09 Nov, 2025 - 10:15

Stadio-Clinica, il PD difende la Regione, dal giudice Socci critiche a Perugia: è bufera social dopo la diffida della Ternana

Stadio-Clinica, il PD difende la Regione, dal giudice Socci critiche a Perugia: è bufera social dopo la diffida della Ternana

La notizia dell lettera di diffida inviata dalla Ternana Calcio alla Regione Umbria per il presunto danno derivante dal ricorso al TAR contro il progetto Stadio-Clinica ha innescato una reazione politica e sui social di grande impatto.
Da una parte, la difesa del Partito Democratico (PD), che attraverso il capogruppo in Consiglio Comunale di Terni, Emidio Gubbiotti, sostiene e legittima l’operato della Regione Umbria. Dall’altra, la bufera sui social network e la dura reazione d una parte molto consistente della città, che percepisce il ricorso come un tradimento istituzionale alle legittime aspirazioni di sviluppo del territorio. Nel mezzo, la voce autorevole del giudice Angelo Matteo Socci, ternano, autore di numerosi testi giuridici, magistrato della Corte Suprema di Cassazione e Presidente di Corte di giustizia tributaria di primo grado, che evidenzia l'autogol comunicativo da parte di Palazzo Donini, legato agli interessi in ballo sulla sanità privata.

L’effetto della missiva legale (la notizia è stata data in esclusiva da Tag24 Umbria e ripresa da quasi tutti gli organi di informazione locali, ndr) firmata dall’avvocato Andrea Silvestri dello studio Legalit di Roma, dalla manager Laura Melis - amministratrice della Flaca Srl, la holding della famiglia Rizzo, proprietaria della Ternana Calcio - e sottoscritta, oltre che dal club, anche dalla Stadium Spa, ha superato il piano strettamente giuridico.
Ha prodotto un impatto politico e comunicativo immediato, evidenziando la frattura tra Terni e la Regione Umbria, vanificando il tentativo di “moral suasion” portato avanti dalla giunta regionale con la visita della presidente Proietti a Villa Claudia e ha isolato ulteriormente in città Palazzo Donini, percepito come distante dai bisogni del territorio ternano.

Il progetto da oltre 60 milioni di euro, che prevedeva la costruzione di un nuovo stadio cittadino integrato con una clinica privata moderna, era stato accolto come una delle più ambiziose operazioni di rigenerazione urbana e sviluppo economico per Terni. Il ricorso al TAR, presentato dalla Regione Umbria contro la determina comunale che approvava il piano, è stato vissuto da molti (e lo testimonia la reazione social) come un atto ostile, quasi uno schiaffo alla città di Terni.

Il capogruppo PD Gubbiotti: “Una società privata non può diffidare un’istituzione pubblica”

In questo clima teso, il capogruppo PD in Consiglio Comunale di Terni, Emidio Gubbiotti, avvocato e figura di riferimento del centrosinistra ternano, ha pubblicato un commento sarcastico, ma volto a contestare nel merito le argomentazioni di Ternana, Rizzo e Stadium.
“Quindi, una privata società di capitali diffida una istituzione pubblica - scrive Gubbiotti - per aver legittimamente esercitato un’azione quasi oltre i termini di legge, sostenendo che questa azione potrebbe ledere eventuali diritti della stessa società di capitali, legati a promesse fatte da un’altra istituzione pubblica, sulla base di un atto emesso da questa ultima. E poi, sempre la stessa società di capitali, che può rappresentare per legge solo e soltanto i propri soci, sostiene, in un atto di natura privatistica, che l’azione intrapresa di cui sopra possa ledere interessi di alcuni cittadini che nulla hanno a che vedere con la stessa società di capitali. Ok”.

Il post - insomma - ha l’obiettivo di smontare nel merito le basi della diffida della Ternana Calcio, evidenziando l’anomalia di un soggetto privato che pretende di influire su un atto amministrativo (il ricorso al TAR senza tentativo di conciliazione col Comune di Terni) della Regione. A sostegno di Gubbiotti è intervenuta la consigliera regionale PD Maria Grazia Proietti, che ha commentato: “Sono totalmente d’accordo con le parole del capogruppo PD comunale di Terni, esattamente il mio pensiero. Legalità sempre e comunque. Grazie Emidio".

Il PD ternano conferma così la propria linea politica, difendendo la legittimità dell’azione regionale e respingendo le accuse di danno economico e reputazionale sollevate dalla Ternana Calcio.

