03 May, 2025 - 09:45

Stadio-clinica a Terni, bufera politica sulla sentenza del TAR che però non cambia le carte in tavola

Stadio-clinica a Terni, bufera politica sulla sentenza del TAR che però non cambia le carte in tavola

Si dice che in Italia i tempi della giustizia non coincidono con quelli della politica o dell'imprenditoria. Figurarsi i tempi della giustizia amministrativa, spesso chiamata a confrontarsi con situazioni che cambiano velocemente e radicalmente. E così la sentenza del TAR dell'Umbria, che ha respinto il ricorso dell'allora Ternana Unicusano Calcio contro la delibera della giunta regionale del 2022 sull'accreditamento dei posti letto per la sanità, ha scatenato polemiche politiche ma non ha creato grandi intoppi al progetto Stadio-Clinica. 
La vicenda, infatti, riguardava un braccio di ferro tra la Regione Umbria (allora guidata da Donatella Tesei) e Stefano Bandecchi, ai tempi non ancora sceso in campo e impegnato a costruire l'operazione immobiliare e sanitaria che cambierà volto all'area del Liberati. L'allora patron della Ternana riteneva che ci fossero i presupposti per l'accreditamento presso la sanità pubblica dei posti letto della costruenda clinica già in fase progettuale. La Regione, invece, sostenne che la clinica doveva essere prima costruita e "testata" per verificarne la rispondenza agli standard del servizio sanitario nazionale. Ne nascque una lunga querelle che culminò col ricorso, che arriva però come una foto in bianco e nero, che ritrae una polemica del passato.
Tre anni sembrano pochi, infatti, ma da quando fu presentato il ricorso alla decisione dei giudici del tribunale amministrativo di ieri, di acqua sotto i ponti ne è passata una quantità industriale. 

Stadio-Clinica a Terni: cambiati gli scenari, i protagonisti e le condizioni politiche e amministrative. La Ternana conferma il progetto

Nel frattempo, infatti, è cambiato il contesto, col passaggio di mano di club calcistici e terreni. Sono cambiati i rapporti di forza della politica regionale, col Patto Avanti di centrosinistra a governare la Regione e Stefano Bandecchi a guidare il Comune di Terni e anche la Provincia. Sono cambiati i protagonisti della vicenda, con l'assessore Coletto autore della delibera impugnata che è tornato in Veneto dopo la sconfitta delle regionali 2024. È cambiata la titolarità del progetto, con il ricorrente, la Ternana, che ora è in mano al romano D'Alessandro. Lo stesso TAR ha bocciato i ricorsi di un altro privato per l'accreditamento di 80 posti letto. E sono cambiati pure i portatori di interesse dei vari comparti di un intervento di finanza di progetto che non ha più un unico promotore (la allora Ternana di Stefano Bandecchi), ma due soggetti ben distinti anche se con lo stesso stemma e gli stessi colori. La Ternana Calcio di D'Alessandro per il nuovo Liberati e quella Women di Unicusano per la clinica.

Non a caso, proprio Stefano D'Alessandro, ha fatto sapere che "la decisione non ha inciso e non inciderà in alcun modo sull’iter per la realizzazione del nuovo stadio, che proseguirà secondo i termini e le modalità previste". Il club non procederà con un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato. Insomma, una tempesta giuridica che non cambia lo scenario sul quale Ternana e Comune stanno lavorando (verso la firma della convenzione per garantire l'iscrizione al prossimo campionato). E che lascia cristallizzato l'accordo economico tra i due protagonisti del progetto: il club per la parte riguardante lo stadio e la Ternana Women, proprietaria dei terreni, per la parte concernente la clinica privata. 

L'iter va avanti, ma infuria la bagarre politica. Centrosinistra scatenato contro Bandecchi in Comune e Regione

Lunga premessa per introdurre le polemiche esplose dopo la sentenza. I primi a uscire allo scoperto sono il capogruppo PD in Consiglio comunale, Emidio Gubbiotti, e il segretario comunale Pierluigi Spinelli

"La sentenza del Tar sulla questione stadio-clinica è perfettamente aderente a quello che il PD di Terni ha sempre sostenuto negli ultimi 5 anni - affermano -. Chi fa impresa privata nel settore sociosanitario e socioassistenziale, è tenuto a predisporre come prima cosa la struttura, per poi seguire inderogabilmente l'iter legislativo indicato dalla Regione per poter arrivare ad una convenzione. La sentenza, dunque, non ci stupisce perché conferma una linea razionale che sarebbe anzi dovuta essere quella di tutte le parti a vario titolo in causa. La ricerca di canali preferenziali non poteva essere certo avallata dal TAR, nonostante l'ego e l'arroganza dei soggetti coinvolti".

