprattutto, di un’identità forte e orgogliosamente rossoverde.

Una festa istituzionale, certo, ma anche e soprattutto umana e carica di emozione. Non poteva essere diversamente per una squadra che ha saputo scrivere la storia del calcio femminile umbro con una stagione da incorniciare. Presenti tutte le figure cardine del club, dai vertici dirigenziali fino alle protagoniste in campo, accompagnate da autorità locali e federali: il vicesindaco Riccardo Corridore, il presidente della Divisione Serie B femminile Laura Tinari, il vicepresidente regionale del Coni Fabio Moscatelli, il tecnico Antonio Cincotta, l’assessore allo sport Marco Schenardi, e naturalmente l’intera famiglia rossoverde.

Una famiglia che, come ha voluto sottolineare la calciatrice Martina Santoro, va oltre il campo e gli allenamenti. Santoro, giocatrice simbolo della Ternana, ha annunciato la scorsa settimana il proprio ritiro dal calcio giocato. Proprio lei, oggi, ha commosso tutti leggendo una lettera toccante.

La lettera di Martina Santoro commuove Palazzo Spada: “Eravamo già rotti, per questo siamo rimasti interi”

"Le facce che vedete oggi qui davanti a voi non sono state sempre così colorite e distese. Queste sono quelle di chi ha vinto, ma anche di chi, per farlo, è stato capace di indossare mille volti senza mai perdere se stesso.

Chissà perché delle vittorie nessuno ricorda il prima. Si parla sempre di ciò che è successo dopo, poco di come si è arrivati a ottenerle. Chi eri quando hai cominciato? Ma soprattutto: chi sei oggi?

Questa storia parte da lontano. È figlia di sacrifici e ideali profondi. Della certezza di essere e della volontà di diventare. Di un disperato bisogno di credere e non cedere il passo. Perché pensare che qualcosa sia possibile aumenta di gran lunga le possibilità di farcela, ed essere predisposti al sacrificio ti consegnerà le chiavi del destino.

Oggi non è soltanto l’epilogo naturale di una stagione brillante, fatta di vittorie, bel calcio e riflettori puntati. È anche l’occasione giusta per ricostruire i dettagli e ricomporre il mosaico.

Siamo tessere di diverse materie in natura, tanti piccoli pezzettini impossibili da distruggere perché già frammentati. Scelti in origine per resistere e rivestire il pavimento ruvido di un castello fragile e solido al tempo stesso. Sopravvissuti agli eventi sismici, impermeabili alla pioggia, pronti ai vuoti d’aria.

In questo folle viaggio ognuno ha sentito il bisogno di portare se stesso, sfruttando le varietà e facendole diventare un valore fondamentale dell’insieme. Dall’idea primordiale si è passati all’epoca del Rinascimento, lì dove il mosaico veniva considerato una tecnica unica in grado di durare nel tempo senza perdere la vivacità dei colori.

Per il Vasari, una sorta di pittura eterna. Come eterno sarà il ricordo di Fabio, il tassello numero uno da cui tutto è iniziato.

Non ci siamo scelti: sembra retorico, invece è raro. Perché quando accade e le cose vanno bene, nessuno lo ammette. Noi invece ci siamo guardati negli occhi e abbiamo stabilito che sarebbe stato fondamentale sviluppare il più possibile la capacità di unire pezzi di diversa natura e convogliarli in un’unica opera.

Se volevamo arrivare, avremmo dovuto avere il coraggio di partire. È la vittoria di un tecnico, di uno staff e di un gruppo che, nonostante i lontani e diversi punti di partenza, ha imparato a essere vincente incontrandosi a metà strada. E per farlo ha costruito un modo capace di durare nel tempo.

È la vittoria di una società che mette a disposizione tutta se stessa, pur di garantire a chi la abita la giusta dose di ogni ingrediente. Che si spinge oltre e non ha paura di guardare lontano.

Di un amministratore e una direttrice capaci di trasformarsi in ogni occasione, capaci di essere semplicemente Paolo e Isabella.

Di un presidente che vive costantemente la propria vita come se quel tempo fosse l’ultimo, l’unico a disposizione. Come i minuti di recupero della partita più importante della sua stagione interiore.

Di un uomo che ha colmato le distanze tra il dire e il fare, che, come il più abile dei surfisti,  ha imparato a domare le onde di quel mare di mezzo.

È la nostra vittoria. E parafrasando una vecchia canzone: siamo la squadra più bella del mondo. E ci dispiace per gli altri, che sono tristi perché non sanno più cos’è il pallone. Eravamo già rotti, è per questo che siamo rimasti interi".

Capitan Pacioni: "Cotnente per aver mantenuto la promessa fatta"

Altrettanto significative le parole rilasciate dalla capitana Eleonora Pacioni ai canali ufficiali della FIGC Femminile:

"È un’emozione unica. Siamo contente per aver mantenuto la promessa fatta alla città e ai nostri tifosi. L’unica cosa che ci ha permesso di vincere questo campionato è il fatto che avevamo un motivo più grande delle altre squadre, ovvero il nome che abbiamo scritto su questa maglia: Fabio Melillo. Ho deciso di sposare questo progetto tre anni fa, e ho deciso di farlo con Fabio. Mi dispiace che non sia più con me, ma sono felice di portare avanti tutto questo".

 

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Lorenzo Farneti
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