Il giudice di Cassazione Socci: “Terni e i suoi interessi sacrificati sull’altare del potere”

Sulla vicenda è intervenuto anche Angelo Matteo Socci, giudice della Suprema Corte di Cassazione, ternano, figura autorevole nel panorama giuridico nazionale. Socci ha evidenziato il risvolto politico e comunicativo della vicenda: “Clinica/Stadio a Terni. Gli interessi. Prima delle norme e oltre le norme esistono gli interessi (che spesso si definiscono diritti). È, evidentemente, interesse della città di Terni uno stadio nuovo e una bella clinica - sviluppo e posti di lavoro assicurati - lo stesso interesse dovrebbe essere anche della Regione. Terni è parte fondamentale dell’Umbria... Ma la sanità privata perugina si oppone e trova referente politico nella Regione, quasi tutta, con qualche intelligenza locale (per tutti Enrico Melasecche) contraria". 
Poi l’affondo più duro: La Regione dovrebbe schierarsi logicamente con Terni, ma il richiamo è troppo forte. Come tutte le questioni importanti sarà una battaglia legale a suon di codicilli. Ma non dimentichiamo gli interessi, quelli che i giudici inglesi e americani valutano sempre e comunque. Ma siamo in Italia, dove la giustizia è sì cieca, ma ha un olfatto da segugio: riconosce potere e denaro da molto lontano".

Il post è diventato virale, anche per l'autorevolezza del commentatore, amplificando la polemica tra città di Terni e Regione.

“Fare per Terni”: “Avete tradito la città. Fermatevi finché siete in tempo”

A intensificare il dibattito è arrivato anche il comunicato del Comitato Cittadino “Fare per Terni”, che accusa apertamente la presidente Proietti e la sua giunta di scelte politiche dannose:
“Proietti e Company, volete davvero rischiare un risarcimento danni di decine di milioni di euro per i danni che state arrecando? Le tasse dei cittadini servono per ottenere servizi essenziali, come il nuovo ospedale di Terni, non per pagare contenziosi milionari causati da scelte politiche scellerate. Smettetela di giocare con il destino di una città intera e iniziate a dare a Terni ciò che le spetta di diritto”.

Il Comitato “Fare per Terni” denuncia un atteggiamento politico punitivo, sottolineando che la clinica privata sarebbe stata interamente finanziata da capitali privati, a costo zero per la Regione e per il Comune.

Inoltre, viene denunciato un presunto vizio di trasparenza della Regione Umbria, accusata di aver tenuto nascosto il ricorso al TAR fino all’ultimo giorno utile: Durante la Conferenza dei Servizi avete dato esito positivo, le prescrizioni sono state tutte superate. Avevate tutto il tempo per sollevare eventuali dubbi, e non lo avete fatto. Avete firmato un ricorso al TAR senza conoscere in modo approfondito gli atti. Adesso basta: state trascinando Terni in un danno indecifrabile.”

Un caso politico che travalica il calcio e che intreccia il ruolo di Terni nella regione

La vicenda dello Stadio-Clinica rappresenta una frattura istituzionale e politica tra Terni e la Regione Umbria. Quello che la politica fatica a digerire, al di là del merito della questione e dell'eventuale approdo alle aule giudiziarie amministrative del contenzioso, non è più solo una disputa tra i due enti pubblici e il club rossoverde, ma un conflitto simbolico sul rapporto tra la città industriale e il potere regionale. La ricerca di una composizione dei legittimi interessi contrapposti, tra Regione dell'Umbria e Comune di Terni, ha tutte le basi di consenso, di opportunità e di reciproca convenienza per essere messa in campo. Ma l'irrigidimento causato dagli equilibri interni alla maggioranza regionale, dal ruolo svolto in questa vicenda dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi e da un atteggiamento burocratico apparentemente indeformabile, sta rallentando la vocazione all'arte del possibile della politica. 

Nel mezzo, un sentimento di delusione e rabbia diffuso tra i cittadini, amplificato dai social network, dove i commenti denunciano una percezione di tradimento istituzionale: “Questa non è più una questione di diritto amministrativo, ma di appartenenza: o si sta con Terni o si sta contro di lei”, scrive un utente. E mentre la Regione Umbria valuta le prossime mosse legali, la politica si trova davanti a un bivio: ricucire lo strappo con Terni o lasciare che la città giochi da sola la partita.

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Federico Zacaglioni
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