Dichiarazioni a cui poco dopo fanno seguito quelle dei consiglieri regionali di centrosinistra. La nota la firmano in sei, i capigruppo di Umbria Domani, Tagliaferri, dei 5 Stelle, Simonetti e del PD, Betti, e poi Ricci di AVS e Filipponi e Maria Grazia Proietti dei Dem. Il loro è un attacco frontale a Stefano Bandecchi e al progetto.

"Il TAR boccia Bandecchi e l’insussistenza della sua clinica - scandiscono -. Sono teatrini inutili di chi ha promosso il fallimento del servizio sanitario pubblico pensando solo al suo interesse personale. Riteniamo profondamente irrispettoso il continuo richiamo di Bandecchi a pagare di tasca propria i medici. Questa affermazione stride fortemente con la sua ossessiva attenzione ai propri interessi economici e fa il paio con i cinque anni disastrosi di gestione della sanità pubblica da parte del centrodestra guidato dalla giunta Tesei, contro la quale inizialmente si scagliava per poi stringerci accordi".

Infine, il ritorno di un leit motiv politico mai passato di moda e che si rinnova con nuovi protagonisti e nuovi terreni di scontro. Quello del conflitto d'interessi. "La vicenda chiarisce l'interesse del sindaco di Terni - affermano nella nota i sei consiglieri regionali -, che è strettamente legato al business della sanità privata e alle sue mire politiche che portano verso Roma. Non da ultimo il collegamento con Forza Italia alle elezioni regionali prima, in città a Terni poi. Per costruire la sua clinica privata, Bandecchi necessita dei permessi del Comune di Terni, da lui stesso guidato. Un macroscopico conflitto di interessi al quale si somma, la mancanza di volontà di assumersi il rischio d'impresa". 

Alternativa Popolare e Melasecche (Lega) rintuzzano le polemiche del centrosinistra su Clinica-Stadio

È l'assessore ai lavori pubblici del Comune di Terni, Giovanni Maggi, il primo a replicare al centrosinistra e alla polemica post-sentenza. "Stupisce non tanto l'accanimento ideologico del centrosinistra contro questo progetto - sostiene l'amministratore comunale di Alternativa Popolare -, bensi quello dei consiglieri ternani eletti in Regione contro la realizzazione di una clinica a Terni. Mentre tollerano e incentivano le cliniche e le collaborazioni con i privati nel Perugino. Per meri calcoli politici, questi consiglieri vanno contro gli interessi della città. Eletti con i voti dei ternani continuano a perseguire con continuità una modalità operativa che già in passato ha portato disastri e il depotenziamento della sanità locale a tutto vantaggio dell'alta Umbria". 

Attivissimo sui social anche il consigliere comunale e provinciale di Alternativa Popolare Mirko Presciuttini. "Vanno in Regione coi voti dei ternani - attacca - e poi fabbo gli interessi di Perugia. Si dovrebbero vergognare". 

E in campo scende a difesa del progetto anche l'ex assessore comunale e regionale alle infrastrutture Enrico Melasecche (Lega). Che ricorda il ruolo svolto personalmente a sostegno del progetto Stadio-Clinica. 

"La sanità privata a Perugia ha cinque cliniche private che ottengono 34 milioni l’anno dalla Regione - contrattacca il consigliere regionale Melasecche, rintuzzando la polemica del centrosinistra -. Sono soldi anche dei ternani. Ma a Terni zero, fanno solo una battaglia ideologica e di interessi per la poltrona. È ora che gli elettori comprendano che se la città arretra è in gran parte colpa di alcuni ternani. Questa maggioranza in Regione si deve solo vergognare. Il progetto l’ho sostenuto con tutte le mie forze, perché riporta un minimo di equilibrio fra le due province in tema di sanità privata, regala a Terni una struttura pubblica (gratis) di grande prestigio ed attrattività come il nuovo stadio Liberati, crea nel complesso 200 posti di lavoro, dota l’Umbria dello stadio più moderno, funzionale e di prestigio, realizzato in parte peraltro con acciaio inossidabile delle acciaierie. Perchè remare contro?".
AUTORE
foto autore
Federico Zacaglioni
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