Se non sarà domani, venerdì 12 settembre, il closing per la cessione della Ternana sarà programmato al più tardi sabato. Il notaio Anderlini di Roma è pre-allertato da tutte le parti in causa e quello che filtra dai consulenti, che hanno lavorato tutto il giorno in conference call dai rispettivi uffici, è un ottimismo cauto ma deciso. Entro il fine settimana il Gruppo Villa Claudia della famiglia Rizzo dovrebbe subentrare ai fratelli D'Alessandro alla guida della Ternana Calcio. Ma siccome l'operazione è complessa e impatta anche altre realtà societarie, per tutta la giornata odierna si sono intrecciati contatti, trattative, aggiustamenti ai documenti, negoziazioni e mediazioni.
Non c'è, infatti, solo la Ternana da sistemare, ma occorre far quadrare i conti sulla Stadium Spa e chiudere la partita che riguarda il ramo d'azienda della struttura sanitaria privata, che dovrà alimentare con 14 milioni di euro il progetto di riqualificazione dello stadio Liberati. Avevamo anticipato nell'articolo di ieri che saremmo tornati con un approfondimento su questa partita. Forse la più complessa e decisiva per dare un futuro alla squadra di calcio.
Non è un mistero ed è del tutto legittimo, infatti, che Gian Luigi Rizzo - imprenditore capitolino di successo nel settore sanitario - sia stato attratto dall'ingresso nel calcio proprio dalla possibilità di valorizzare l'intuizione che Stefano Bandecchi ebbe qualche anno fa: legare l'interesse pubblico della realizzazione di un nuovo stadio moderno e funzionale alla costruzione e accreditamento di una clinica privata. Un progetto dell'imprenditore diventato poi sindaco che, vale la pena ricordare, non ebbe opposizioni nelle sedi politiche, se non qualche astensione in consiglio comunale.
È stato proprio quello della tutela dell'interesse pubblico l'ultimo scoglio da superare, o meglio l'ultimo miglio da percorrere. Rizzo e il suo gruppo, infatti, sono chiamati non solo a rilevare la squadra rossoverde e il pacchetto azionario che la controlla, ma anche a garantire che lo stadio si farà e che la Stadium Spa sarà adeguatamente dotata dei mezzi propri, necessari a garantire l'avvio dell'operazione Stadio-Clinica.
Finora era la Ternana Women ad essersi fatta carico, acquisendo il ramo d'azienda della struttura sanitaria, dei 14 milioni di euro necessari a sostenere il Piano Economico e Finanziario (PEF) previsto dalla convenzione firmata da Comune e Ternana. Ora, rilevando il progetto dalla società calcistica femminile della città controllata dall'Università Nicolò Cusano, questa dotazione dovrà essere garantita dai nuovi proprietari in pectore della Ternana.
Il sindaco di Terni e fondatore di Unicusano, Stefano Bandecchi, ha già messo a disposizione gratuitamente il progetto (vale a dire la complessa attività di sviluppo del costruendo asset della clinica, ndr), per sostenere una positiva soluzione della lunga e intricata trattativa. Ma ha anche rivendicato chiarezza sugli obiettivi futuri, attraverso il lavoro dei suoi consulenti e advisor legali e finanziari, a tutela degli interessi cittadini.
Condizioni che, con una semplificazione giornalistica, si possono riassumere in due temi centrali: che la Ternana venga gestita direttamente dalla famiglia Rizzo e che il progetto del nuovo Liberati sia blindato con un adeguato piano di finanziamento.
La giornata di ieri è servita a fugare gli ultimi dubbi. Normali in una transazione di questo tipo. Non va dimenticato, infatti, che la Ternana si porta dietro un consistente monte debitorio, al quale si aggiungono i costi gestionali (drasticamente ridotti grazie al capolavoro di Carlo Mammarella), i soldi da versare per adempiere alle scadenze federali del 16 settembre e a quelle societarie con fisco, erario e previdenza del 16 ottobre, gli oltre 2 milioni di euro da restituire a Unicusano per aver salvato la squadra dall'Eccellenza, anticipando i canoni della struttura sanitaria e, infine, proprio gli investimenti in capitalizzazione della Stadium da fare per poter attivare la leva finanziaria destinata a sostenere i costi del cantiere del nuovo stadio.
Su tutte queste partite si sarebbe trovata una convergenza dopo una giornata di alacre lavoro dei consulenti del Gruppo Villa Claudia, del project manager di Stadio-Clinica Sergio Anibaldi (figura tecnica centrale in tutta l'operazione) e degli advisor della Ternana Women. Parallelamente anche i fratelli Stefano e Maurizio D'Alessandro hanno operato come da programma: il bilancio della Ternana al 30 giugno (spalla dell'operazione richiesta dall'acquirente) è stato approvato con la formula della "ragionevole certezza" della chiusura della compravendita delle quote. Così come sono state previste e abbozzate, in attesa del closing, le relative manleve.
Ora resta da chiarire un aspetto, sul quale avevamo avanzato alcune domande. Chi sarà a guidare il club di via della Bardesca? Inutile dire che il Comune di Terni, co-firmatario della convenzione per la cessione del diritto di superficie dello stadio, sarebbe rassicurato dall'indicazione di un profilo di primo livello della famiglia Rizzo.
Il dottor Gian Luigi Rizzo, titolare e amministratore di Nuova Villa Claudia e delle altre aziende del Gruppo, sarebbe la figura di maggiore garanzia. In serata, però, circolava anche l'identikit della figlia dell'imprenditore. Questioni come la richiesta di sponsorizzazione avanzata all'Università Nicolò Cusano oppure i ruoli di alcuni consulenti nell'operazione, vengono considerati secondari.
L'obiettivo delle parti, che già domattina torneranno a confrontarsi, è dunque confermato: arrivare al closing già in giornata, o al più tardi domani. Per consentire alla squadra di avere certezze già da domenica con la gara contro il Carpi, alla città di sapere di poter contare su una nuova proprietà del club rossoverde, al Comune di Terni di avere un interlocutore affidabile e pronto a portare a termine l'operazione urbanistica più rilevante degli ultimi decenni.