Un Arlecchino che inciampa e si rialza, uno Shakespeare che scappa tra vicoli italiani e una cena di famiglia che svela i paradossi del nostro tempo. Questo fine settimana i teatri dell'Umbria diventano palcoscenico di un caleidoscopio di storie e linguaggi, in cui la finzione si mescola alla realtà per raccontare il presente con occhi nuovi. Un weekend da non perdere per chi ama il teatro che osa e sorprende.
A Spoleto, Foligno e Perugia va in scena “Arlecchino?”, l’ultimo lavoro di Marco Baliani con un magnetico Andrea Pennacchi. Niente paillettes o lazzi, ma un Arlecchino spaesato, disarmante, imperfetto. Un antieroe tragicomico che cerca di aderire al ruolo che la tradizione gli impone, senza mai riuscirci davvero. "Lui prova in tutti i modi a essere all'altezza del personaggio, ma non ne azzecca una. E non è solo: tutto attorno a lui è fuori asse", spiega Baliani.
Il testo, prodotto da Gli Ipocriti Melina Balsamo con il Teatro Stabile del Veneto, è un viaggio vertiginoso tra generi e linguaggi. La regia rompe gli schemi: cabaret, avanspettacolo e commedia si fondono in un ritmo vorticoso e volutamente sbilenco. Pennacchi, noto al pubblico per il personaggio del Pojana e per la serie "Petra", qui si rivela sorprendente interprete di una maschera che diventa specchio del nostro tempo. Accanto a lui, un cast affiatato: da Maria Celeste Carobene a Miguel Gobbo Diaz, le presenze in scena amplificano il caos creativo e poetico dell'opera.
L'appuntamento è dal 4 al 6 aprile a Perugia al Teatro Morlacchi. Domenica 6 aprile è prevista anche una replica audiodescritta per il pubblico non vedente.
Il weekend teatrale umbro si arricchisce anche con un evento letterario d'autore che coinvolge sempre l'attore veneto. Sabato 5 aprile, alle 11.30, al T-Trane Record Store di Perugia, Andrea Pennacchi presenta il suo romanzo d’esordio: "Se la rosa non avesse il suo nome". L’autore rilegge la figura di William Shakespeare, immaginandolo alle prese con una missione segreta nella Padova del Cinquecento, nel pieno di una faida tra Montecchi e Capuleti. Il futuro Bardo si trova coinvolto in un delitto e costretto alla fuga in una sarabanda di personaggi tragicomici, tra frati, ostesse e studenti con troppi segreti.
Pennacchi, da studioso e interprete shakespeariano, costruisce un giallo brillante che mescola storia, invenzione e ritmo teatrale. Una storia d’amore, potere e fughe rocambolesche, che conferma la versatilità di un artista capace di attraversare con intelligenza i linguaggi della scena e della parola scritta.
Chi cerca un teatro più essenziale e politico può dirigersi domenica 6 aprile a Bevagna, dove il Teatro Torti ospita “Seconda classe”, il nuovo lavoro del gruppo romano Controcanto Collettivo. La compagnia, guidata da Clara Sancricca, torna a interrogare le contraddizioni del nostro vivere quotidiano, stavolta mettendo al centro la ricchezza, il privilegio e la loro ostentata esclusività.
"La vera ricchezza è sapere che altri hanno meno", denuncia lo spettacolo. E la scena si trasforma in una cena tra parenti, dove nessuno sembra indignato di fronte all’ingiustizia sistemica: l’orizzonte capitalistico appare come l’unico possibile. Una drammaturgia scarna ma densa, che riflette con lucidità e ironia su un presente abituato a gerarchie e diseguaglianze.
Con pochi elementi e un linguaggio diretto, “Seconda classe” conferma la forza di un teatro civile che non fa sconti, ma sa coinvolgere e interrogare profondamente lo spettatore. Un esempio di come il teatro possa ancora farsi coscienza critica e specchio del reale.
Il teatro umbro di questo fine settimana non è intrattenimento, ma esperienza viva. Dalle maschere scomposte di Pennacchi alle ingiustizie messe a nudo da Sancricca, passando per le fughe letterarie tra Shakespeare e i Montecchi, lo spettatore è chiamato a compiere un viaggio. Un viaggio tra comicità, dramma, sogno e denuncia, in cui ogni replica è un invito a guardare il mondo con occhi diversi.
Per chi ama il teatro che cambia, provoca e incanta, l'Umbria questo weekend è il posto giusto dove essere.